Jeff Beck ha lasciato un vuoto incolmabile, andandosene improvvisamente nel gennaio 2023. Un artista unico e indimenticabile. Geniale e guascone, se non imbracciava una sei corde lo si poteva sicuramente trovare a bordo di una hot rod, l’altra sua passione. Auto speciali da riparare, oppure una chitarra su cui declinare i propri sentimenti, questo era il succo di vita di Jeff. Fraseggi e  tocchi felpati, accanto a riff di straordinaria irruenza: dolcezza e furore, lacrime e sangue versati in una discografia inusuale e imprevedibile, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e inarrivabile. E anche le sue performance in studio e live come special guest hanno evidenziato questa incredibile vivacità, un cantiere di suoni in costante contaminazione. Amiche e amici di Planet Guitar, eccoci pronti a una nuova puntata intrigante della nostra rubrica esclusiva Le Dieci Canzoni.  

Jeff Beck e la sua Fender Stratocaster Olympic White on stage
© ZUMA Press, Inc. / Alamy Foto Stock

You’re the One di Kate Bush, 1993

I soli lancinanti di Beck in un album da non dimenticare della meravigliosa Kate Bush

The Red Shoes è un disco nato in un periodo straziante per Kate Bush. All’inizio degli Anni Novanta la regina dell’art rock deve affrontare la perdita della madre e del suo chitarrista Alan Murphy, riversando tutte le angosce nella musica. Tuttavia, come spesso capita nel mondo delle sette note, scrivere canzoni ha un effetto curativo, con l’ispirazione pronta a camminare maledettamente a braccetto insieme alla tragedia. You’re the One è l’ultima traccia e chiude magnificamente l’opera grazie alle gesta di Jeff Beck, perfettamente inserito con i suoi “soli” disperati nella melodia del brano.  

Curiosità

“È la chitarra più brutta che abbia mai visto”, sarebbero state le parole di un’inorridita Kate Bush di fronte alla Surf Green Strato di Jeff usata per la sessione, o almeno così racconta lui divertito nella sua biografia Hot Wired Guitar curata da Martin Power.

Squier Affinity Strat Laurel SG

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54-46 Was My Number di Toots and the Maytals, 2004

Il re del reggae ospita la sei corde ispirata di un vero fan del genere 

True Love è una raccolta di classici dei mitici Toots and the Maytals rivisitati con ospiti speciali. E per l’occasione la storica 54-46 Was My Number (1969) rivede la luce insieme alle schitarrate del buon Beck. Una canzone davvero tosta nella quale Toots Hibbert, dopo aver trascorso un anno in prigione, racconta la sua esperienza dietro le sbarre e trasforma sgomento e rabbia in eccitazione e redenzione, ottenendo uno dei primi successi internazionali.

Curiosità 

La sorprendente versione di She’s a Woman in Blow by Blow (1975) evidenzia già tutto l’amore per il reggae di Jeff, che negli anni si è ripetutamente cimentato nel genere, contaminandolo con il soul, il jazz e la fusion.

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(Fucked Up) Beyond Belief di Duff McKagan, 1993

Duff & Jeff: nuova coppia metal?

Il primo lavoro da solista di Duff McKagan probabilmente non è di quelli memorabili, ma presenta alcuni pezzi e ospiti top. Da Slash e Sebastian Bach a Lenny Kravitz e, appunto, Jeff Beck. (Fucked Up) Beyond Belief è una scarica di energia pura, tra lampi di Strato e sapienti martellate di quel vecchio volpone di Matt Sorum, una vera dinamite dietro alle pelli.

Curiosità

L’ex Yardbirds figura pure in un’altra canzone del disco dell’allora bassista dei Guns N’ Roses, la conturbante Swamp Song.

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I (Who Have Nothing) di Joe Cocker, 2004

Una delle voci più originali incontra il chitarrista più istrionico  

Le strade tra Joe Cocker e l’autore di Brush with the Blues si sono incrociate spesso, basti ricordare gli epici ARMS Charity Concerts, tuttavia chi si sarebbe aspettato un “duetto” sulle note di un classico di Joe Sentieri? Beck conferma, se mai fosse stato necessario, quanto sia camaleontico. 

Curiosità

Tutta l’arte, la genialità e il carisma di Jeff letteralmente esplodono a partire dal minuto 2:00, dopo i sapienti e rilassanti fraseggi del fior fiore dei sessionman a sei corde, l’illustre Dean Parks. Al termine dell’ascolto degli assoli di JB sarà difficile sentirsi come prima!

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The Guv’nor di Brian May, 1998

Una delle più belle parti di chitarra di sempre in un misconosciuto brano di Brian May

Far parte dei giganti della sei corde e, ciononostante, desiderare un altro titano del genere per rifinire al meglio una propria composizione. Brian May non ha mai peccato di superbia e ha sempre tributato la massima stima ai suoi idoli. Fra questi, ovviamente, un Beck in stato di grazia, come si evince dalle note di The Guv’nor.

Curiosità

Nel brano figura una vecchia conoscenza di Jeff, l’indimenticabile Cozy Powell, anima di una delle tante metamorfosi del Jeff Beck 

Group.

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Working in a Coalmine da Music from Free Creek, 1973

Quando dici Jeff Beck nulla è impossibile!

Music from Free Creek è un’opera tanto eccezionale quanto bizzarra che, sul finire dei Sessanta, raccoglie una serie di artisti famosi sotto mentite spoglie per fare musica di ogni tipo, con jam sconfinate e cover inusitate. Da Eric Clapton a Dr. John, passando per Mitch Mitchell, Linda Ronstadt, Keith Emerson, Todd Rundgren e ovviamente Jeff Beck, chiunque abbia risposto all’appello non si è risparmiato, lasciando un marchio indelebile (e segreto!) sul disco.

Curiosità

Divertenti e curiosi gli pseudonimi: Jeff, presente in ben quattro pezzi (Cissy Strut, Cherry Picker, la prescelta Working In a Coalmine e Big City Woman), è “A.N.Other”, mentre Eric si fa chiamare “King Cool”

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Three Wishes di Roger Waters, 1992

Bastano le prime note di Jeff per sentire i brividi! 

La terza fatica in studio di Roger Waters è trainata dallo stile immediatamente riconoscibile e al tempo stesso sempre particolare ed unico di Jeff Beck, special guest in parecchie tracce. Amused to Death rimane un disco senza tempo, da ascoltare al tramonto nelle più corte giornate autunnali, assaporando con calma, come un buon vino d’annata, l’estro compositivo dell’ex Pink Floyd e le peripezie chitarristiche del funambolo di Wallington.

Curiosità

Jeff è stato uno dei pochi ad aver collaborato con entrambi i frontman dei Pink Floyd, Waters e Gilmour, diventati nel tempo sempre più rivali e antagonisti, musicalmente e politicamente parlando.

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Black Cloud di Morrissey, 2009

Chi avrebbe mai pensato di sentire la Stratocaster di Jeff ruggire per l’ex leader degli Smiths? 

Years of Refusal segna il ritorno dell’ispirazione per Morrissey. Dopo alcuni album messi non bene a fuoco, torna l’urgenza comunicativa dei primi tempi. In Black Cloud si nota l’impronta del nostro JB, ulteriore saggio della sua incredibile versatilità. 

Curiosità

Si narra che Morrissey e Beck siano venuti a contatto tramite Chrissie Hynde, amica di vecchia data di entrambi.

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Sweet Emotion con Steven Tyler e Sting, live at MGM Grand Garden Arena, Las Vegas, 2011

La performance emozionante e inaspettata di un trio davvero “sui generis”

Jeff Beck si è incrociato spesso con Steven Tyler e Sting, però questo classico degli Aerosmith splende sorprendentemente di nuova luce grazie a questi magnifici tre, contemporaneamente sullo stesso palco. E Jeff, oltre a stupire con i suoi gorgheggi chitarristici, fa le veci di Joe Perry all’inizio del brano cimentandosi al talk box.

Curiosità

Corsi e ricorsi storici della musica: ripercorriamo la genesi di Sweet Emotion. Tom Hamilton frequenta ancora il liceo quando

sviluppa un riff di basso in seguito ad aver ascoltato Rice Pudding di Jeff Beck. Anni dopo, mentre gli Aerosmith stanno registrando Toys in the Attic, il produttore Jack Douglas chiede se qualche membro del gruppo avesse alcune idee. Hamilton condivide così il riff che aveva in testa da tanto tempo. Al termine di una serie di infuocate jam session, Steven Tyler si inventa la parte vocale e la canzone diviene la prima della band a raggiungere la Top 40. 

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I Didn’t Know di Ph.D., 1983

“Prezzemolino” Beck non manca di suonare in una hit europea, di gran successo anche in Italia

Sono copiose e straordinarie le comparsate di Jeff Beck in album e show di artisti inaspettati, da Bon Jovi e Zucchero a Herbie Hancock, ma la partecipazione non accreditata in questo classico dei Ph.D. merita una citazione, in quanto ai più sconosciuta: si tratta di un brano famosissimo nel Bel Paese, pubblicato poco prima della metà degli anni Ottanta.

Curiosità

Nel periodo in cui la new wave e il synth pop la fanno da padroni, il duo Jim DiamondTony Hymas spopola con un classico del genere. Jeff è molto legato in quel frangente a Hymas, con il quale incide dischi e compone canzoni, così viene coinvolto nel secondo album del progetto, che al debutto prevedeva anche il suo allora batterista Simon Phillips.

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Extra: La Grange con ZZ Top, live at Wembley Arena, UK, 2015

La sorpresa delle sorprese: quale miglior modo per festeggiare il compleanno?

Jeff Beck e Billy Gibbons si conoscono da una vita e hanno spesso suonato insieme. Tuttavia questa comparsata di Beck in un concerto degli ZZ Top proprio il giorno del suo compleanno è inaspettata e sorprendente. Beati i presenti, che si sono goduti la sorpresa, e fortunati noi a goderceli almeno in video!

Curiosità

Il tema musicale di La Grange è ispirato chiaramente a Boogie Chillen, del leggendario John Lee Hooker, e Gibbons nella versione originale utilizza una Stratocaster del 1955 pesantemente distorta da cui fa fuoriuscire quel celebre suono. Jeff e il frontman degli ZZ Top sembrano realmente due fratelli separati alla nascita per il culto della ricerca e della sperimentazione, così quale miglior personaggio se non appunto Billy Gibbons per il prossimo episodio di Le Dieci Canzoni? A Planet Guitar sta nascendo un’altra scoppiettante puntata dedicata a un istrionico e irrefrenabile Dio della chitarra.

Stay tuned!

To be continued…

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Alessandro Vailati