Il Jukebox di Planet Guitar si accende anche questo mese, con l’obiettivo di proporvi dieci brani per arricchire i vostri ascolti e allargare i vostri orizzonti musicali. Due King del blues, Cory Wong, ma anche Jack White e i The Courettes: sono tantissimi i chitarristi che vi proporremo. Siete pronti con il vostro gettone? Ecco i dischi per chitarristi di settembre 2024!

B.B. King – Sweet Sixteen (Live in Africa) – 1974

Non c’è bisogno di presentazioni, se non il contesto: la tre giorni del festival tenutosi a Kinshasa (nell’allora Zaire) come contorno e tributo, che il nostro prese molto sul serio da headliner, allo storico incontro di pugilato tra Muhammad Ali e George Foreman, dell’ottobre del 1974. B.B. King imbraccia la storica Gibson ES-355 in noce scuro (produzione anno 1969).

Prima di agitarvi inutilmente, non cercate su Spotify le tracce del concerto perché trovereste soltanto questa Sweet Sixteen d’annata – perfetta e pomposa, dove la chitarra è un tutt’uno con vocione e big band, inclusa nella colonna sonora del documentario The Life Of Riley del 2012 – piuttosto ripescate l’evento musicale su Amazon Prime e sedetevi comodi con un rosso in poltrona. E toglietevi, se riuscite, dalla testa quel pazzo desiderio di acquistare una delle 100 copie numerate celebrative dello strumento appena prodotte presso il laboratorio artigianale Gibson, il Garage fiore all’occhiello di famiglia a Nashville. Un momento di storia del Novecento, un’Opera d’Arte.

Epiphone B.B. King Lucille

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Gibson BB King Lucille Legacy

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Albert King – Blues Power (Live at the Fillmore Auditorium) – 1968

“Everybody understands the blues…”. La lingua universale a cui si riferisce il secondo dei tre Re delle dodici battute è una lingua diretta, sfrontata, piena di aggettivi e note che sono sfaccettature ognuna diversa delle emozioni, forse anche più di quelle note attraverso la forbita e dettagliata lingua italiana. Quindi scriverne diventa anche più complicato, se non riduttivo. Era ora venisse ripescato dagli archivi e consegnato ai vinili questo concerto al Fillmore di San Francisco, la quintessenza di quel suono operaio ma dritto allo stomaco, peculiare per la sequenza allucinante di bending scavati nel manico che puoi riconoscere The Blues Boy lontano mezzo secolo di miglia.

Scelgo per voi il pezzo più cattivo, più rock nel senso postcontemporaneo del termine, più vero e sincero, dialogato e musicato; il pezzo che porta il pubblico sul palco. Lo scelgo, vi scrivo e intanto lo riascolto. E sappiatelo: se non lo suonate “sottosopra”, con Gibson Flying V asimmetrica in ciliegio, fingendovi anche solo mancini… beh, non siete nessuno. Anche perché il pensiero che l’originale (insieme alla “Lucy” firmata Dan Erlewine e la Flying V King del ’59 smarrita e poi ritrovata) siano oggi di proprietà di un attore del livello di Steven Seagal fa effetto, e non poco. E ci rende tutti più umani.

Epiphone Flying V Korina Aged Nat. LH

Epiphone Flying V Korina Aged Nat. LH

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The Courettes – Stop! Doing That – 2024

Sono solo canzonette, ma proprio per questo in una playlist non possono mai mancare. Ci fanno respirare e/o ci strappano un sorriso. Diciamo che sono un po’ gli interludi del nuovo millennio che anche il buon chitarrista deve saper sopportare, magari imparando qualcosa dalla vena sbarazzina, ma comunque rock-retrò come nel caso di ciò che si trova dentro il nuovo disco di questo strambo duo.

Lei brasiliana (voce e chitarra) e lui danese (batteria e backing vocals), marito e moglie che non si sa bene come si siano trovati e conosciuti, travolti dall’onda della musica che ascoltavano i nostri genitori. Riffetto, effetto, arpeggio e ritornello. A me pare un tocco di fresco su una parete alla quale è stato appoggiato lo stesso armadio per mezzo secolo, sostituito da un comò che luccica con sopra appoggiata la Silvertone 1446 laccata in bianco e nero di Flavia – sempre ben spolverata – con paletta patinata pronta per la Milano Fashion Week.

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Todd Rundgren – Heavy Metal Kids – 1974

Kinks, Steppenwolf, Blue Cheers, Judas Priest e la solita domanda: chi ha davvero inventato l’heavy metal? Sicuramente non quel pazzo, ma precursore, di Todd Rundgren, polistrumentista e sperimentatore da un paesino del Delaware agli Utopia, e persino produttore di grande fama che si è speso con successo anche per The Band, Grand Funk, New York Dolls, Patty Smith e Bad Religion.

Però – scritto grande come una casa – piazza il colpo nel suo terzo lavoro solista quando ancora l’heavy non è certo per bambini che perdono la testa per le copertine patinate con mostri fantasy e colori sgargianti. Un disco surreale con una traccia epocale, che rimarrà un cavallo di battaglia anche nelle sue più recenti esibizioni, con in braccio la Gibson Eric Clapton’s Custom-Painted SG disegnata che è una meraviglia. Soltanto che la sua, quella di Todd, fu proprio quella di Eric, il quale la regalò a George Harrison, il quale la regalò a un artista emergente (mai emerso) che la vendette all’intenditore Todd. Suonatela questa canzone, e cantatela pensando a chi ne ha ripreso lo stile…

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Fantastic Negrito – Crooked Road – 2024

Bisogna essere onesti, le discografie americane di soul-rock fatto e suonato bene sono piuttosto fornite. Quando di mezzo c’è Xavier Amin Ddhrepaulezz ciò che ne guadagna è sempre un certo livello di credibilità, legato com’è alle sue radici, a partire dalla sua Epiphone ispirata alla Century Archtop del 1966 con la quale può praticamente fare di tutto. Ha conquistato il successo partendo due volte dal nulla, e può permettersi di strizzare l’occhio anche una certa disco tutta cassa anni ’70 senza lasciare per strada la forte matrice black che ha rappresentato il picco del genere. L’esempio perfetto è rappresentato da Crooked Road, confezionata ad arte anche per gli ascoltatori occasionali, che se soltanto la cantasse Curtis Harding farebbe da colonna sonora alle pubblicità di Gucci.

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Drive-By Truckers Gravity’s Gone – 2006

Mike Cooley e Patterson Hood hanno avuto, a un certo punto del nuovo secolo, la grande idea si scrivere una nuova Southern Rock Opera, ma alla loro maniera: metterci dentro un po’ di tutto, mantenendo la loro etichetta primaria. Cioè che i Drive-By Truckers siano una scarnissima cosa tutta americana fatta da una ritmica Baxendale Custom (dal suono a grattugia, spurio, unico nel suo genere) e una seconda ritmica capace di conquistarsi qualche angolo solista da scegliersi tra una Les Paul Goldtop e una SG Standard.

Dentro questa opera, molto concreta, non immaginate nulla che abbia a che fare con teatri o orchestre, spuntano un po’ tutti i riferimenti che il genere deve contenere. Sono, a conti fatti, i suoni dei cercatori d’oro della seconda generazione rock (quella post sbornia country) una volta costruita la chitarra elettrica. Tra Alabama e Virginia, l’avrete già capito. Il pezzo arriva fino in California, dove la terra poi finisce, in zona Creedence Clearwater Revival. Si, insomma, l’avrebbe potuta scrivere e splendidamente interpretare John Fogerty in persona, dandogli persino il tocco magico della hit-single nei gloriosi anni che furono.

Gibson Les Paul 57 Goldtop DB VOS

Gibson Les Paul 57 Goldtop DB VOS

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Gibson SG Standard HC

Gibson SG Standard HC

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Cory Wong King Bozzi – 2024

Non l’ho ancora bene inquadrato questo chitarrista, speso e applaudito da anni nei jazz festival più cool degli Stati Uniti, nominato ai Grammy, capace di riempire arene grazie al suo funk acrobatico. Forse un po’ troppo di maniera (dall’alto delle sue riconosciute qualità e della sua Strato blu con lustrini) o forse un po’ troppo dimostrativo.

Sta di fatto che dal nuovo lavoro Starship Syncopation estraggo questa King Bozzi perché racchiude tutto. La ritmica hi-fi, il pizzicato fusion, il tema orchestrale di un artista sicuramente pretenzioso, amatissimo anche sul web, che non ha paura di metterci la faccia e sembrare a tratti fuori dal tempo. Cioè, trovo davvero particolare il fatto che si possa uscirne ingannati nel cercare di inserire bene nella linea temporale la datazione di un certo tipo di repertorio. Vi stupireste se questo brano fosse del 1978, del 1988, del 1998 invece che di questi giorni? Rispondeteci.

Fender Cory Wong Strat SBT

Fender Cory Wong Strat SBT

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Pixies – Chicken – 2024

Un giro di basso low-tempo, e una nuova assurda canzone dei Pixies è servita. Lo sfondo è tutto per lo psycho-fill tipico di Joey Santiago, che dovete assolutamente riprendere su YouTube in uno dei suoi tutorial registrati in bagno a bordo doccia, lui e la sua Gibson ES-345 del 1965.

Dal nuovo album in uscita in questi giorni, The Night The Zombies Came, tutta la capacità di essere se stessi, modello a suo tempo di centinaia di band alt-rock d’inizio anni ’90 senza dover mai urlare a squarciagola. Arpeggino e ricamino, mano ispanica, accompagnamento mentre “…i’m just runnin’ round in circles…” come canta Black Francis, come un pollo senza testa, come un brano magari facile facile, ma scritto esattamente per come potrebbe sentirsi un cinquantenne di oggi, disorientato dalla valanga social e bisognoso di qualcosa di cerebrale da continuare a canticchiare mentre sali e scendi dalla macchina tra le mille faccende dell’inutile incedere quotidiano. E’ una dote, anzi direi più una virtù, anche questa.

Gibson ES-345 60s Cherry

Gibson ES-345 60s Cherry

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Jack White – Tonight (Was A Long Time Ago) – 2024

Lascio a voi il giudizio, ovvero se Jack Whiteoltre a lanciare la linea Signature con Fender, Stratocaster Triplecaster e elettroacustica Acoustasonic Triplesonic – si sia rimesso in marcia con il nuovo lavoro pubblicato inizialmente soltanto in alcuni store di Detroit (eccolo, il tributo alla città del garage-punk che comunque ha segnato la linea di demarcazione del suo suono, leggi l’epica degli MC5) sotto mentite spoglie. Si intitola No Name è sa tanto di un tentativo di ritorno agli antichi fasti, soprattutto circa la scrittura. Io dico che tutto sommato convince, come chitarrista sui generis c’è poco da discutere, e mi tengo strette le sue riletture moderniste folk-blues. Scelgo per voi però un brano che parte mettendo insieme un riff stop&go stile AC/DC e una sezione ritmica seventies che sembra un incipit dei Free: Tonight è dritta il giusto, appassionata il giusto, e infine sprigiona il ritornello, melodico e sincopato, che cerca nuovo pubblico rock. Sempre che esista.

Fender LTD Jack White Triplecaster BK

Fender LTD Jack White Triplecaster BK

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Fender LTD Jack White Triplesonic WB

Fender LTD Jack White Triplesonic WB

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Fender Jack White Pano Verb Amp

Fender Jack White Pano Verb Amp

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Linkin Park – The Emptiness Machine – 2024

Oltre 1 milione di stream in 12 ore dal momento della pubblicazione il 5 settembre scorso, la novità è la voce dell’apprezzata Emily Armstrong. Shinoda e Delson ci sono ancora; Paul Reed Smith CE 24 e Custom 24 sullo sfondo insieme a una produzione mastodontica. Il nuovo disco si chiama From Zero ed è un manifesto d’intenti non solo per fedelissimi in uscita il 15 novembre prossimo. Finita la recensione. Vado a streammare anch’io qualcosa di nu metal, ma quello che piace a me che sono fatto strano.

PRS SE CE 24 TU

PRS SE CE 24 TU

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PRS SE Custom 24 CH

PRS SE Custom 24 CH

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Luca Fausto Momblano