C’è stato un periodo, breve ma straordinariamente intenso, in cui Jeff Beck e Jimmy Page hanno suonato insieme nella stessa band. Giusto in tempo per comparire nello storico film Blow-Up di Michelangelo Antonioni del 1966, prima di prendere ognuno la propria strada. E scrivere la storia.

© Pictorial Press Ltd / Alamy Stock Photo

I primi Yardbirds

Non è facile, a distanza di decenni e con così tante pagine di storia scritte su due mostri sacri come loro, provare a immaginare come fossero Jeff Beck e Jimmy Page prima di diventare i guitar hero che conosciamo. Eppure c’è stato un tempo, quando ancora non esistevano il Jeff Beck Group né i Led Zeppelin, in cui Beck e Page hanno suonato insieme. Sì, proprio così. Due chitarre soliste del loro calibro all’interno dello stesso gruppo: gli Yardbirds.
La band britannica si era letteralmente fatta le ossa suonando moltissimo per tutto il 1964, con oltre duecento date all’attivo e un seguito sempre più numeroso. Si era distinta, tra le altre cose, per le improvvisazioni sul palco e l’abilità dal vivo, come testimonia l’album pionieristico Five Live Yardbirds.
Era l’epoca, affascinante e meravigliosa, dei club dove suonavano gruppi che avrebbero poi fatto la storia. I loro nomi, dal CrawDaddy al Marquee, conservano l’eco di un tempo irripetibile che a metà anni Sessanta sarebbe diventato famoso come il periodo della Swingin’ London.

L’abbandono di Eric Clapton

Gli Yardbirds di inizio 1965 erano rimasti da poco orfani di Eric Clapton che, com’è noto, aveva lasciato la band sull’onda dell’indignazione per la traiettoria troppo “pop” imboccata dal gruppo con il singolo For Your Love. Singolo che in poco tempo sarebbe diventato un grande successo sia in patria che a livello internazionale.
Allontanarsi dallo spirito del blues rappresentava un errore imperdonabile per il chitarrista di Ripley, che di lì a poco sarebbe entrato nella compagine di John Mayall and the Bluesbreakers lasciando un’impronta indelebile con il leggendario Beano Album. Chissà cosa deve aver pensato il giovane e intransigente Eric quando venne a sapere che gli Yardbirds avrebbero partecipato al Festival di Sanremo del 1966, abbinati a Lucio Dalla e Bobby Solo con brani come Paff… Bum e Questa volta.
Per sostituirlo, in quell’inizio del 1965, fu scritturato nientemeno che Jeff Beck.

Il periodo Jeff Beck

Jeff, che fino ad allora aveva lavorato come turnista, impresse da subito un proprio stile e un nuovo sound alla band. Con lui le sperimentazioni diventarono uno degli ingredienti principali del lavoro del gruppo, che si aprì a strade musicali innovative, seguite poi da altre formazioni.
Il nuovo chitarrista degli Yardbirds, che proprio in questi giorni avrebbe compiuto ottant’anni, seppe conquistarsi sempre maggiore attenzione grazie alle sue abilità tecniche e alla sua ricerca sonora, un tratto che avrebbe contraddistinto tutta la sua carriera. Eccolo in uno dei brani più iconici del periodo con la sua Telecaster: Heart Full of Soul.

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Ulteriori informazioni

Questo periodo è considerato da molti l’apice della loro produzione, con album cruciali come Roger the Engineer, e il ruolo di Jeff Beck è stato indiscutibilmente decisivo in questo senso.
Ma, come avveniva spesso allora, quanto più il gruppo conquistava successo, tanto più vacillava la coesione interna. Beck in particolare veniva tacciato di alternare esibizioni dal vivo da togliere il fiato ad altre più fiacche e meno coinvolgenti, riflesso probabilmente di stati d’animo mutevoli e di un temperamento umorale sempre meno tollerato dagli altri Yardbirds.
Nella primavera del 1966 lasciò prima il loro manager, poi anche Paul Samwell-Smith, bassista e testa pensante della band. Una mossa decisiva. Perché per sostituirlo fu chiamato Jimmy Page.

Il periodo Jeff Beck – Jimmy Page

Anche Jimmy, prima di entrare negli Yardbirds, si era fatto un nome come turnista. Nel solo triennio 1963-66 la sua chitarra comparve in moltissimi singoli – si dice centinaia –, alcuni di grande successo, suonando in studio con i Kinks, i Rolling Stones, Donovan, Cliff Richard, per citarne solo una manciata.
In questo periodo ebbe inoltre modo di studiare da vicino le tecniche di produzione di un album, lavorando a stretto contatto con ingegneri del suono del calibro di Glyn Johns e Eddie Kramer. Un apprendistato determinante per tutto quello che avrebbe poi creato con i Led Zeppelin.
Curiosamente, lo stesso Jimmy era stato tra i principali candidati a sostituire Clapton, ma per motivi di salute e per l’avviata carriera da session-man declinò l’invito suggerendo il nome dell’amico Jeff.
Il suo debutto come bassista degli Yardbirds è datato giugno 1966, sempre al Marquee Club di Londra. Poche settimane dopo, la band era attesa negli States per un nuovo tour.

Le cose non andarono sempre come previsto e una sera, durante un concerto a San Francisco, Beck fu costretto ad abbandonare il palco a causa di un malore. Jimmy ne prese prontamente il posto alla chitarra solista, strabiliando tutti. Un’altra mossa decisiva, perché da quel momento nessuno più gli chiese di tornare a suonare il basso, benché lo facesse in maniera impeccabile e vigorosa.
Al ritorno di Jeff, il gruppo poté così contare sul contributo di due chitarristi molto diversi tra loro ma accomunati non solo dall’amicizia, ma anche dalla ricerca di sonorità nuove e dal desiderio di portare il modo di suonare la chitarra a un livello fino ad allora sconosciuto. Tutto questo mentre l’uragano Jimi Hendrix stava per abbattersi sulla scena musicale prima londinese, poi mondiale.

Bolero

Le due chitarre di Jimmy e Jeff convissero per qualche mese negli Yardbirds e si intrecciarono in una session rimasta storica. I due registrarono infatti una versione rock del famoso Bolero di Ravel del 1928. In studio insieme a loro c’erano, tra gli altri, Keith Moon, John Paul Jones e Nicky Hopkins.

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Il Beck’s Bolero, i cui crediti restano incerti come molte delle session improvvisate dell’epoca, venne poi pubblicato quasi un anno dopo, diventando di fatto il primo brano registrato da Beck come solista oltre che una pietra miliare nel mondo del rock. La sua influenza su numerosi chitarristi meriterebbe infatti un articolo a parte.
Prima di lasciare la band alla fine del 1966, però, Jeff e Jimmy comparvero ancora insieme negli Yardbirds in un cameo cinematografico. Pare che il regista Michelangelo Antonioni avesse pensato ad altre formazioni prima di loro, ma, come ricorda lo stesso Page, deve essersi convinto a sceglierli dopo aver assistito a un loro concerto alla Royal Albert Hall. Era il 23 settembre 1966 e gli Yardbirds figuravano tra le band di supporto del nuovo tour britannico dei Rolling Stones. Hendrix era da poco sbarcato a Londra.

Blow-Up

Il lungometraggio Blow-Up, ispirato alla lettura de Le bave del diavolo di Julio Cortázar e vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1967, vede l’attore David Hemmings nel ruolo di Thomas, un giovane fotografo di moda in piena Swingin’ London.
In questa scena lo vediamo entrare in un club durante un concerto degli Yardbirds. A metà del brano, un Jeff decisamente arrabbiato con un amplificatore Vox gracchiante inizia a picchiargli contro il manico della sua chitarra finendo poi per sfasciarla, mentre un divertito Page continua a suonare. La scena si conclude con il fotografo che riesce a impadronirsi del manico e correre fuori dal locale, lasciandosi alle spalle il resto del pubblico urlante.

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Il brano inciso per l’occasione dagli Yardbirds è Stroll On (una versione di Train kept a rollin’): a detta dello stesso Page, fu quella la prima volta che lui e Jeff registravano insieme con le chitarre. Di lì a poco le loro strade si sarebbero divise. Beck avrebbe iniziato la sua straordinaria carriera solista insieme al gruppo che portava il suo nome, con Rod Stewart alla voce e Ron Wood al basso: la loro prima uscita fu il sensazionale album Truth del 1968. Page, invece, avrebbe mantenuto il ruolo di chitarrista principale conquistando uno spazio sempre più indispensabile nella band, fino allo strappo definitivo dello stesso anno.
Curiosamente, il nuovo gruppo più orientato all’hard rock che Jimmy avrebbe creato poco dopo insieme a John Paul Jones, John “Bonzo” Bonham e Robert Plant, prima di essere ribattezzato Led Zeppelin, inizialmente portava il nome di New Yardbirds.
Il resto, come si dice in questi casi, è storia.

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Alberto Rezzi