Il 30 maggio del 1964 nasceva a New York, nel quartiere di Harlem, Thomas Baptist Morello, più semplicemente noto come Tom, chitarrista, cantante, songwriter e attivista politico, uno dei volti più noti della chitarra rock degli anni ‘90 e 2000. Membro fondatore dei Rage Against the Machine, band chiave per il panorama hard rock anni ‘90, Tom Morello ha uno stile chitarristico molto ben riconoscibile, che include feedback, tecniche come il tapping e l’utilizzo di molta effettistica per i suoi suoni. In occasione del compleanno di questo iconico eroe della sei corde, vi invitiamo ad ascoltare e imparare Cochise degli Audioslave con l’aiuto di Paul di Guitar Tutorials!
Oltre ai lavori con i Rage Against the Machine, Tom Morello è stato membro di supergruppi come i Prophets of Rage e gli Street Sweeper Social Club, anche se probabilmente sono stati i tre dischi degli Audioslave, registrati nei primi anni 2000 a seguito dello scioglimento della band fondata con Zack de la Rocha, ad avergli garantito il proseguimento del suo successo.
Anche per questo motivo abbiamo scelto il brano Cochise per festeggiare il sessantesimo compleanno del chitarrista: è infatti uno dei brani più noti del supergruppo americano, oltre ad essere il singolo di lancio dell’intero progetto.
Audioslave: l’esordio esplosivo del supergruppo
Vi serve creare una nuova band e siete all’inizio degli anni 2000? Provate a mescolare un quarto dei Soundgarden e tre quarti dei Rage Against the Machine. Sono questi gli ingredienti della miscela esplosiva che ha dato origine agli Audioslave, uno dei supergruppi più importanti della prima decade degli anni Zero. Band che si potrebbe anche definire come “i Rage Against the Machine con un nuovo cantante”, in quanto in questa nuova formazione troviamo, oltre al nostro Tom alla chitarra, Tim Commerford al basso e Brad Wilk alla batteria, tutti precedenti membri della rock band californiana. Il nuovo cantante reclutato per il progetto era una delle voci più rappresentative degli anni ‘90, lo straordinario Chris Cornell, già ben presente nell’immaginario dei cultori del rock, anche grazie al suo disco realizzato con i Temple Of The Dog.
Guidati dalla produzione di Rick Rubin, la band registrò il suo disco d’esordio nel maggio del 2001, con la pubblicazione che però dovette attendere il novembre del 2002. Come già successo per altre grandissime band della storia del rock, il disco è un self-titled, ovvero ha come titolo il nome stesso della band. L’album ottenne un grande successo di pubblico e tutt’ora risulta essere il lavoro più venduto della band, ma non fu in generale molto apprezzato dalla critica musicale.
Un disco iconico
Il disco resta in ogni caso iconico grazie alla cover art e alla direzione artistica di Storm Thorgerson, il leggendario graphic designer dello studio Hipgnosis. Nome molto noto agli appassionati di rock, di vinili e di arte, Thorgerson è stato responsabile della realizzazione di copertine leggendarie per i Pink Floyd, i Led Zeppelin, gli Electric Light Orchestra, i Black Sabbath, i Def Leppard, gli Scorpions, Peter Gabriel, Alan Parsons Project, i Genesis, gli Yes e più recentemente i Dream Theater, i Muse, e i Mars Volta.
Anche in questo caso troviamo un’immagine nel suo stile perfettamente riconoscibile: uno scatto fatto sull’isola vulcanica di Lanzarote di un uomo che osserva l’enorme logo “Flame” della band, realizzato da Peter Curzon. L’idea era quella di trasmettere graficamente la forza esplosiva e vulcanica del supergruppo, una vera forza della natura. Per approfondire la figura di Storm Thorgerson e della Hipgnosis, vi consigliamo la visione del film documentario Taken by Storm: The Art of Storm Thorgerson and Hipgnosis e l’acquisto del libro Vinyl, Album, Cover, Art: The Complete Hipgnosis Catalogue.
Tornando alla parte musicale dell’album, il disco presenta una tracklist molto lunga, con ben quattordici brani, tra cui spiccano Show Me How to Live, Like a Stone (di cui potete imparare il riff grazie al nostro workshop), I Am the Highway, Light My Way, The Last Remaining Light e Shadow on the Sun, quest’ultima utilizzata anche nella colonna sonora del film Collateral di Michael Mann con Tom Cruise e Jamie Foxx.
Cochise è invece il brano di apertura dell’album e il primo singolo della band: andiamo a scoprirne qualcosa in più.
Cochise: un singolo furioso e pirotecnico
Giusto per rendervi conto della potenza di questa band, al di là di quanto abbiamo già detto, vi consigliamo di dare un’occhiata alla prima incredibile performance live di questo singolo, registrata il 25 novembre del 2002 sul tetto dell’Ed Sullivan Theater di Broadway in occasione di una puntata del Late Show with David Letterman. In realtà tutta la performance di quella sera è davvero incredibile.
Il brano è chiaramente hard rock ed è ispirato a Cochise, un capo indiano Apache combattivo e impavido. A leggere il testo, che presenta temi per lo più religiosi, non ci sono riferimenti diretti a Cochise, quindi probabilmente la figura del capo indiano è servita per la costruzione e la produzione del sound del brano, che è furioso e martellante. Anche nel video ufficiale del pezzo ritroviamo queste caratteristiche, con un incredibile spettacolo pirotecnico che fa da sfondo alla performance della band.
In questo video Morello è accompagnato dalla sua Fender American Deluxe Designer Series Stratocaster, aka “Soul Power” di cui il marchio americano ha poi realizzato un modello Signature per omaggiare Tom:
Fender Tom Morello Strat FR RW BLK
La strumentazione utilizzata da Tom Morello
La chitarra più famosa utilizzata dal chitarrista americano è però probabilmente la “Arm The Homeless“, che ha completamente customizzato e modificato, ad esempio con pickup EMG e la whammy bar Ibanez Edge:
Ibanez Tremoloarm Edge Zero II 2TRX5B
EMG 81-8 Black
Tom ha suonato anche delle Telecaster, come la sua “Sendero Luminoso” che è una American Standard del 1982, delle Gibson Les Paul o la EDS 1275, ma anche chitarre D’Angelico e Ibanez.
Fender AM Ultra Tele RW Texas Tea
Gibson Les Paul Classic EB
Gibson Custom EDS 1275 CH
DAngelico Excel DC Tour Slate Blue
Ibanez AS2000-BS
Per quanto riguarda gli amplificatori, Tom ha utilizzato una Marshall JCM800 2205 a 50 Watt come testa assieme a un cabinet Peavey e un combo Marshall Lead 20 Model 5002. Ha usato però anche modelli come l’Orange Crush 12, per riscaldarsi nel backstage, il Music Man HD-130 o il Line 6 Flextone Plus.
Orange Crush 12
Venendo invece al mondo degli effetti, dove Morello è uno dei punti di riferimento, non possiamo non citare due pedali Signature a lui dedicati: il wah Dunlop Tom Morello Cry Baby e l’overdrive MXR Tom Morello Power 50:
Dunlop Tom Morello Cry Baby W B-Stock
MXR Tom Morello Power 50 Overdrive
Del marchio MXR Tom ha utilizzato anche il Phase 90 e M 222 Talkbox, ma anche pedali Boss come il TR-2 Tremolo, il DD-3 Digital Delay e il TU-3 Chromatic Tuner:
MXR Phase 90
MXR M 222 Talkbox
Boss TR-2
Boss DD-3T Digital Delay
Boss TU-3
Possiamo citare anche altri pedali che hanno fatto parte del suo rig come i Meris Ottobit Jr., il Polymoon o l’Enzo, lo Strymon Volante, il Way Huge Swollen Pickle MK IIS, il Digitech Whammy DT.
Meris Ottobit Jr. Pedal
Meris Polymoon
Meris Enzo Multi-Voice Synthesizer
Strymon Volante
Way Huge Swollen Pickle MK IIS
Digitech Whammy DT
Per alimentare tutti questi effetti Tom si è affidato a centraline come la Voodoo Lab Pedal Power 2 Plus o la Pedal Power 4×4:
Voodoo Lab Pedal Power 2 Plus
Voodoo Lab Pedal Power 4×4
Conclusione
Speriamo con questa breve carrellata di avervi dato un’idea della quantità di suoni sperimentati da Tom Morello, ma se volete provare anche voi a raggiungere il suo suono potete dare un’occhiata anche al nostro speciale. Vi consigliamo inoltre di seguirlo nel tour del suo home studio per saperne ancora di più, oppure di vedere questo speciale della serie Fender Signature Sessions dedicato alla Strat “Soul Power”.
Tanti auguri Tom, aspettiamo le tue prossime sperimentazioni!
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