Se non hai mai usato un set di cavi come i miei, probabilmente non hai mai sentito come suona il tuo amplificatore”. Inizia così la mia lunga chiacchierata telefonica con Nick Sancolodi, la mente dietro Frog Amps. Il tono tranquillo, di chi sa di cosa parla, mi incuriosisce e ascolto con attenzione tutta la spiegazione immaginando già il piccolo test che avremmo realizzato con l’aiuto di Paul Audia su Planet Guitar.

Frog Amps è un nome piuttosto noto ormai nel mondo degli amplificatori. Nata nel 2010, l’azienda si è fatta spazio con prodotti di qualità e non è un caso se artisti del calibro di Doug Aldrich, Steve Stevens e Duff McKagan abbiano deciso di farne uso. Quello che forse è meno noto, è che all’ottima gamma di amplificatori si affianca una gamma di cavi altrettanto di alto livello. L’ispirazione di Nick è il mondo hi-fi, in cui il segnale regna sovrano e i cavi possono fare la differenza al pari dell’amplificatore e dei diffusori. 

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Ulteriori informazioni

Proprio con questo target in mente, Frog Amps propone (e ci ha lasciato testare) cavi come:

  • Studio Supreme, cavo strumento con una capacitanza davvero bassissima, 16 pF/ft e connettori G&H serie “High Clarity”
  • Python Speaker Cable, cavo cassa con saldature stagno/argento fatte a mano e connettori Neutrik Jumbo Jack
  • Powerchord Ultimate HP, cavo di alimentazione IEC/Schuko ad alte prestazioni con contatti dorati

C’è davvero differenza? Il test 

Come si fa a capire se un set di cavi così fa davvero la differenza? Abbiamo provato a fare un confronto tra un set di cavi di fascia alta “standard” in nostro possesso e il set di cavi di Frog Amps. Quello che abbiamo notato subito è stata la sensazione istintiva di avere più volume e più dinamica, come se lo strumento riuscisse a superare meglio l’uscita verso l’amplificatore. Come già fatto per test simili (come quello delle corde sottili vs spesse), ci è sembrato naturale graficare lo spettrogramma di una registrazione per poter fare un confronto scientifico. 

Il grafico riportato qui sopra, è quello di un Asus2 suonato con cavi standard e con i cavi Frog Amps. Per quanto ci possa essere variabilità nella plettrata, il risultato è piuttosto chiaro. A essere onesti, anzi, abbiamo scelto di riportare un esempio in cui nella parte con cavo standard la plettrata è stata più decisa che nel caso dei cavi Frog Amps. Se si osservano infatti i primissimi istanti (la parte più a sinistra del grafico, compresa tra 0 e 0.5s circa), è piuttosto evidente che l’intensità della plettrata sia stata maggiore nel caso dei cavi standard. Si nota infatti un giallo acceso in quella fascia se si fa un confronto a pari frequenze (asse verticale del grafico). 

Cos’è lo spettrogramma

Facciamo un passo indietro sulla teoria: lo spettrogramma è un grafico che ci mostra l’intensità di un suono in funzione del tempo e della frequenza. Se a parità di tempo (asse orizzontale) e di frequenza (asse verticale), notiamo un colore più chiaro sul nostro grafico, questo ci indicherà che l’intensità del suono lì sarà maggiore. 

Noto ciò, dovrebbe essere più semplice interpretare il grafico in alto, ottenuto con i campioni audio presenti sotto questo paragrafo. 

È molto interessante dunque notare che nonostante l’intensità di plettrata maggiore nella prova con i cavi standard, l’intensità del suono decada prima che nel caso dei cavi Frog Amps. Questi ultimi partono “svantaggiati” dalla plettrata, ma superano in intensità i primi dopo circa 3s decadendo molto più lentamente. Per una migliore comprensione, suggerisco di soffermarsi su quello che succede a 2.5kHz.

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Asus2 con cavi standard
Asus2 con cavi Frog Amps

La sensazione quindi è stata confermata dai numeri. 

Se ne valga la pena o meno, questo dipenderà dalle vostre ambizioni. I prodotti di Frog Amps infatti si collocano chiaramente nella fascia alta -per quanto esistano cavi di costo anche 2-3 volte superiori-, ma potrebbero essere gli “ultimi” cavi di cui avrete bisogno. La qualità, la manifattura e la resa infatti sono talmente alte che se avete speso migliaia di euro in rig, qualche centinaio di euro per un set di cavi made in Italy potrebbe essere assolutamente una spesa sensata. Anzi, forse dovrebbe, perché altrimenti come ha sottolineato Nick, probabilmente non avete mai sentito davvero come suona il vostro amplificatore…

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Emanuele Pellegrino