Questo episodio riguarda una categoria di pedali che ogni chitarrista conosce, possiede e probabilmente utilizza: il booster. Tuttavia, molti probabilmente non sanno che il booster è uno degli effetti per chitarra più antichi e che la sua concezione originale è molto diversa da quella attuale. In passato, è stato molto più influente sui primi suoni di chitarra della storia del rock di quanto non lo sia stato in seguito.
Le ragioni sono da ricercare da un lato nei modelli di amplificatori disponibili all’epoca, ma dall’altro anche nella tecnica e nello stile di esecuzione dell’epoca. Oggi vogliamo accompagnarvi in un piccolo viaggio attraverso la storia del booster e mostrarvi anche come suonano i diversi modelli in combinazione con vari amplificatori!
Indice
- La Storia
- BSM – V-TB
- Fulltone – CS-Ranger
- BSM – HS-S
- MXR – Micro Amp
- TC Electronic – Spark
- Xotic – RC Booster
- Seymour Duncan – Killing Floor
- Sound e Prova Pratica
La Storia
La nostra storia ha inizio nei primi anni ’60, con il lancio dei primi amplificatori sul mercato britannico dell’epoca. Questi provenivano da Vox, mentre Jim Marshall sviluppò i suoi primi modelli di amplificatori basati sul Fender Bassman, che sarebbero passati alla storia come JTM45 o Bluesbreaker.
Dick Denney, il padre tecnico e ideatore della Vox, allora nota anche come JMI (= Jennings Musical Industries), notò già nel 1961 che lo stadio di uscita overdrive di un amplificatore valvolare tende a essere poco trasparente, ad avere un suono un po’ impastato e, di conseguenza, a far sì che il segnale della chitarra perda la sua potenza nella struttura della band. I bassi, già molto dominanti nei primi modelli di amplificatore, rendevano il suono complessivo ovattato e indefinito, il che risvegliava il desiderio di alcuni chitarristi di avere alti più brillanti, a cui erano abituati da alcuni amplificatori Fender, per esempio.
Denney inizialmente si accontentò di un filtro low-cut davanti al finale, che riduceva i bassi e quindi bilanciava il suono della chitarra, dove le corde basse erano comunque sempre più forti di quelle alte. Poiché nei primi anni ’60 molti amplificatori di piccole dimensioni non disponevano di un efficace controllo dei toni, egli prese due piccioni con una fava. Nacque così il cosiddetto “Brilliant Channel” del Vox AC30 e due anni dopo, nel 1963, il circuito Top Boost con controllo di tono. A proposito, il comportamento lowcut dell’Ibanez Tubescreamer è una copia diretta del Brilliant high-pass del Vox AC30 del 1961.
Il Vox V806
Quando il suono divenne più aggressivo e anche più forte nel corso degli anni ’60, i comuni amplificatori da 15-30 watt raggiunsero i loro limiti. Questo diede a Vox l’idea di racchiudere il filtro passa-alto e l’amplificazione in una scatola separata. Entrarono in gioco i nuovi transistor al silicio, che portarono anche ai primi amplificatori a transistor Vox, come il “Defiant”.
Con il Vox V806 nacque quindi il primo amplificatore per gli alti, anche se non ancora in forma di pedale, ma come una piccola scatola cromata con una spina jack collegata, che veniva inserita nell’ingresso dell’amplificatore. Gli alti erano molto pronunciati sul V806, ma la funzione di boost era piuttosto moderata e bassa. Questo era sufficiente per la musica beat e aiutava, ad esempio, Roger McGuinn dei Birds in combinazione con una Rickenbacker a dodici corde a ottenere il suo classico suono “jingle-jangle”, ma era poco utile per ottenere una distorsione significativamente maggiore dall’amplificatore.
Il Dallas Rangemaster e il Treble Booster Hornby-Skewes
Per far fronte all’emergente ritmo più pesante della musica rock, nel 1965 apparve sul mercato il Dallas Arbiter Rangemaster con il suo transistor al germanio OC44. Si trattava di una scatola d’argento relativamente grande con un controllo per il livello di uscita. Il cavo di uscita era fissato all’unità ed era relativamente corto, per cui il Rangemaster veniva solitamente posizionato sopra l’amplificatore.
Rangemaster Treble Booster:
In linea di principio, i treble booster sono stati progettati per aumentare il volume della chitarra elettrica solo fino al volume desiderato nella specifica situazione. In altre parole, in questo caso il potenziometro del volume era all’altezza del suo nome. Tuttavia, è emerso che gli acuti erano fortemente enfatizzati solo fino a circa la posizione 8 del potenziometro, mentre in seguito i medi venivano messi maggiormente in risalto, accompagnati da una distorsione più forte.
Con il potenziometro impostato a 10, non solo i bassi venivano abbassati, ma anche parte degli alti. Un potenziamento dei medi, d’altra parte, crea toni armonici nell’amplificatore, il che significa che la brillantezza non proviene più dalla chitarra ma dal comportamento dell’amplificatore valvolare.
Mentre fino alla metà degli anni ’60 c’era ancora una coesistenza chitarristica tra i gruppi beat, che avevano bisogno di meno distorsione, e i primi gruppi rock come i Cream, verso la fine del decennio la tendenza si inclinò sempre più verso l’hard rock con gruppi come Led Zeppelin, Black Sabbath o Deep Purple. Toni Iommi si affidava a un Range Master Treble Booster modificato, mentre Ritchie Blackmore utilizzava i più rari Hornby Skewes con transistor al silicio.
Hornby – Skewes Treble Booster:
I conoscitori dei primi modelli di amplificatori come quelli di Vox, Laney Supergroup, Fender Bassman o Marshall JTM45 conoscono naturalmente la natura del tone stack di questi bolidi. Non sono rare le impostazioni dei controlli in cui i bassi sono impostati sul potenziometro al minimo e gli alti e i medi sono impostati al massimo. Soprattutto i musicisti di questa categoria di amplificatori vedevano nel booster per gli alti una sorta di arma miracolosa. Oltre a Blackmore e Iommi, il suono di Brian May o Rory Gallagher sarebbe inimmaginabile senza l’uso di un booster, in questo caso il Rangemaster. Tra l’altro, molti chitarristi collegavano i loro booster per gli alti al canale normale dei loro amplificatori.
Lo sviluppo dagli anni ’70 in poi
Negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta, la musica cambiò e anche la tecnologia degli amplificatori reagì al cambiamento stilistico; Jim Marshall, in particolare, rispose al desiderio dei suoi clienti di avere più gain e più alti. Già nel 1965/66 aveva creato il Super Lead Plexi, in cui un grande condensatore “Bright” da 5nF era saldato al potenziometro del volume da 1 Mega-Ohm, in modo da rendere disponibili di default più alti.
Questo sviluppo è proseguito e con il Super Lead Mk II, successivamente noto anche come JCM800, dove gli amplificatori fornivano il livello desiderato di alti e distorsione senza alcun intervento aggiuntivo. Anche se in questo periodo i classici treble booster erano ancora utilizzati in vari generi e soprattutto da chi suonava gli amplificatori classici, tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80 emersero anche i primi veri pedali di overdrive e distorsione, come il Boss OD-1, l’Ibanez Tubescreamer o il ProCo Rat.
I protagonisti del nascente movimento heavy metal si accorsero ben presto che le riserve di gain dei loro amplificatori e dei loro pedali non erano più sufficienti, soprattutto per i suoni lead, così i pedali overdrive, che in origine dovevano solo emulare il caldo suono drive di un amplificatore valvolare ad alto volume, vennero utilizzati impropriamente come booster. Lo screamer valvolare ebbe il grande effetto collaterale di tagliare i bassi e potenziare i medi, oltre ad aumentare il gain, fornendo una maggiore incisività nella struttura della band.
Il Booster ai giorni nostri
Fondamentalmente, si può dire che grazie alla progettazione degli amplificatori moderni, i booster e soprattutto i booster per gli alti non devono più essere una parte obbligatoria dell’attrezzatura, come accadeva negli anni ’60 – la mancanza di alti, di potenza, di riserve di gain o di flessibilità non sono più un grosso problema.
Tuttavia, chi ama il suono classico non potrà fare a meno di certi pedali boost, e Brian May e The Edge usano ancora oggi i loro Rangemaster per una buona ragione. In definitiva, il mercato attuale offre una moltitudine di tipi di booster. Alcuni chitarristi sono interessati a una funzione di boost relativamente lineare, vale a dire che il segnale della chitarra viene aumentato di qualche dB, ma il suono di base rimane più o meno inalterato, a parte il gain maggiore.
Altri sono interessati a booster che influenzano il suono e il feeling della chitarra. Tra questi Richie Blackmore con il suo AIWA tape drive, che utilizzava come booster, ma anche Angus Young, che in studio utilizza anche il sistema di trasmissione Schaffer Vega con la sua funzione di compander, e infine Stevie Ray Vaughan, che spesso utilizzava il Tubescreamer con il controllo di livello alzato ma il controllo di gain abbassato, per utilizzare la funzione boost in combinazione con il low cut e il mid boost.
Nel capitolo che segue, vorrei mostrarvi alcuni booster che sono ancora disponibili oggi, comprese le repliche dei modelli storici.
BSM – V-TB
Lo specialista tedesco di treble booster Bernd Meiser e la sua azienda BSM hanno recentemente presentato il V-TB, una replica del primo treble booster Vox del 1964. BSM ha aggiunto un interruttore con il quale è possibile aumentare le basse frequenze di 10 dB. In modalità normale, si ottiene l’autentico suono “jangle” di Roger McGuinn, mentre in modalità bass, il suono diventa un po’ più moderno e strizza l’occhio a Mike Campbell di “Tom Petty and the Heartbreakers”.
Link: www.treblebooster.net
Fulltone – CS-Ranger
Il CS-Ranger di Fulltone è una versione modernizzata del classico Dallas Arbiter Rangemaster, diventato parte integrante delle pedaliere degli effetti di chitarristi come Brian May, Rory Gallagher e Toni Iommi.
In totale sono disponibili sei diverse modalità di boost, con la posizione RM-1 che rappresenta la versione originale del Rangemaster e RM-2 un’interpretazione successiva con una frequenza di taglio leggermente più alta.
BSM – HS-S
L’HS, anch’esso proveniente dal laboratorio di pedali BSM, è ovviamente l’acronimo di “Hornby-Skewes”, il leggendario amplificatore per alti apparso poco dopo il Rangemaster e utilizzato da chitarristi come Ritchie Blackmore. Dopo un breve periodo al germanio, il transistor all’interno fu sostituito da una versione al silicio, il che spiega l’aggiunta della “S” nel nome del prodotto BSM.
Link: www.treblebooster.net
MXR – Micro Amp
L’MXR Micro Amp è già considerato un classico tra i pedali boost ed è relativamente spartano. Il pedale è dotato di un solo potenziometro di gain, in grado di aumentare il livello di ben 26 dB. Uno dei più famosi utilizzatori di questo pedale è probabilmente John Frusciante.
MXR Micro Amp M133
TC Electronic – Spark
Con lo Spark, il produttore danese TC Electronic presenta un booster molto flessibile che viene venduto a un prezzo estremamente competitivo. Il pedale offre tre modalità , ovvero Fat per un boost dei bassi, Mid per un boost dei medi e Clean per un segnale neutro. Oltre al level e al gain, c’è anche un rudimentale EQ per i bassi e gli alti.
tc electronic Spark Booster
Xotic – RC Booster
Lo Xotic RC Booster è ora disponibile nella sua seconda versione con due diversi circuiti di boost commutabili ed è disponibile anche nella versione per bassi. Come nel caso dello Spark di TC Electronic, anche qui sono disponibili i controlli di volume, acuti e bassi, mentre il gain 1 e il gain 2 possono essere controllati separatamente per ciascun canale. Un noto utilizzatore di questo pedale è Scott Henderson, che può addirittura vantare una versione signature. Nel confronto audio e nell’immagine qui sopra è stata utilizzata la versione V1 con un solo potenziometro di gain.
Xotic RC Booster V2 Boost/Overdrive
Seymour Duncan – Killing Floor
Il Killing Floor di Seymour Duncan è un vero e proprio concentrato di potenza, perché qui si ottiene un boost di ben 34 dB. Un’ulteriore flessibilità è data dal fatto che il pedale può essere azionato tra 9 V e 18 V e da uno switch a levetta a tre vie che genera un boost degli alti di 7 dB a 10 kHz nella posizione superiore. La posizione centrale mantiene lineare la risposta in frequenza, mentre quella inferiore applica un high cut a 4,8 kHz.
Sound e Prova Pratica
Per la prova pratica, utilizzo due amplificatori classici che già agli albori dei treble booster erano perfettamente compatibili, ovvero un Marshall JTM45 e una replica del Vox AC30 di Redstuff. Il confronto audio è estremamente difficile da implementare in una configurazione di amplificatori identica perché, come accennato nell’introduzione, i vecchi treble booster erano progettati più per i canali normali più bassi e spesso fornivano troppi alti nei canali bright o top boost. Nel caso dei booster di livello lineare, il problema è inverso: i canali normali sono troppo scuri e il boost li rende ancora più massicci nei bassi.
Per questo motivo, farò ascoltare gli esempi sonori del VT-B, del CS-Ranger e dell’HS-S nel canale normale, mentre realizzerò gli esempi sonori del Micro Amp, dello Spark, dell’RC Booster e del Killing Floor attraverso i canali Treble o Top Boost. All’inizio potrete ascoltare l’amplificatore pulito sia nel canale scuro normale che in quello bright o top boost.
a) JTM45 – Humbucker – Basso gain
Ecco una Maybach Les Paul in un Marshall JTM45, il cui volume è relativamente basso, ma che offre già una leggera distorsione.
b) JTM45 – Humbucker – Amplificatore in break up
Di nuovo una Maybach Les Paul nel JTM45, ma questa volta l’amplificatore sporca molto di più.
c) AC30/Fab30 – Single Coil – Amplificatore pulito
Ora suono una Fender Stratocaster al ponte e la collego a un Redstuff FAB30, un clone dell’AC30 che si trova ancora nel range clean.
d) AC30/Fab30 – Single Coil – Amplificatore in Break-Up
Ancora una volta si sente una Fender Stratocaster nella posizione del ponte, ma questa volta il Redstuff FAB30 va chiaramente in break-up.
e) Contestualizzazione in un brano
Infine, i pedali devono essere all’altezza di un brano di accompagnamento. L’amplificatore è un JTM45 e la chitarra una Maybach Les Paul, giudicate voi stessi
Conclusione
Poiché i booster qui presentati hanno scopi completamente diversi e, a seconda della combinazione di amplificatori, mostrano le loro qualità in modi diversi, è difficile dare una raccomandazione qualitativa. In linea di massima, però, si può affermare che se volete ottenere un suono “shimmer”, brillante e chiaro, su un segnale pulito, il BSM V-TB vi farà guadagnare punti nel settore vintage.
Chi vuole essere più flessibile e vuole anche far esplodere il preamplificatore in modo adeguato, troverà un buon compagno nell’RC Booster o nel TC Electronic Spark. Se cercate un puro level boost senza tanti fronzoli, potete scegliere l’MXR Micro Amp o il Killing Floor, quest’ultimo sicuramente più flessibile. Il vero feeling vintage si ottiene con il CS Ranger e i due booster BSM, a patto che si disponga di amplificatori appropriati con cui questi pedali possano mostrare i loro punti di forza.
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