Care lettrici e cari lettori di Planet Guitar, questa volta ci siamo spinti nell’insidiosissimo territorio del “meglio valvolare o digitale?”. Se qualche anno fa il confronto a livello sonoro era quasi impietoso, oggi la tecnologia ha fatto dei veri propri passi da gigante per colmare un gap che pareva non ridursi mai. Da decenni, la Fender produce amplificatori che sono diventati pietre miliari per chitarristi di ogni genere musicale. Due modelli che rappresentano due approcci diversi alla produzione del suono sono il Fender Blues Deluxe Reissue e il Fender Deluxe Reverb Tone Master. In questo articolo, analizzeremo a fondo le differenze tra questi due amplificatori, concentrandoci sul suono prodotto da un amplificatore valvolare, il Blues Deluxe rispetto a uno che sfrutta la tecnologia di simulazione con risposta all’impulso (IR), il Tone Master. 

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Ulteriori informazioni

Fender Blues Deluxe Reissue: L’amplificatore valvolare

Il Fender Blues Deluxe Reissue è un amplificatore che appartiene alla linea “Hot Rod” di Fender, una gamma ben nota per la sua qualità e accessibilità per i musicisti. Questo modello è una versione aggiornata del classico design del Fender Tweed Bassman, famoso per il suo suono caldo e organico. 

I suoi 40 watt di potenza e il suo cono da 12” garantiscono tutto il volume e la potenza di cui un chitarrista può avere bisogno. Non è eccessivamente pesante, ma bisogna pur sempre sollevare 24 kg per poterlo scarrozzare alle prove o ai concerti. Le 3 valvole preamplificatrici 12AX7 e le 2 6L6 del finale, giocano un ruolo fondamentale nel creare il suono e la risposta dinamica di questo amplificatore.

Il Blues Deluxe offre un clean molto brillante e aperto e un crunch che ricorda il suono corposo e ricco di armoniche degli amplificatori Fender degli anni ’50 e ’60. Un’altra caratteristica distintiva del Blues Deluxe è il riverbero a molla, una tecnologia analogica che crea un effetto di riverbero molto naturale e piacevole, perfetto per aggiungere profondità e spazialità al suono.

Fender Blues Deluxe Reissue

Fender Blues Deluxe Reissue

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Fender Deluxe Reverb Tone Master: La tecnologia digitale

Il Fender Deluxe Reverb Tone Master rappresenta un’altra innovazione nel campo degli amplificatori, basandosi su una tecnologia digitale avanzata che simula accuratamente il suono di un amplificatore valvolare. La particolarità del Tone Master è l’utilizzo della tecnologia IR (Impulse Response) per creare una simulazione altamente precisa dell’interazione tra amplificatore e altoparlante, rendendo il suono molto realistico. Dispone di una potenza di 100 watt (equivalenti a circa 22 watt valvolari), un cono da 12” Jensen N-12K e il suo peso è di soli 10kg. 

Il Tone Master ha il grande vantaggio di simulare il suono del Deluxe Reverb senza dover dipendere dalle valvole. Questo significa che può essere utilizzato a volumi più bassi senza perdere la qualità del suono. La tecnologia digitale consente una modellazione molto accurata, e Fender ha fatto un ottimo lavoro nel catturare l’essenza del classico Deluxe Reverb.

Il canale Vibrato del Tone Master simula anche il famoso tremolo a valvole del Deluxe Reverb originale. Mentre il riverbero digitale è progettato per replicare il riverbero a molla in modo estremamente fedele. Uno dei vantaggi del Tone Master è la sua capacità di mantenere un suono pulito e cristallino anche a volumi bassi, qualcosa che può essere difficile da ottenere con un amplificatore valvolare.

Fender Tone Master Deluxe Reverb

Fender Tone Master Deluxe Reverb

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Il confronto

Per dar vita a questo confronto abbiamo microfonato gli ampli con due Shure SM57 e abbiamo optato per due chitarre che offrissero suoni diversi: una Gibson R8 e una Franchin Mercury con configurazione HSS. Per velocizzare i cambi di sonorità fra i due amplificatori abbiamo usato un Harley Benton Custom Line Dual Loop Switch.

Sui suoni clean abbiamo constatato una maggior completezza in termini di frequenze del Blues Deluxe Reissue. Il Tone Master è risultato molto credibile ma con qualcosa in meno in termini di ricchezza di armoniche. Entrambi si fanno apprezzare per il calore del suono.

Inserendo nella catena un Cornerstone Colosseum in modalità BB possiamo apprezzare un’incredibile dinamica nel Blues Deluxe e un suono più compresso e controllato nel Tone Master. La risposta al playing in questa modalità sembra appannaggio del valvolare. Concludiamo attivando un Cornerstone Nero Fuzz. La compressione del pedale fa sì che le differenze dinamiche spariscano e rimanga solo una diversità nello spettro di frequenze. Il Blues Deluxe appare più brillante ma nonostante questo il Tone Master si difende egregiamente come risposta e suonabilità. 

Harley Benton Custom Line Dual Loop Switch

Harley Benton Custom Line Dual Loop Switch

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(72)
Cornerstone Colosseum Dual Overdrive

Cornerstone Colosseum Dual Overdrive

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Cornerstone Nero Fuzz/Overdrive

Cornerstone Nero Fuzz/Overdrive

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Conclusioni: vantaggi e svantaggi

In linea generale possiamo fare un riassunto dei pro e dei contro dei due amplificatori.

I vantaggi dell’amplificatore valvolare sono:

  • Dinamica naturale: Come detto, la risposta al tocco è organica e progressiva. Se si cercano espressività e controllo del suono indubbiamente il valvolare ha qualcosa in più.
  • Complessità del suono: Le valvole sono notoriamente in grado di generare suoni più ricchi e musicali rispetto agli amplificatori a stato solido o digitali.
  • Risposta armonica: Quando le valvole si spingono al limite, il suono che producono è pieno di armoniche e ricco di carattere.

Gli svantaggi dell’amplificatore valvolare sono invece:

  • Manutenzione: Le valvole sono componenti delicati che si usurano nel tempo e richiedono manutenzione o sostituzione periodica. Questo può essere scomodo e costoso, soprattutto per musicisti che suonano spesso dal vivo.
  • Peso: Gli amplificatori valvolari, come il Blues Deluxe, tendono ad essere pesanti, il che può rappresentare un problema per il trasporto.
  • Saturazione a volume elevato: Per ottenere il classico “overdrive valvolare”, è spesso necessario suonare a volumi piuttosto alti, il che può essere problematico in situazioni live o in casa.

Ora vediamo quali sono i vantaggi dell’amplificatore digitale:

  • Praticità e portabilità: Il Tone Master è significativamente più leggero rispetto a un amplificatore valvolare equivalente, rendendolo molto più facile da trasportare per le esibizioni dal vivo o per l’uso quotidiano.
  • Volume gestibile: Grazie alla tecnologia digitale, è possibile ottenere toni saturi anche a volumi bassi, il che lo rende ideale per l’uso in casa o in studio.
  • Assenza di manutenzione: Non ci sono valvole da sostituire o riparare. Il Tone Master ha solo bisogno degli aggiornamenti firmware, scaricabili con un cavetto USB.
  • Output diretto con simulazione di altoparlante: Il Tone Master è dotato di un’uscita DI con simulazione di altoparlante tramite IR. Il che lo rende ideale per le situazioni di registrazione domestica o esibizioni live dove non è necessario microfonare l’amplificatore.

Gli svantaggi dell’amplificatore digitale invece:

  • Mancanza di feel valvolare: Anche se il Tone Master fa un ottimo lavoro nel simulare il suono di un amplificatore valvolare, alcuni chitarristi potrebbero percepire una mancanza di feeling rispetto all’originale. La risposta dinamica di un amplificatore digitale, per quanto avanzata, non sempre riesce a eguagliare la complessità e la progressività di una valvola.
  • Carattere sonoro meno organico: Nonostante la grande accuratezza delle simulazioni, il suono digitale può risultare leggermente meno complesso e pieno di armoniche rispetto a un amplificatore valvolare.

Come abbiamo detto nel video la scelta finale fra i due va presa mettendo sulla bilancia tutte le considerazioni fatte. Io personalmente amo gli amplificatori valvolari e ne posseggo diversi. Ma, per questioni di comodità, ho acquistato il Tone Master che mi garantisce, in determinate situazioni, un ottimo suono e una versatilità di utilizzo impareggiabile.

Spero che questo contenuto vi sia stato utile e abbia in qualche modo risposto ad alcuni vostri dubbi sull’annosa questione “meglio valvolare o digitale?

Un caro saluto.

Matt

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Matteo Bidoglia