Spesso mi viene chiesto come funzionano gli effetti di modulazione. È facile perdersi e non riuscire a capire che tipo di apporto possono dare al nostro suono questi effetti. Avendo a disposizione il bellissimo Kernom Elipse, ultima creazione della ditta francese, ho deciso insieme a Paul Audia, di fare una panoramica sulle modulazioni. Per chi volesse invece una panoramica più tecnica su chorus, flanger e phaser, può recuperare il nostro articolo dedicato qui. Buona lettura!

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Il pedale

Abbiamo già parlato del Kernom Elipse in occasione del suo lancio allo scorso NAMM 2025. Il pedale offre il massimo della versatilità e del controllo, oltre alla possibilità di memorizzare e richiamare via MIDI i preset salvati. La resa sugli effetti selezionabili è davvero stupefacente e l’innovativo controllo Mood consente il morphing tra tipi di effetti vicini ed è quindi destinato a fornire nuovi colori sonori. 

Le modulazioni disponibili sono Tremolo, Rotary, Chorus/Vibrato, Flanger, Phaser e Vibe. 

Andiamo a vedere insieme le caratteristiche di questi effetti, con una piccola guida all’ascolto per una panoramica più concreta. 

Kernom Elipse Modulation

Kernom Elipse Modulation

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Tremolo 

La prima modulazione ascoltata nella musica moderna è stata il tremolo. Questo effetto non è sempre considerato una modulazione, perché non incide sull’intonazione e sull’onda sonora; il tremolo infatti agisce sul volume, abbassando e rialzando il segnale di uscita. 

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Il primo è stato realizzato nel 1946 con il nome di  DeArmond Tremolo Control. Si tratta del primo effetto indipendente della storia, ma non del primo pedale; questo primato spetta al Maestro Fuzztone FZ-1!  

Potete ascoltare il DeArmond Tremolo in Rumble di Link Wray e in Rebel Rouser di Duane Eddy. In tempi più recenti l’effetto è stato usato ad esempio nel verse di Gasoline degli Audioslave da Tom Morello, oppure nella iconica intro di Boulevard Of Broken Dreams dei Green Day.

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Rotary

Questo effetto fu presentato più o meno nello stesso periodo del DeArmond Tremolo. La versione più popolare deriva dall’organo Hammond e dall’altoparlante rotante Leslie, inserito in un grande mobile di legno. Ruotando, emette il suono a 360 gradi creando un tipo di modulazione chiamata Doppler. Per farvi capire meglio pensate a ciò che accade ad esempio, quando siete in piedi per strada e passa un’ambulanza. Il suono della sirena si modula a causa della distanza e del movimento. 

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Potete ascoltarlo chiaramente in Echoes dei Pink Floyd, in Black Hole Sun dei Soundgarden o in One degli U2.

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Univibe

È stato introdotto nel 1968 e l’avrete sicuramente visto sul palco insieme a chitarristi come Jimi Hendrix e Robin Trower. È un suono particolare, che molti dei musicisti che l’hanno usato in origine scambiarono per un rotary, ma in realtà non è esattamente la stessa cosa. L’univibe fa qualcosa di completamente unico.

L’inventore, Fumio Mieda, fu un brillante ingegnere giapponese che prese l’ispirazione per questo suono da un ricordo… Mieda voleva ricreare il suono delle onde radio che rimbalzano nell’atmosfera, facendole entrare e uscire di fase, come le sentiva da bambino in Giappone durante la guerra. Il risultato fu un pedale chiamato Univibe Chorus Vibrato, che sicuramente ha creato un po’ di confusione sul suo effettivo utilizzo. Non è un vero e proprio chorus. Non è un phaser. È qualcosa di completamente diverso, qualcosa che simula delle pulsazioni sul suono. 

Possiamo affermare che l’univibe sia l’effetto madre di tutte le modulazione moderne. 

Potete ascoltarlo nella iconica Machine Gun di Jimi Hendrix!

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Phaser

Nel 1974, un’azienda di Rochester, New York, chiamata MXR, si presentò sul mercato con il Phase 90, il loro primo prodotto. Venne accolto dai musicisti con grande entusiasmo e per questo lo possiamo annoverare come il phaser più riconoscibile mai realizzato. 

Ma come funziona? Immaginate due forme d’onda a specchio. Quella superiore rappresenta il segnale pulito. Il phasing crea una versione a 180 gradi della suddetta forma d’onda (rappresentata sulla linea inferiore) che in realtà è assolutamente silenziosa. Qui entra in gioco la magia dell’effetto sotto forma di un LFO, che è un tipo di oscillatore che muove la forma d’onda inferiore. Immaginate che questa linea scivoli avanti e indietro sotto il segnale pulito. In questo modo si ottiene il suono tipico del phaser.

Come forse saprete uno dei grandi utilizzatori fu Eddie Van Halen; nella sua Ain’t Talking Bout Love potete riconoscere con chiarezza l’effetto. Un altro fulgido esempio è la chitarra di Jimmy Page in No Quarter dei Led Zeppelin.

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Flanger

Eccoci arrivati al Flanger, uno degli effetti più popolari negli anni Settanta. In pratica, l’effetto flanger si crea quando lo stesso segnale viene mixato insieme e uno dei viene leggermente ritardato, di solito di circa 20 millisecondi. È appena appena fuori tempo. I due segnali combinati si alimentano a vicenda, creando un loop di feedback della linea di ritardo che stratifica il suono. Si potrebbe pensare a diversi strati di suono, alcuni in movimento, altri fermi, ma tutti uniti in una straordinaria esperienza sonora.

Potete apprezzare questo effetto in brani come Whatever You Want degli Status Quo, in Run Like Hell dei Pink Floyd oppure nel bridge di Are You Gonna Go My Way di Lenny Kravitz!

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Chorus

Il chorus è forse l’effetto più comune fra le modulazioni; se vi chiedessi “nominate un pedale di modulazione”, probabilmente la maggior parte di voi risponderebbe chorus. Ha vissuto il suo apice negli anni Ottanta, quando praticamente ogni chitarra con un suono pulito aveva un chorus inserito! 

Rispetto al phaser o soprattutto al flanger, il chorus è piuttosto semplice. In pratica, il segnale pulito viene miscelato con un segnale modulante che agisce sull’intonazione di ciò che si sta suonando. A differenza del tremolo, che sposta il volume, il chorus si limita a spostare leggermente l’intonazione della nota, a una velocità che si imposta con il controllo di rate e una depth che controlla la quantità di segnale modulante rispetto al segnale pulito.

Il primo brano che mi viene in mente quando parlo del chorus è Come As You Are dei Nirvana. Ce ne sono a centinaia, ma se posso consigliarvene un altro paio direi Walking On The Moon dei The Police e la struggente Purple Rain di Prince!

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Vibrato

Brevissimo cenno sul Vibrato. Perché brevissimo? In pratica se il chorus è la combinazione delle due forme d’onda, pulito ed effettato, il vibrato è solo la parte modulata. Tutto qui. La leva che usate sulla chitarra si chiama vibrato perché agisce al 100% sul suono e ne altera l’intonazione.

Considerazioni finali sugli effetti di modulazione

Gli effetti di modulazione rappresentano un mondo tutto da scoprire. Al di là dei tecnicismi su come ognuno di questi effetti lavora, ciò che conta è la pratica e l’orecchio. Il mio consiglio è di ascoltare le atmosfere sui dischi e di giocare il più possibile con i vostri pedali. L’esperienza diretta forma la vostra sensibilità musicale e vi permette di costruire il vostro suono con un uso sempre più consapevole dei colori che l’effettistica mette a disposizione. 

Buon divertimento!

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Matteo Bidoglia