Doyle Bramhall II ha il sangue “blues”, una nobiltà ereditata dall’omonimo padre, che è stato il batterista di Lightnin’ Hopkins, Freddie King e ha suonato con Jimmie e Stevie Ray Vaughan. Di cose buone, però, questo figlio d’arte, ne ha fatte parecchie anche da solo, a prescindere dall’aristocratica parentela: ha formato gli Arc Angels con Charlie Sexton, ha militato nelle band di Eric Clapton (con cui tuttora collabora), Roger Waters, è stato apprezzato sessionista negli album di Sheryl Crow e Susan Tedeschi e ha pubblicato alcuni dischi da solista di successo. Amante delle contaminazioni tra generi, si è sempre distinto per la ricerca di sonorità nuove e si è spesso immerso in progetti sorprendenti e inusitati. Eccolo quindi in quest’ultima veste come personaggio perfetto per la nostra rubrica speciale di Planet Guitar, Le Dieci Canzoni.
Long Time to Wait di Boyd Tinsley, 2003
L’ex violinista della Dave Matthews Band incrocia uno dei chitarristi più vicini a SRV
Contenuta nel bellissimo True Reflections, la sontuosa Long Time to Wait evidenzia l’originale stile a metà strada tra Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan di Doyle Bramhall II, chitarrista eclettico dal tocco dolce e potente.
Curiosità
True Reflections, brano omonimo del disco, ha travalicato i confini del Boyd Tinsley solista per finire spesso nella scaletta live della Dave Matthews Band. E proprio Dave Matthews figura come ospite nella canzone, insieme al nostro Doyle, presente in ben sei altre tracce dell’opera.
I Should Have Sent Roses di Elton John & Leon Russell, 2010
Il duo John/Russell si aggiudica le prestazioni di un ispirato Bramhall
Elton John e Leon Russell confezionano, ritrovandosi dopo tanto tempo, uno degli album più belli del nuovo secolo. Nella tracklist spicca un piccolo capolavoro intitolato I Should Have Sent Roses, ove si insinuano con leggiadria il basso di Don Was e la sei corde di Doyle.
Curiosità
Il chitarrista texano offre il suo importante contributo pure nei morbidi ritmi black di Hearts Have Turned to Stone, altro brano di punta di Union.
Vous Madame di Johnny Hallyday, 2007
Il leggendario pop singer francese si mostra in una veste inusuale
Blues, gospel e r&b convivono in un sorprendente pezzo, interpretato con grande trasporto dall’autore transalpino, in cui la slide di Bramhall evoca paludi fangose sotto a un cielo minaccioso.
Curiosità
Le Coeur d’un homme, pubblicato nel 2007, ottiene grande successo in Francia e Belgio grazie anche alla partecipazione della crème dei musicisti blues a stelle e strisce: si va da Taj Mahal e Tony Joe White a Keb’ Mo’, passando per Greg Leisz e, appunto, Doyle Bramhall II, attivo con la sua storica Gibson 2002 ’58 Reissue Les Paul Jr Double Cut Lefty pure nel brano Sarbacane.
Gibson LP Junior 58 DC TVY VO B-Stock
Bullet and a Target con Citizen Cope, Live at Crossroads Guitar Festival, MSG, NYC, US, 2013
Un duetto da favola nella splendida cornice del Madison Square Garden
Il Crossroads Guitar Festival, fin dalla sua prima edizione ufficiale del 2004, incarna la quintessenza del mondo chitarristico e diventa vetrina speciale per musicisti meno noti che meriterebbero ben altro spazio nello showbiz. Citizen Cope, brillante autore con la sei corde sempre a tracolla, è uno di questi e la sua splendida Bullet and a Target brilla di nuova luce per merito di Doyle.
Curiosità
Sia Sheryl Crow, sia Carlos Santana, artisti leggendari molto vicini a Bramhall, hanno coinvolto Cope nei loro album 100 Miles from Memphis e Shaman per un’accorata rilettura del suo brano Sideways.
The Feelin’s Gone di Ritchie Kotzen, 1999
Una delle partnership più belle, tra due virtuosi complementari e appassionati
Ritchie Kotzen è una leggenda della chitarra hard rock e heavy metal: oltre ad avere una lunghissima carriera solista alle spalle, è stato membro di gruppi come Mr.Big e Poison. Nel suo intensissimo Break It All Down figura questa gemma insieme a Doyle, caratterizzata dall’indiscutibile abilità tecnica di due musicisti straordinari.
Curiosità
In The Feelin’s Gone, Bramhall non si ferma all’amata Strato del ’64. Suona la batteria, il basso, la chitarra acustica e lascia il segno con le sue leggiadre armonie vocali. Che desiderare di più?
Spanish Castle Magic con Jonny Lang & Chris Robinson, Birmingham, AL, US, 2014
Con Jimi nel cuore!
Come si sarebbe evoluto l’universo chitarristico senza Jimi Hendrix? L’ottava edizione dell’Experience Hendrix Tour, tenutosi nel 2014, ha una lineup incredibile, da Buddy Guy a Eric Gales. Poteva mancare il “mancino di Dallas”?
Curiosità
Jonny Lang e Rich Robinson sono grandi amici di Bramhall e spesso hanno condiviso il palco insieme a lui. Rimane memorabile uno show con Doyle e il leader dei Black Crowes allo Shepherd’s Bush Empire di Londra in un gelido febbraio del 2015. La loro torrida versione di Hey Gipsy Boy (guarda caso ecco ancora Hendrix!) ha riscaldato un pubblico in visibilio.
P.D.A. (We Just Don’t Care) di John Legend, 2006
Una delle partnership meno conosciute
Umile e dannatamente talentuoso. Quando c’è bisogno di collaudati session man, il nostro Doyle, se incuriosito dal progetto, non si tira mai indietro. Eccolo lasciar traccia con la sua sei corde in uno degli episodi più famosi di John Legend.
Curiosità
Oltre a P.D.A. (We Just Don’t Care), Once Again contiene altre hit come Save Room e Heaven. Il disco si rivela un successo planetario con Bramhall protagonista, inoltre, in Again e Coming Home.
Take It Back to Texas di Marc Benno, 1990
Vent’anni e classe già da vendere
Doyle Bramhall Senior è il batterista prescelto per Take It Back to Texas, disco di Marc Benno uscito nel 1990. Il figlio, Doyle Bramhall II, poco più che ventenne, vi suona chitarra, basso e si cimenta ai cori appena prima di buttarsi a capofitto nel progetto Arc Angels.
Curiosità
Take It Back to Texas è l’album “dimenticato” di un songwriter statunitense che meriterebbe ben più riscontro. Noto per aver lavorato con i più grandi, da Eric Clapton e Albert Lee a Stevie Ray Vaughan, Marc Benno compare inoltre come secondo chitarrista, accanto a Robby Krieger, in gran parte di un’opera memorabile, L.A. Woman dei Doors.
(Cash + Sin) Mr King di Nerina Pallot, 2005
La ristampa di Fires regala una sorpresa
La cantautrice inglese Nerina Pallot ci regala una perla in occasione della recente ristampa con inediti, demo e B sides realizzata ad Aprile 2024 del grazioso Fires, riuscito tentativo di abbinare l’alt rock al pop. La bellissima Mr King si impreziosisce di un delizioso intro a cura del collega Bramhall II.
Curiosità
“Questa versione è la storia completa di Mr King. Sono stata molto fortunata: l’amico Doyle Bramhall 2 ha impreziosito questa registrazione con la sua bellissima voce e il suo straordinario modo di suonare la chitarra, e nel corso degli anni mi ha sempre detto le parole giuste al momento giusto per mantenermi sulla strada della scrittura e non perdere la fiducia”. Ecco come presenta la canzone Nerina Pallot, direttamente dalla sua pagina Facebook ufficiale.
Presence of the Lord con David Hidalgo, live at Beacon Theatre, NYC, US, 2018
Due chitarristi top per un brano struggente e intenso
Il chitarrista texano si unisce all’illustre David Hidalgo, deus ex machina dei Los Lobos, per una splendida rivisitazione di un classico dei Blind Faith, Presence of the Lord. Riff arcigni alternati a fraseggi delicati rendono ancora una volta speciale una delle più belle canzoni scritte da Clapton.
Curiosità
Il wah wah di Doyle con la sua Heritage H-535 vale da solo il prezzo del biglietto. Nel tour 2024 Eric Clapton, proprio con Bramhall nella band, torna ad eseguire come solista questa canzone dopo tanti anni (escludendo la sua reunion con Steve Winwood tra il 2008-2011).
Heritage Guitar H-535 OSB
Extra: Remembrance di Robbie Robertson, 2019
L’ex leader di The Band si circonda di pregiati chitarristi per uno strumentale da brividi
L’ultimo album dell’indimenticabile Robbie Robertson è un saliscendi di emozioni, con tracce malinconiche, evocative dei tempi passati e alcuni moderni rock and roll, arrangiati dalla sua mano sapiente. Forse il punto più alto giunge nell’inaspettato finale, con le toccanti Beautiful Madness, Praying for Rain e l’inserimento inaspettato di una bonus track di grande impatto, perfetta chiusura di un disco da riscoprire. Remembrance spalanca le porte della malinconia, in un viaggio a ritroso per ricordare un amico che non c’è più, con un’eterea programmazione d’archi, tastiere quasi spettrali, chitarre struggenti e un’armonica letale.
Curiosità
La composizione appare anche nei credits del bellissimo film The Irishman, e rappresenta un episodio imprevisto nella carriera di Bramhall, coinvolto proprio all’ultimo momento nella registrazione insieme all’amico Derek Trucks. E proprio l’acclamato “Re della Slide” incarna il personaggio perfetto per Le Dieci Canzoni. Una nuova, palpitante puntata della serie unica e speciale di Planet Guitar, sta cominciando a prendere forma.
Stay tuned!
To be continued…
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