Ormai chi ci legge con una certa frequenza, avrà capito che non riusciamo a stare lontani dai concerti a lungo… Quella dei Green Day a Milano era una tappa decisamente da non perdere e che aspettavamo da tempo. “Finalmente un concerto dove la band suona esattamente ciò che il pubblico vuol sentire” sono state le mie prime parole alla fine del live. Che si tratti di un mio bias o meno, ci siamo divertiti da matti. 

Federico e io arriviamo all’Ippodromo La Maura di Milano intorno alle 15:30. C’è già una discreta fila di persone, ma non abbastanza da impedirci di guadagnare un posto tra le prime dieci file una volta dentro. Mentre attendiamo l’apertura dei cancelli, incredibilmente, incrocio lo sguardo di Leonardo già in fila, con cui avevo programmato di incontrarmi una volta dentro… Spoiler: ci perderemo di nuovo e irrimediabilmente durante il “pogo” del concerto. 

A parte una breve parentesi con un primo DJ set di Virgin Radio e un -alquanto imbarazzante- secondo DJ set, il pomeriggio scorre piuttosto veloce tra qualche birra e la distribuzione dei plettri di Planet Guitar ai chitarristi presenti tra la folla. 

Nothing but Thieves: il rock elettronico di cui non sapevo di aver voglia

La serata entra davvero nel vivo alle 19 quando in perfetto orario inizia l’apertura dei Nothing but Thieves. Di solito non mi presento “impreparato” a un concerto, ma mea culpa questa volta sono arrivato senza aver fatto i compiti: non conosco neanche un brano del gruppo sul palco. Poco male, mi predispongo all’ascolto senza troppi preconcetti e noto subito una bellissima Duesenberg Falken tra le mani di Joe Langridge Brown.

Duesenberg Falken Tremolo BK

Duesenberg Falken Tremolo BK

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Molto Depeche Mode” ci diciamo con Federico e Leonardo, ma non per questo privi di personalità. La voce e il talento di Conor Mason non passano inosservati, la pelle d’oca su certi passaggi è un bollino di garanzia. Tuttavia c’è un altro dettaglio a colpirmi: Dom Craik a metà del primo pezzo si fa passare una Gibson SG e lascia le tastiere momentaneamente per poi tornarvi con la SG in tracolla (suonandole mentre sorseggia uno spritz). Insomma non una performance che si vede tutti i giorni.

Gibson SG ´61 Standard VC

Gibson SG ´61 Standard VC

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Il set è un trionfo di chitarre -e synth-, tra l’alternarsi di Fender Telecaster, Gibson Les Paul (goldtop e burst), Fender Jaguar, Ephiphone J-45, altri modelli Duesenberg e Gretsch e quella che da lontano mi sembra essere una semiacustica D’Angelico.

Epiphone J-45 AVS

Epiphone J-45 AVS

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Conor riscalda il pubblico per i Green Day e ci lascia con un “Se avete voglia tornate ad ascoltarci, e se non ne avete… Ci sono comunque un sacco di bei concerti in giro”. Noi torneremo.

Green Day: l’inizio è subito “una bomba”

Sono le 20:50 quando l’intro di rito sulle note di Bohemian Rapsody, Blitzkrieg Bop e del mix tra The Beautiful People, The Imperial March, e We Will Rock You prepara l’atmosfera per il concerto che tutti stiamo aspettando. Il primo “sparo” dai piccoli cannoni dietro al muro di Marshall e Fender sul palco mi fa sobbalzare cogliendomi alla sprovvista; ce ne saranno molti durante il set, ma a palco ancora vuoto non mi aspettavo una sveglia simile.

Green Day IDays Milano

Alle 21:02 salgono finalmente i Green Day sul palco e l’energia dell’ippodromo esplode. La scenografia è davvero mozzafiato: sulle note di The American Dream Is Killing Me parte subito un’esplosione di luci e fiamme che danno un assaggio di quello che saranno le 2 ore successive. Billy Joe Armstrong si accompagna con la sua Fernandes Stratocaster “BJ” per tutta la prima parte di concerto, sostituendola solo durante il set di American Idiot con la sua fidata Les Paul Junior (eccenzion fatta per un brano suonato con una bellissima Les Paul Custom nera).

Epiphone Billie Joe Armstrong LP Junior

Epiphone Billie Joe Armstrong LP Junior

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30 anni di Dookie, 20 di American Idiot e non sentirli

Il 2024 segna due anniversari importanti per i Green Day: 30 anni dall’uscita di Dookie e 20 da American Idiot. Sono proprio questi 2 album a caratterizzare la stragrande maggioranza della scaletta con 2 set che hanno accontentato moltissimi fan. “I want you to jump and go crazy” ripete più volte Billy Joe nel corso della serata alimentando la carica che ha pervaso il pubblico sin dalle prime note. È proprio durante uno dei primi “mulinelli” che perdo di vista Leonardo… Lo rivedrò solo verso la fine del concerto, quando sulle note di Wake Me Up When September Ends scorgerò in lontananza il riposo del guerriero. 

Noto con piacere che l’età media del concerto è piuttosto bassa mentre Federico ed io -entrambi quasi 1,85m per oltre 70Kg- voliamo in lungo e in largo spinti dalla folla e perdo qualsiasi speranza di prendere qualche appunto scritto sul cellulare per questo articolo. È in questo clima di festa che realizzo quanto sia coinvolgente lo spettacolo. Che sia per l’iconicità di certi brani capaci di riportare tutti indietro nel tempo come When I Come Around o Boulevard of Broken Dreams -di cui potete imparare i riff rispettivamente con questo e questo articolo- o per l’abilità dei Green Day di mescolare musica e scenografia, lo spettacolo è ai massimi livelli e il divertimento è assicurato. 

Come sempre nei loro concerti, arriva il momento di chiamare un fan sul palco. È il destino della fortunata Marianna che raggiunge la band per cantare Know your Enemy. Nessun chitarrista e nessuna chitarra regalata questa volta. 

Nessun encore, ma nessun rimpianto

Il tempo scorre fin troppo in fretta nonostante la mia schiena dolorante per le ore in piedi e i salti a ritmo di palm-mute. Sono le 23:08, stiamo ascoltando Whatsername e realizzo che non ci sarà un encore. Purtroppo infatti so che entro le 23:15 gli amplificatori dovranno spegnersi a causa della vicinanza dell’ippodromo con alcune abitazioni circostanti. Sulle note di Good Riddance (Time of Your Life) Billy Joe ci saluta con le ultime note accompagnato dalla sua Gibson J-45: “This is our favorite country in the world, thank you so much”

Non so se crederci Billy, ma torna presto in ogni caso, ti aspettiamo.  

Gibson J-45 Custom

Gibson J-45 Custom

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La scaletta

Nothing but Thieves

  • 1. Oh No : He Said What?
  • 2. Futureproof
  • 3. Is Everybody Going Crazy?
  • 4. Tomorrow Is Closed
  • 5. Trip Switch
  • 6. Impossible
  • 7. Welcome to the DCC
  • 8. Ce n’est Rien / Gods / Number 13
  • 9. Unperson
  • 10. Sorry
  • 11. I’m Not Made by Design
  • 12. Where Is My Mind? (cover dei Pixies)
  • 13. Amsterdam
  • 14. Overcome

Green Day

  • 1. The American Dream Is Killing Me
  • da Dookie:
  • 2. Burnout
  • 3. Having a Blast
  • 4. Chump
  • 5. Longview
  • 6. Welcome to Paradise
  • 7. Pulling Teeth
  • 8. Basket Case
  • 9. She
  • 10. Sassafras Roots
  • 11. When I Come Around
  • 12. Coming Clean
  • 13. Emenius Sleepus
  • 14. In the End
  • 15. F.O.D.
  • 16. All by Myself (Orchestral version)

Set misto:

  • 17. Know Your Enemy (Green Day + “Marianna”)
  • 18. Look Ma, No Brains!
  • 19. One Eyed Bastard
  • 20. Hitchin’ a Ride
  • 21. Dilemma
  • 22. Brain Stew (con mini-intro di Iron Man dei Black Sabbath)
  • da American Idiot:
  • 23. American Idiot
  • 24. Jesus of Suburbia
  • 25. Holiday
  • 26. Boulevard of Broken Dreams
  • 27. Are We the Waiting
  • 28. St. Jimmy
  • 29. Give Me Novacaine
  • 30. She’s a Rebel
  • 31. Extraordinary Girl
  • 32. Letterbomb
  • 33. Wake Me Up When September Ends (con mini-intro di Ziggy Stardust di David Bowie)
  • 34. Homecoming
  • 35. Whatsername
  • 36. Good Riddance (Time of Your Life)

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Emanuele Pellegrino