Proprio come è successo lo scorso anno con le chitarre di Mark Knopfler e, più recentemente, con la strumentazione del grande Rory Gallagher, anche nel 2025 c’è un grande appuntamento che aspetta tutti gli appassionati di chitarra: l’asta da Christie’s dedicata alla collezione di Jeff Beck. Il leggendario chitarrista, scomparso improvvisamente due anni fa, ha lasciato un’eredità musicale e artistica di livello assoluto. L’asta del prossimo 22 gennaio sarà una grande celebrazione del mito di Jeff, che ha cambiato in modo indelebile la storia della chitarra elettrica.
Indice
Introduzione
Con circa 130 lotti, tra chitarre, amplificatori, pedali e “attrezzi del mestiere”, l’asta propone gli strumenti che Jeff Beck ha utilizzato durante i suoi quasi sei decenni di carriera, dal suo ingresso negli Yardbirds nel marzo 1965 fino al suo ultimo tour nel 2022. Come ci ha raccontato Amelia Walker, responsabile di Christie’s per le collezioni private e iconiche, nella nostra intervista, la peculiarità di quest’asta è che queste chitarre sono state utilizzate in tour e hanno suonato molto, a differenza di oggetti da collezione rimasti in teche o custodie per anni. Sono strumenti veri, vissuti, usurati dal tempo, dall’utilizzo e dallo stile chitarristico di Beck.
Sandra Beck, seconda moglie di Jeff che ha deciso di mettere all’asta gli strumenti, presenta così l’evento:
“Queste chitarre erano il suo grande amore e dopo due anni dalla sua scomparsa è arrivato il momento di separarsene come Jeff desiderava. Dopo averci pensato a lungo, ho deciso che devono essere condivise, suonate e amate di nuovo. È un duro colpo separarsene, ma so che Jeff voleva che condividessi questo amore.
Era un maestro del suo mestiere. Non ha mai cercato il successo commerciale. Per lui contava solo la musica. Si è costantemente reinventato nella sua direzione musicale e non ho potuto individuare una persona, una registrazione o una chitarra come la sua preferita. Spero che i futuri chitarristi che acquisteranno questi oggetti possano avvicinarsi al genio che li ha suonati.
Non è un segreto che Jeff avesse diversi enti di beneficenza preferiti e donerò parte del ricavato della vendita per onorare la sua memoria.
Grazie a tutti per aver preso in considerazione un piccolo pezzo di Jeff che ora spero di poter condividere con voi.”
Ci sentiamo di sottoscrivere ogni sua parola, ricordando anche alcuni dei musicisti con cui Jeff ha condiviso il palco o lo studio. Jimmy Page, Jimi Hendrix, Ronnie Wood, Rod Stewart, Steven Tyler, Billy Gibbons, Jan Hammer, Eric Clapton, David Gilmour, Tina Turner, Mick Jagger, B.B. King, Buddy Guy, Nile Rodgers, Carlos Santana, Stevie Wonder, Imelda May e Johnny Depp, solo per citare i più famosi.
Dal 15 al 22 gennaio circa 90 chitarre, 25 amplificatori, pedaliere e custodie saranno in mostra a Londra, dopo essere già state esposte a Los Angeles dal 4 al 6 dicembre scorso. Esattamente come è accaduto lo scorso anno per The Mark Knopfler Guitar Collection, anche quest’asta è aperta a tutti, con stime di vendita che partono da 100 e arrivano alle 500.000 sterline, offrendo quindi a tutti gli appassionati del mondo la possibilità di acquistare un pezzo.
Non tutti però potranno andare a Londra a visitare questa stupenda mostra (come chi vi scrive). Abbiamo quindi pensato di dare uno sguardo più da vicino ai pezzi forti dell’asta, raccontandovi la storia di alcuni strumenti magnifici, così come è riportata nel bellissimo catalogo ufficiale, disponibile per l’acquisto.
Gibson Les Paul Standard 1954 – “The Oxblood”
Iniziamo con quello che è probabilmente il pezzo più pregiato dall’asta, con una stima di vendita tra le 350 e le 500 mila sterline. Il lotto 7 è infatti una Les Paul diventata leggendaria, soprannominata “The Oxblood”. Potete vederla in dettaglio qui.
Jeff acquistò questo strumento mentre era in tournée negli Stati Uniti con il bassista Tim Bogert e il batterista Carmine Appice come power trio Beck, Bogert & Appice alla fine del 1972 e la utilizzò come chitarra principale quasi esclusivamente per i due anni successivi. Un momento chiave per la sua carriera e la svolta strumentale del suo percorso.
Quel tour americano nacque per una strana coincidenza. Un brutto incidente d’auto coinvolse Jeff, che dovette prendersi un periodo di riposo dal suo Jeff Beck Group per riprendersi. Quando tornò in forma, Rod Stewart aveva ormai abbandonato la nave per formare i Faces, mentre Tim e Carmine, che Jeff aveva conosciuto anni prima quando erano membri dei Vanilla Fudge, si erano uniti a Jim McCarty per formare i Cactus. Dopo aver riformato il Jeff Beck Group con una nuova formazione, Jeff si ritrovò agli Electric Lady Studios di New York nell’estate del 1972 per collaborare con Stevie Wonder su del nuovo materiale. Jeff ricorda:
“L’accordo originale era che lui mi avrebbe scritto una canzone, e in cambio avrei suonato sul suo album, e fu così che nacque Superstition. In pratica l’ha scritta per me, ma… l’ha fatta ascoltare alla Motown e loro hanno detto: ‘Non esiste che Beck abbia questa canzone, è troppo bella’, e siccome all’epoca avevano il diritto di decidere cosa Stevie pubblicava, ho perso la canzone come originale.”
Dopo che il Jeff Beck Group fece una sola take di Superstition, Jeff decise di sciogliere la formazione attuale e di chiamare Bogert e Appice, che avevano da poco sciolto i Cactus, per registrare il brano. Il trio effettuò un tour in Europa come nuovo Jeff Beck Group, prima di tornare negli Stati Uniti per il primo tour nordamericano di Beck, Bogert e Appice.
In questo periodo, Jeff suonava generalmente una Stratocaster in finitura White degli anni Settanta e faticava un po’ a farsi largo tra il volume e il fragore della sezione ritmica di Bogert/Appice. Il 10 novembre 1972, il trio si esibisce al Barton Coliseum di Little Rock, Arkansas, con gli ZZ Top in cartellone.
Sembra che Jeff rimase impressionato dal suono pieno che Billy Gibbons degli ZZ Top era in grado di ottenere con la sua Les Paul del ’59 in un formato simile a quello del power trio, il che lo spinse a iniziare a informarsi seriamente per trovare una nuova Les Paul, dato che rubarono la sua ultima Les Paul (una Sunburst) quando la folla aveva preso d’assalto il palco durante uno spettacolo nello Stato di New York nel 1969. Parlando con Douglas J. Noble nel 1993, Jeff ha ricordato di aver notato il suono potente della Les Paul di Clapton come un punto di forza fondamentale all’interno di una formazione a tre:
“Ho visto Eric suonare al Marquee con i Cream e aveva un set-up rumoroso e basilare e sono rimasto molto colpito dalla gamma bassa della sua Les Paul. Era così potente da sembrare un’orchestra, e in un gruppo di tre elementi ne avevi davvero bisogno. Una Strat non avrebbe funzionato con quel tipo di musica. La gamma media era ricca, anche le note alte lo erano: un suono glorioso, denso e pieno. Avevo intenzione di formare un trio, quindi ho pensato che avrei dovuto ottenere quel suono… potevi ascoltare la chitarra e sentirla chiaramente, così come la batteria”.
Un fan di Beck di Memphis, Buddy Davis, aveva assistito allo spettacolo di Little Rock e forse aveva accennato a uno della band di aver acquistato di recente una nuova Les Paul: il giorno dopo ricevette una telefonata da Jeff. Davis aveva acquistato l’attuale Les Paul nelle sue condizioni originali con finitura Goldtop e l’aveva rapidamente scambiata con il negozio di musica Strings & Things di Memphis quando aveva deciso che i pickup standard non gli piacevano.
Su richiesta di un altro cliente di Strings & Things che intendeva acquistare la chitarra, sono state apportate diverse personalizzazioni alla Les Paul: è stata rifinita in chocolate brown, il manico è stato snellito, l’hardware in nichel è stata sostituito con l’equivalente placcato in oro Gibson e sono stati installati un set di pickup humbucking full size. Secondo Strings & Things, quando il cliente è tornato a ritirare la chitarra personalizzata, ha dato un’occhiata e ha rinunciato all’acquisto. Davis ha apprezzato le modifiche apportate alla chitarra e si è offerto di ricomprarla.
Quando Ernest Chapman, l’allora manager di Jeff, prese Davis da parte per chiedergli se volesse vendere la sua chitarra, Davis accettò di vendere a Jeff la Les Paul per 500 dollari. Si dice che sia stato Jeff, con la sua conoscenza delle vernici per auto personalizzate, a dare il nome “Oxblood” alla finitura dark chocolate della chitarra.
Jeff fece il suo debutto con la “Oxblood” Les Paul quella stessa sera, quando il trio fece il tutto esaurito al Warehouse di New Orleans l’11 novembre 1972, data conclusiva del loro tour negli Stati Uniti. Da quel momento, la “Oxblood” Les Paul divenne la chitarra preferita di Jeff per i due anni successivi. Le sessioni di registrazione iniziarono ai Chess Studios di Chicago nel dicembre dello stesso anno per il primo album di Beck con Bogert e Appice, per poi spostarsi ai The Village Recorders di Los Angeles nel gennaio del 1973 per le sessioni finali di remix con il produttore Don Nix. Gli scatti atmosferici in studio del fotografo Jeffrey Mayer mostrano Jeff incollato alla sua Les Paul durante le sessioni di Los Angeles con Bogert, Appice e Nix.
È probabile che la maggior parte, se non la totalità, di Beck, Bogert & Appice sia stata registrata con la “Oxblood”, compresa una fragorosa versione finale di Superstition, dato che Wonder aveva ormai pubblicato la sua versione come singolo principale del suo album Talking Book del 1972. Nix contribuì con un paio di canzoni all’album, tra cui la blueseggiante Black Cat Moan, senza dubbio ispirata dal lamento dello slide di Jeff sulla sua Les Paul.
A partire dal 1° febbraio 1973, Beck, Bogert e Appice iniziarono un anno di tournée mastodontica, che toccò Regno Unito, Stati Uniti, Giappone ed Europa. Tornarono, poi, in Inghilterra per un secondo tour nel gennaio 1974.
In questo periodo Jeff utilizzò la Les Paul “Oxblood” per ogni esibizione dal vivo. Alla domanda di Melody Maker sul perché fosse passato alla Les Paul, Jeff spiegò di aver “abbandonato [la Stratocaster] quando ho trovato una Gibson che mi piaceva molto. […] La mia attrazione per la Les Paul è che è costruita meglio e la preferisco”. Suonando su uno sfondo di bandiere britanniche e americane e su una parete di casse Univox (come quella all’asta nel lotto 6), il trio è diventato famoso per il volume intenso dei suoi spettacoli dal vivo. Il tour giapponese fu un enorme successo, cementando lo status di dio della chitarra di Jeff per i decenni a venire e stimolando la pubblicazione di un album live esclusivo per il mercato giapponese.
A un certo punto, nel giugno del 1973, Jeff rimosse le coperture dei pickup della Les Paul, esponendo le doppie bobine nere per ottenere un tono più brillante e grintoso. Tra un tour e l’altro, Jeff si unì a David Bowie per il suo ultimo concerto con gli Spiders from Mars all’Hammersmith Odeon di Londra il 3 luglio 1973, saltando sul palco con la “Oxblood” per suonare con il chitarrista degli Spiders Mick Ronson nei bis The Jean Genie e Round and Round. Filmato da DA Pennebaker, il concerto divenne leggendario quando Bowie annunciò il ritiro del suo personaggio di Ziggy Stardust alla fine dello spettacolo.
Tornati a Londra per iniziare le registrazioni del secondo album, il lavoro continuò agli Apple Studios, Da Lane Lea, e agli Escape Studios nel Kent, ma la mancanza di materiale valido si rivelò un problema perenne per la band. Essendosi appassionato al jazz rock strumentale della Mahavishnu Orchestra e a Spectrum di Billy Cobham, Beck era sempre più insoddisfatto dei soliti boogie dei BB&A. Dopo vari tentativi di salvare il secondo album presso gli studi della CBS nei mesi di dicembre e gennaio, insieme a un secondo tour britannico e a una sfortunata collaborazione con Sly Stone, il progetto venne definitivamente accantonato e nell’aprile del 1974 il power trio per eccellenza non esisteva più.
Questa spinta all’innovazione costante culminò nell’album solista Blow by Blow, pietra miliare di Beck. Esasperato dalla passata dipendenza dai vocalist e ispirato dall’album di jazz fusion Jack Johnson di Miles Davis del 1971 e dalla Mahavishnu Orchestra del chitarrista John McLaughlin, Beck decise di registrare un album di chitarra interamente strumentale. Dopo aver contattato l’ex produttore dei Beatles, George Martin, Beck iniziò a registrare nei suoi AIR Studios nell’ottobre 1974 con l’ex tastierista del Jeff Beck Group Max Middleton, insieme al bassista Phil Chen e al batterista Richard Bailey. Per scusarsi di aver pubblicato per primo la sua versione di Superstition, Stevie Wonder contribuì con i brani Cause We’ve Ended As Lovers e Thelonius, suonando il clavinet non accreditato su quest’ultimo, mentre Martin fornì gli arrangiamenti degli archi per Scatterbrain e Diamond Dust.
Sebbene a quel punto Jeff fosse in qualche modo tornato alla sua Stratocaster, fu George Martin a riportare in auge i toni della Les Paul.
“È stato in parte grazie a George Martin che ho usato la Les Paul. Le sue orecchie avevano qualche problema a gestire le strida rabbiose che facevo [con la Strat]. George si spaventava e cominciava a camminare, a preparare il tè e cose del genere. Gli piacciono i suoni morbidi. Così ho pensato: ‘Beh, non c’è motivo di farlo soffrire. Potrei anche suonare in modo melodico. E poi magari una sera torno e ci ripasso sopra con la Strat’. Alla fine, quando ho iniziato a fare Freeway Jam e cose del genere, e avevo bisogno di impazzire, ho deciso che la Strat era più adatta a me.”
Senza dubbio è stata la combinazione della Stratocaster e della Les Paul di Beck a contribuire all’arazzo unico di timbri dell’album, con quest’ultima che fornisce una melodia sottile e sustain. Confrontando i due strumenti per Guitar Player nel 2009, Beck ha detto della Les Paul: “È un animale completamente diverso. Una è per cose molto sottili e, direi, più musicali… Ha un tono molto delicato. La maggior parte delle persone non se ne rende conto perché sono collegate ad amplificatori mostruosi, che coprono completamente la qualità sonora unica che ha”.
Per il retro della copertina dell’album fu scelta una foto di Jeff che suonava la “Oxblood”, mentre una riproduzione a pastello dell’immagine di John Collier era presente sulla copertina, cementando per sempre l’associazione della “Oxblood” con l’album fondamentale. Blow by Blow viene pubblicato nel marzo 1975 con grande successo di critica e rimarrà l’album di maggior successo commerciale di Beck, certificato disco di platino nel 1986. L’album segnò un punto di svolta: da quel momento in poi la sua chitarra sarebbe stata al centro dell’attenzione, senza fare affidamento su alcun accompagnamento vocale.
Supportato dalla band jazz rock Upp, Beck eseguì per la prima volta la cover reggae di She’s a Woman dei Beatles alcune settimane prima di iniziare le registrazioni agli AIR, quando apparve nello speciale della BBC Five Faces of the Guitar, trasmesso il 1° settembre 1974. In un segmento dell’intervista dopo l’esibizione, Jeff dimostrò la sua tecnica di bending delle corde e di bottleneck slide sulla Les Paul “Oxblood”.
Poco prima di partire per un tour da co-headliner con la Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin, Jeff ha segnato l’uscita negli Stati Uniti di Blow by Blow con un’apparizione nello show della NBC Midnight Special, condotto da Billy Preston. Suonando la “Oxblood” per tutto il tempo, Jeff si è unito a Preston nella sua hit n.1 Nothing From Nothing prima di eseguire i brani dell’album You Know What I Mean e Cause We’ve Ended As Lovers. Durante il tour, Jeff iniziava generalmente la sua esibizione con la Strat, passando alla Les Paul “Oxblood” per Cause We’ve Ended As Lovers fino alla fine del suo set.
A un certo punto, tra le tre tappe nordamericane del tour, la paletta della Les Paul si ruppe su un volo PanAm di ritorno a Londra. Mentre si recava da Gordon Wells di Knight Guitars per la riparazione, Jeff colse l’occasione per riportare il manico alle dimensioni originali, conservando la tastiera e il frontalino originali della chitarra. Dopo il tour, Jeff ritirò in gran parte la Les Paul a favore della Strat e, sebbene la portò in tournée negli ultimi anni Settanta, sembra che non la suonò mai dal vivo.
“È un pezzo d’antiquariato che giace a casa mia”, ammetterà in seguito a Tony Bacon. E così sarebbe rimasta, fino a quando i maestri artigiani di Gibson non l’avrebbero rispolverata nel 2008 per ricreare l’iconico strumento per il modello Jeff Beck Oxblood Les Paul signature in edizione limitata, uscito nel 2009. Una chitarra bellissima e difficilmente recuperabile, ma Gibson produce ancora la Les Paul in finitura Oxblood che può soddisfare la vostra voglia di essere proprio come il Jeff degli anni Settanta.
Gibson Les Paul Standard 50s Trans Ox
Gibson Les Paul Standard circa 1959 – “The Yardburst”
Un’altra Les Paul pregiatissima e che racconta un momento diverso della carriera di Beck è all’asta con il lotto numero 3, dal valore stimato tra le 40 e le 60 mila sterline. Questa chitarra, con una datazione del body che oscilla tra il 1958 e il 1959 e manico del 1972, è conosciuta come “The Yardburst” e potete vederla da vicino qui.
Jeff Beck acquistò questa sua prima Les Paul – una Standard del 1959 circa con finitura cherry sunburst e battipenna nero – dal negozio di musica Selmer di Londra all’inizio del 1966, poco prima che gli Yardbirds iniziassero le sessioni di registrazione per il loro album omonimo conosciuto come Roger the Engineer. Era rimasto impressionato vedendo Eric Clapton suonare la Les Paul con i Bluesbreakers di John Mayall:
“Ricordo che andai a vedere i Bluesbreakers a Brixton, Eric suonava già questa cosa [la Les Paul sunburst] e suonava benissimo. Sapevo già che le Les Paul suonavano bene perché Jimmy Page aveva una Custom. Così sono andato a fare una ricerca in giro. C’era un tizio al negozio Selmer di Charing Cross Road, credo fosse Mick Keen, che lavorava lì ma mi disse che ne aveva una buona a casa. Era lui o uno degli altri che lavoravano lì – quello era il negozio dove andare. Così questo ragazzo mi disse: ‘Sì, incontriamoci a un certo posto e porterò con me la chitarra’.”
Di certo, Jeff era in possesso della chitarra quando gli Yardbirds apparvero in Ready, Steady, Go della BBC nel marzo 1966. In particolare, Clapton si riunì con gli Yardbirds per una jam al Marquee Club nel marzo 1966 – le fotografie mostrano sia Clapton che Beck sul palco con le loro Les Paul sunburst. Come Clapton, Jeff rimosse presto le coperture dei pickup della Les Paul, esponendo le bobine gemelle per ottenere un tono più brillante e grintoso.
Jeff utilizzò la Les Paul durante la registrazione dell’album Roger the Engineer degli Yardbirds, avvenuta tra aprile e maggio del 1966. Jeff ha confermato allo storico della chitarra Tony Bacon di aver registrato il singolo principale Over Under Sideways Down con la “Yardburst”, così come il singolo Happenings Ten Years Time Ago, registrato qualche mese dopo che il bassista Paul Samwell-Smith lasciò il gruppo e fu sostituito da Jimmy Page. Pubblicato nell’ottobre del 1966, fu la prima registrazione della band a presentare l’interazione della doppia chitarra di Beck e Page.
Nell’ottobre 1966, durante una pausa delle tournée, gli Yardbirds furono arruolati per un ruolo nel film chiave degli anni Sessanta Blow Up, diretto da Michelangelo Antonioni. Ripresero la band mentre suonava su un set che riproduceva il club Ricky-Tick di Windsor. La scena prevedeva che Jeff facesse a pezzi la sua chitarra durante l’esecuzione di Stroll On, adattamento della vecchia canzone rockabilly The Train Kept A-Rollin.
Quando Jeff si rifiutò di distruggere la sua Gibson Les Paul, “chiesero alla Hofner di portare queste chitarre di merda. Avevo un baule di chitarre giocattolo da venticinque chili e le ho esaminate con questo rappresentante della Hofner che mi guardava di fianco. Pensava che fosse tutto molto divertente”. In quel periodo, Jeff rivelò ai lettori della sua rubrica su Beat Instrumental che la pressione dei tour lo aveva portato a spaccare la chitarra: “Ho spaccato la mia Gibson Les Paul, e per di più non è stato un incidente.
L’ho presa, l’ho fatta oscillare per il manico sopra la mia testa e l’ho sbattuta sul pavimento. Il manico si staccò e i pick-up volarono in due direzioni. Jimmy Page era inorridito, ma lo fui anch’io quando mi resi conto di ciò che avevo fatto un po’ più tardi”. In realtà, il disaccordo tra Jeff e il cantante degli Yardbirds Keith Relf era arrivato a un punto tale che Jeff stava quasi per spaccare la chitarra sulla testa di Relf, ma ci pensò su e si limitò a gettare la Les Paul a terra. Questo fu l’inizio della fine e Jeff lasciò gli Yardbirds poco dopo. Nel 1969 dichiarò a Hit Parader:
“Gli Yardbirds sono stati la mia prima esperienza nel mondo dei grandi. Era abbastanza affascinante e mi sono divertito all’inizio. Verso la fine litigavamo per la musica e se facevamo un brutto concerto ci incolpavamo a vicenda. Io e Jimmy Page stavamo facendo delle interessanti doppie parti con gli Yardbirds, ma io me ne andai e la cosa non si concretizzò mai. Volevo che mi venisse riconosciuto il merito di quello che facevo negli Yardbirds, in modo da incoraggiarmi a fare di più. Ma stavo sudando per niente e me ne sono andato in preda alla rabbia.”
Questa chitarra è un vero sogno per tutti i chitarristi e gli appassionati, così come ogni ‘59. Il Gibson Custom Shop ne ha recentemente realizzati 130 esemplari in edizione limitata. Chitarre che sono già ovviamente tra le più desiderate dai collezionisti. Epiphone permette invece di acquistare un modello ispirato alla classica ‘59 a un prezzo sensibilmente più basso rispetto alle originali.
Epiphone Les Paul 59 Ice Tea Burst VOS
Fender Telecaster 1956 – “The Tele-Gib”
“È una Telecaster imbastardita e tutta Tele, tranne i pickup, che sono stati rimossi”, ha spiegato Jeff presentando questa chitarra unica dal suo studio casalingo per il servizio At Home with Jeff Beck and his Guitars, incluso nel DVD del 2011 Rock ‘n’ Roll Party – Honouring Les Paul. “I pickup originali sono stati sostituiti con degli humbucker Gibson dal grande Seymour Duncan, che è un devoto costruttore di chitarre e specialista di pickup. Venne in uno studio di registrazione dove lavoravo… e mi disse: ‘Prova questa chitarra’. Era fantastica: aveva un suono grosso e pieno come quello della Gibson, ma suonava come una Tele, e lo è, e ho detto: ‘Beh, mi sono innamorato di questa’”.
Anche se i ricordi variano per quanto riguarda l’esatta catena di eventi, pare che Jeff abbia accettato di separarsi dalla sua Yardbirds Esquire in cambio della “Tele-Gib”. “Mi sono reso conto che il mio pezzo di storia, la Yardbirds Esquire, era ormai andata. Ma questa ha un suono fantastico. È un incrocio, il meglio dei due mondi, tra una Telecaster e una Les Paul”.
Il famoso mago dei pickup Seymour Duncan aveva stretto amicizia con Jeff quando lavorava come riparatore per Ivor Arbiter alla Fender Soundhouse di Tottenham Court Road a Londra, a metà degli anni Settanta, non lontano dai CBS Studios dove Jeff stava registrando con Beck, Bogert & Appice.
Seymour ricorda che mandarono in riparazione la Les Paul preferita di Jeff per un problema al controllo del volume e, con grande disappunto di Jeff, avevano sostituito degli humbucker Gibson al posto dei pickup originali “Patent Applied For”. Seymour voleva fare qualcosa per aiutare, ma non poteva permettersi una Les Paul sostitutiva, così gli venne l’idea di creare una “Tele-Gib”, una chitarra ibrida nata da una Telecaster degli anni ’50 con tastiera in palissandro, che aveva trovato in un negozio di musica di Cincinnati nel 1972.
I pickup PAF del ’59 provenivano da una Gibson Flying V rotta appartenuta a Lonnie Mack. Poiché le bobine si danneggiarono una volta rimosse le coperture, Seymour le ha riavvolte da solo, utilizzando un filo trovato in un’officina di riparazione motori, usando un calibro più pesante per avvolgere il pickup al manico e un filo più sottile per avvolgere il pickup al ponte, potendo così ottenere giri extra sulle bobine per aumentare il sustain, le armoniche e la resa. Seymour ha rimosso la vecchia tavola in palissandro e l’ha sostituita con una tastiera in acero con tasti Gibson, per ottenere un manico più spesso e più vicino al feeling della vecchia Les Paul.
Jeff avrebbe poi registrato il brano di Stevie Wonder Cause We’ve Ended As Lovers con la sua nuova “Tele-Gib”. Interrogato dallo storico della chitarra Tony Bacon sul motivo per cui scelse di registrare il brano con la “Tele-Gib”, Jeff ha ricordato:
“La Esquire era andata via, la Tele di Jimmy Page era andata via, e arriva questo pezzo [‘Cause We’ve Ended As Lovers’], nel bel mezzo delle sessioni, e Seymour si presenta con la sua Tele humbucker. La Les Paul, ho pensato… beh, tutti ce l’hanno e io volevo esprimere chiaramente la mia voce. La Les Paul suonava bene, ma suonava come… beh, non dirò come suonava [ride]. Non c’erano molte variabili di amplificazione che potessero farmi suonare in quel modo, ma non appena ho preso in mano la Tele, c’era qualcosa.”
Sebbene Wonder avesse scritto Cause We’ve Ended As Lovers per la moglie Syreeta, offrì la canzone a Jeff per compensare la registrazione e la pubblicazione del brano di successo Superstition su insistenza della sua etichetta, nonostante avesse originariamente composto il brano per Jeff. L’ex road manager Al Dutton ha raccontato che da allora Jeff e la sua crew ribattezzarono la “Tele-Gib” “Syreeta”. Presumibilmente a causa delle specifiche variazioni tonali e dei bending ottenuti con la “Tele-Gib” nella registrazione, Jeff utilizzò sempre la stessa chitarra quando eseguì il brano dal vivo, in particolare durante la sua esibizione con Eric Clapton al The Secret Policeman’s Other Ball al Drury Lane Theatre di Londra il 9-12 settembre 1981, fino a quando non passò a eseguirlo con una Strat.
La chitarra è all’asta con il lotto numero 8 e ha un valore stimato tra le 100 e le 150 mila sterline. Potete ammirarla qui. Una Tele con gli humbucker è sicuramente uno strumento particolare da vedere e da suonare. Fender produce ancora Tele con questa configurazione, ad esempio con la serie Player II.
Fender Player II Tele HH MN 3TS
Fender Stratocaster 1954
Finalmente una Stratocaster. Non però una Strat qualunque: questa magnifica Sunburst era tra le preferite di Beck, ed è probabilmente uno degli strumenti della prima serie di Fender. Proprio lo scorso anno abbiamo celebrato i 70 anni della Stratocaster. Potete osservare il lotto 13 nel dettaglio qui e valutare se effettivamente vale tra le 50 e le 80 mila sterline.
Beck ha suonato per la prima volta una Stratocaster quando era membro dei Deltones nel 1961. Intervistato da Tony Bacon nel 2005, Beck ha ricordato la sua prima Strat, ottenuta all’età di 16 anni:
“Credo di aver ricevuto una telefonata in cui mi si diceva che c’era una Strat a Londra e che avrei dovuto prendere il treno, cosa che non mi sarei mai sognato di fare – non prendevo nemmeno l’autobus – così ho trovato la strada per Charing Cross Road, tutto da solo, ho guardato questa chitarra e ho iniziato a sognare [ride]. L’ho vista, l’ho toccata e questo è bastato. Prima di allora avevo un catalogo che guardavo sempre, quello di una American della Fender quando era a Fullerton.
Ricordo sempre che era su un giornale dall’aspetto elegante e ho sempre pensato che queste chitarre dovessero costare un migliaio di sterline, ma poi ho scoperto che costavano solo 147 sterline – e anche in quel caso ho pensato che, se avessi venduto tutto quello che avevo, sarei riuscito a trovare i soldi. Alla fine, l’ho preso con un credito HP. Era una sunburst del 1960, non aveva il braccio del vibrato e l’ho dipinta di rosa, o lavanda. L’ho rivenduta… Ricordo che era spaccata in due, con una grossa spaccatura sul retro. Avevo colpito qualcosa con questo strumento.
Così sul treno, mentre andavo a venderlo, l’ho ritoccato con lo smalto della mia ragazza. Si intonava perfettamente. Una storia fantastica, eh? E non l’hanno mai notato. Tutti i ragazzi dei Blue Caps di [Gene] Vincent avevano una Strat bianca abbinata, quindi dovevo averne una, dovevo avere una Strat. Il mio chitarrista ritmico [John Owen, nei Deltones] aveva la prima Fender. Aveva una Telecaster, qualche mese prima che io potessi permettermi un anticipo per una Strat. Quindi la adocchiavo. Ho passato più tempo io a suonarla io che lui! Si mise in moto per cercare di convincermi a prendere la Strat, così non avrei continuato a rubargli la chitarra in continuazione. E alla fine mi sono ritrovato con quella Tele”.
Parlando con Art Thompson per Guitar Player nel 2010, Beck ha ricordato di aver “scoperto la Strat quando ho visto il primo album di Buddy Holly, The “Chirping” Crickets. Buddy teneva orgogliosamente in mano una Strat e io pensai: ‘Devo averne una’. La Strat era l’icona. Poi, quando ho visto Jimi Hendrix suonare, ho pensato: ‘Ecco. Sta facendo i rumori giusti con quella’. Poi sono tornato alla Strat e ci sono rimasto”.
Invitato a una sessione di registrazione a Londra dal chitarrista degli Humble Pie Steve Marriott nel 1977, Beck aveva suonato questa Strat del ’54 su suggerimento di Marriott e aveva amato la chitarra per il suo suono meraviglioso. Secondo quanto riferito, la sessione si trasformò in una notte di bagordi e Marriott finì per regalare la chitarra a Beck. Non sapendo se fosse solo l’alcol a parlare, Beck la lasciò in studio per sicurezza, e quando tornò la chitarra era ancora lì ad aspettarlo. Marriott l’aveva suonata con il manico di una Telecaster, che Beck sostituì con il vecchio manico preferito di una Stratocaster in acero che possedeva dal 1968.
Il manico in questione, risalente alla metà degli anni Cinquanta, era stato acquistato da Beck sulla prima Stratocaster che aveva comprato dopo la chitarra Deltones, acquistata in California nel 1968 mentre era in tour con il Jeff Beck Group. Aveva un corpo dei primi anni ’60, privato della finitura che rivelava le venature del legno di frassino e il battipenna bianco era tagliato, conferendogli un aspetto preciso e immediatamente riconoscibile.
La Strat modificata sarebbe stata utilizzata per registrare brani su diversi album in studio, tra cui Beck-Ola (1969), Rough & Ready (1971) e Jeff Beck Group (l’album Orange, 1972), ed è stata portata in tour con entrambe le formazioni del Jeff Beck Group e di Beck, Bogert & Appice. Probabilmente era presente anche in studio nel 1974 per le sessioni di registrazione di Blow By Blow. A un certo punto, nel 1975, rimosse il manico in acero dalla Strat modificata per sostituirlo con un manico di una Strat dell’era CBS con paletta larga, che Jeff soprannominò “Wing Reborn”, con l’iscrizione della data 1975 (vedi lotto 12).
Una volta unito il vecchio manico in acero con il corpo sunburst del 1954, Beck portò a lungo la chitarra in tournée, compreso il tour del 1978 in Giappone con Stanley Clarke. Per essere un bene prezioso, Beck la trattava ancora come uno dei suoi strumenti. Al Dutton ricorda che nel 1979, durante la tappa statunitense del tour con Stanley Clarke, Jeff lanciò la chitarra tra la folla e lui (Al) dovette recuperarla in fretta. Rotto il manico della chitarra, lo inviarono prontamente a Seymour Duncan per la riparazione. Fu allora che Seymour raccontò di aver aggiunto la decalcomania Fender sulla paletta, che fino a quel momento non c’era.
In un’altra occasione, un set di fotografie straordinarie scattate da Bob Leafe il 5 dicembre 1980 al Capitol Theater di Passaic, nel New Jersey, mostra Jeff che usa la chitarra capovolta come un trampoliere, con le scarpe ad almeno un metro da terra. L’usura dell’estremità della paletta della Strat – o meglio della “pogo-stick-caster” – è chiaramente visibile, così come numerosi altri urti, colpi e scheggiature della finitura.
Chiaramente la sua chitarra preferita all’epoca, la Strat fu utilizzata per registrare l’album solista di Beck There & Back del 1980. Parlando con Jas Obrecht per Guitar Player nell’ottobre del 1980, Beck descrisse la chitarra:
“Ha un corpo sunburst in frassino stagionato che si è crepato a causa dell’età e pesa una tonnellata. Assomiglia alla Buddy Holly Strat. È terribile, ma mi guarda e mi sfida ogni giorno, e io la sfido a mia volta. Ha il vibrato ed è difficile da suonare. Si stona e tutto il resto, ma quando la usi correttamente, canta per te. Non uso nessun ponte o cordiera speciale. Mi piace come li fa la Fender. Ora l’ho praticamente sistemata mettendo una grafite molto leggera sul ponte e sul capotasto. Quando le corde oscillano avanti e indietro e scorrono longitudinalmente lungo il manico, si riduce al minimo la possibilità che le corde si blocchino sul capotasto, il che è micidiale. Questo può lasciare un suono acuto o piatto, a seconda di dove avete messo il barrè o di come avete fatto bending sulle corde”.
Nel 1983 utilizzò ampiamente sia la Strat del ’54 che una Strat di riserva recentemente acquistata (vedi lotto 30) per The Ronnie Lane Appeal for ARMS – la serie di concerti di beneficenza a sostegno di Action into Research for Multiple Sclerosis – tra cui spettacoli a Londra e in America, che videro i tre chitarristi solisti degli Yardbirds – Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page – esibirsi per la prima volta insieme sul palco.
Inizialmente programmato come un concerto unico il 20 settembre 1983 alla Royal Albert Hall, il concerto si rivelò così popolare sia tra il pubblico che tra i musicisti. Lo estesero così a un tour di altri nove spettacoli in America, che vide gli ex Yardbirds al fianco di una formazione stellare di musicisti tra cui Ronnie Wood dei Rolling Stones, Bill Wyman e Charlie Watts, Phil Collins, Steve Winwood (solo a Londra), Paul Rodgers (solo negli Stati Uniti), Joe Cocker (solo negli Stati Uniti) e tanti altri.
Per chi volesse acquistare una Strat che ricorda molto da vicino quelle del 1954, con tanto di corpo in frassino, Fender ha realizzato delle speciali American Vintage II per il 70° anniversario dello strumento.
Fender Anniv. AV II 1954 Strat 2TSB
Fender Custom Shop Stratocaster 1990 – “Anoushka”
Questa Stratocaster Custom Shop in finitura Olympic White, costruita dall’ex fondatore del Fender Custom Shop Master Builder J.W. Black, è stata il principale strumento di Jeff Beck per le performance e le registrazioni dal 1999 al 2014. Composta da un prototipo di manico realizzato da Black nel 1990 e consegnato solo come manico, e da un corpo realizzato da Black nel 1993, originariamente fornito con un manico in acero (incluso nel lotto), questa chitarra è stata preferita come chitarra “principale” di Beck per più tempo di qualsiasi altra nella sua carriera. Potete vederla più da vicino qui.
Il manico, il numero quattro di quattro prototipi realizzati da J.W. Black per Beck, forse nel tentativo di individuare le dimensioni e la forma del manico che egli preferiva per la serie Signature, fu inizialmente montato su un’altra chitarra consegnata più o meno nello stesso periodo: uno strumento in finitura Surf Green che sarebbe diventato noto come “Little Richard” per via della firma del musicista sul contour curvo del lato basso. Questo manico sul corpo verde è stata la chitarra principale di Beck per le esibizioni e le registrazioni per la maggior parte degli anni Novanta, prima della creazione di questa Strat bianca, e quindi questo particolare prototipo di manico (numerato 04) è stato utilizzato quasi costantemente da Beck per 24 anni.
La “Little Richard” è stata suonata duramente e ha sofferto molto durante il tour di Beck in coppia con Carlos Santana nel 1995, quando un fatidico incidente ha provocato la rottura del corpo e una crepa superficiale del manico che corre lungo la schiena a partire dal manico per un paio di centimetri. Stabilizzarono la crepa del manico e incollarono frettolosamente la chitarra; è probabile che, nel momento in cui restaurarono il corpo, consegnarono un nuovo set di pickup per la chitarra. Si trattava di una serie di single coil impilati sviluppati da John Suhr, che era il progettista originale dei pickup per il Fender Custom Shop.
Sul retro della schermatura del battipenna di questo set di pickup – ancora esistente nella collezione di Beck – è inciso “Jeff Beck / Rebuilt new electronics / 20.9.95 / J. Black / John Suhr / #04” – l’ultimo numero indica il numero di serie del retro del manico della “Little Richard” (e della chitarra attuale). Questo particolare set di pickup divenne il preferito di Beck per le sue proprietà sonore uniche.
Con i nuovi pickup John Suhr della “Little Richard” Beck registrò il primo disco di quella che divenne nota come la sua “trilogia techno” – Who Else! – nel 1998/99. A questo punto le crepe sul corpo della “Little Richard” erano diventate abbastanza instabili da indurre Beck a ritirarla definitivamente e a spostare il manico e l’elettronica su un’altra chitarra – una Strat Olympic White in tiglio già in suo possesso – e da quel momento in poi Beck smise di suonare le chitarre verdi dal vivo sul palco.
Videro la nuova Strat principale per la prima volta dal vivo durante il tour americano di Beck nel 1999, con la chitarrista Jennifer Batten al suo fianco. La chitarra è stata utilizzata per il secondo e il terzo album della “trilogia techno” – You Had It Coming (2000) e Jeff (2003) – ed è stata suonata in tutte le esibizioni dal vivo per promuovere questi album, comprese tre date alla Royal Festival Hall nel settembre 2002.
In un’occasione degna di nota, la chitarra ha assunto il nome di “Anoushka”, grazie all’acquisizione della firma di una collega musicista che Jeff ammirava molto. Assieme a una formazione stellare, invitarono Beck a suonare al concerto di beneficenza di Sting e Trudie Styler alla Carnegie Hall il 13 aprile 2002. Un’altra esibizione prevista era quella della sitarista Anoushka Shankar, figlia del virtuoso del sitar Ravi Shankar, che Beck aveva conosciuto negli anni ’60 durante il suo periodo negli Yardbirds e che aveva sempre rispettato. La firma, che corre in diagonale sotto il ponte, purtroppo non era incisa nel corpo della chitarra e alla fine si sarebbe cancellata, ma il nome è rimasto.
Gli attuali pickup di questa chitarra – un set progettato dal successore di John Suhr al Fender Custom Shop, Bill Turner – sono stati sostituiti da Steve Prior ai prototipi di John Suhr intorno al 2005, in modo che un set di backup identico, senza la profondità degli stack creati da Suhr, potesse essere presente nella Strat principale e nelle due backup, che in seguito sono state realizzate da Todd Krause, ed evitare qualsiasi cambiamento di tono nelle rare occasioni in cui Beck aveva bisogno di usare uno dei ricambi sul palco.
La chitarra ha servito Beck per diverse esibizioni di riferimento, tra cui la sua residenza al leggendario jazz club Ronnie Scott’s di Soho nel 2007 e la sua (seconda) introduzione nella Rock & Roll Hall of Fame nel 2009, che lo ha visto salire sul palco con l’amico d’infanzia e collega ex Yardbird Jimmy Page, che ha suonato la sua Fender 12 corde, per un’epica interpretazione di Beck’s Bolero seguita da Immigrant Song dei Led Zeppelin.
Nel febbraio 2009, nell’ambito di una tournée in Giappone intrapresa contemporaneamente da entrambi gli artisti, Beck si è riunito con il suo predecessore negli Yardbirds, Eric Clapton, per uno spettacolo co-headline che ha registrato il tutto esaurito. Nell’ottobre 2009 Beck si è esibito con questa Strat al concerto per il 25° anniversario della Rock & Roll Hall of Fame al Madison Square Garden, eseguendo Superstition con Stevie Wonder, suo amico da 40 anni, una canzone che avevano creato insieme. La reunion con Clapton ha portato a un seguito un anno dopo, nel febbraio 2010, l’ultima volta che “Anoushka” si vide sul palco con il suo corpo ormai sempre più ingiallito.
Dopo la serie di quattro spettacoli che Jeff ha tenuto con Eric all’O2 di Londra nel febbraio 2010, il corpo ingiallito è stato rifinito in bianco brillante, dando alla chitarra una nuova vita sul palco per i quattro anni successivi, anche se con le sue cicatrici e i suoi colpi ancora visibili. Con il suo look rinnovato, “Anoushka” è stata messa al lavoro sul successivo album in studio da solista di Beck, Emotion & Commotion.
Il 27 febbraio 2012, invitarono Beck a esibirsi in un concerto molto speciale con una serie di altre leggende, tra cui B.B. King, Buddy Guy e Mick Jagger, per il Presidente Barack Obama alla Casa Bianca, intitolato Performance at the White House; Red, White and Blues. “Anoushka”, con il manico incrinato visibile nella foto di Jeff che abbraccia l’amico B.B. King, ha servito bene Beck per le interpretazioni di Commit a Crime, Let Me Love You e Five Long Years.
Beck ha portato “Anoushka” in tournée per i due anni successivi fino all’estate del 2014. Durante uno spettacolo nel sud della Francia, la chitarra cadde, e temendo di perderla come era accaduto a “Little Richard”, Beck ha deciso di mandare in pensione il suo fedele e malconcio cavallo di battaglia.
Tim Myer, all’epoca tecnico della chitarra di Beck, ha ricordato che ricevette una telefonata da Jeff poco prima di intraprendere una serie di spettacoli americani e il tour negli Stati Uniti con gli ZZ Top nell’agosto 2014, durante la quale Jeff lo informò che sarebbe volato lì per le prove, che avrebbe “portato un manico” e che sarebbe toccato a Tim mettere insieme il resto. Tim chiamò subito Todd Krause del Fender Custom Shop, che gli disse che avevano appena completato una grande serie di corpi Custom Shop per il loro più grande cliente in Giappone e che avrebbero potuto averne uno o due che fossero conformi alle specifiche di Jeff.
Il manico in questione era un manico reverse-headstock realizzato da J.W. Black per Jeff nel 1995 con il numero di serie JB16 sul retro della paletta – originariamente destinato a essere montato su una Strat mancina custom (vedi lotto 55) – che Jeff voleva provare. Quando i due corpi delle Strat in legno di tiglio arrivarono da Krause alla sala prove, Myer scoprì che il tallone del manico precedente non si adattava alla tasca del manico molto più bassa, che ormai era il profilo personalizzato delle Strat realizzate da Krause per Beck. Myer si mise quindi a scolpire minuziosamente a mano la tasca del manico, in modo che alla fine il manico si adattasse perfettamente.
Installarono un set di pickup di Bill Turner – quasi certamente quelli presi dal ricambio principale dell’epoca – sulla chitarra. E dopo alcuni piccoli aggiustamenti all’action, una volta che la chitarra fu nelle mani di Jeff, non la lasciò quasi mai per i due anni successivi.
Nello stesso momento in cui è stata creata la nuova n. 1, Myer ha eseguito le stesse modifiche al secondo corpo inviato da Krause, e il fedele manico “04” di Beck della “Anoushka”, così come i suoi pickup, sono stati montati sul nuovo corpo della chitarra (incluso in questo lotto). La nuova chitarra è diventata la principale di riserva per il resto del tour, anche se, come ha spiegato Myer, una volta che Jeff si è abituato a suonare la nuova n. 1, con la sua paletta invertita e la diversa tensione delle corde, era riluttante a tornare alla paletta standard. Dopo la fine del tour del 2014, tenne a casa la “nuova” chitarra “Anoushka”, finché Beck decise di portarla alle prove e in tour nel 2022, usandola con parsimonia nell’accordatura Drop D per una canzone – Dirty Mind.
Oltre a questa, sono tantissime le Stratocaster appartenute a Beck all’asta. Ad esempio, il lotto 42 presenta il secondo prototipo della Strat signature di Beck, in finitura Surf Green, sempre costruita da J.W. Black. Lo stesso master builder ha realizzato anche la Strato del 1989 offerta con il lotto 43, con la bellissima grafica ispirata alla hot rod Graffiti Yellow ’32 Ford ‘THX 138’ di proprietà di Jeff. Oppure il lotto 14, che offre un’altra bellissima Strat in Olympic White del 1960 circa. C’è poi (lotto 130) una Strato signature del 2023, firmata dagli artisti che hanno partecipato al memorial per Jeff del 22 e 23 maggio 2023 alla Royal Albert Hall. Così come alcune Strato con la reverse headstock, che ricordano molto lo stile (e a quanto sembra anche il suono) di Hendrix: i lotti 55, 118 e 120 sono tutti di questo tipo.
C’è poi sempre la possibilità di acquistare la signature di Jeff, sia della Artist Series che Custom Shop, ovviamente in finitura Olympic White o Surf Green.
Fender Jeff Beck Strat OW
Fender Jeff Beck Custom Shop SFG
Jackson Soloist 1983 – “Tina”
Famosa per il suo autografo frastagliato inciso da una certa Tina Turner, Jeff Beck acquistò questa Jackson Soloist hot pink dal liutaio di chitarre custom Grover Jackson e la suonò per tutta la metà degli anni ’80, anche per le apparizioni ai concerti di beneficenza ARMS, per le sessioni di registrazione con Tina Turner, Rod Stewart e Mick Jagger e per registrare il suo album in studio del 1985 Flash con Nile Rodgers. Ha un valore stimato tra le 8 e le 12 mila sterline e potete ammirarla qui.
Nel 1983 Jeff aveva ordinato una Jackson Soloist custom in finitura rosa shocking, che presentava una costruzione del corpo neck-through, un manico a 24 tasti, un tremolo a doppio bloccaggio e pickup Seymour Duncan Alnico II, quello centrale era un RWRP (reverse winding, reverse polarity), in modo da ottenere humbucking nelle posizioni 2 e 4 su un selettore a 5 posizioni. Nel primo anno di produzione con il marchio Jackson, si costruirono solo 34 chitarre con un numero di serie JXXXX, di cui questa era la numero 28 e la prima Soloist rosa.
Jackson ha raccontato che è volato a New York per consegnare la chitarra a Jeff in persona prima dell’ultimo concerto di beneficenza ARMS al Madison Square Garden di New York City il 9 dicembre 1983. La Soloist rosa ha fatto la sua prima apparizione pubblica sul palco quella sera quando Jeff, insieme all’intera formazione di musicisti stellari, tra cui Jimmy Page, Eric Clapton, Steve Winwood, Ronnie Wood, Bill Wyman e Charlie Watts, si sono riuniti per un’esibizione finale di Goodnight, Irene di Lead Belly. Come ricordato qualche paragrafo fa, i concerti ARMS, a sostegno dell’ex bassista dei Faces Ronnie Lane e del suo appello per Action into Research for Multiple Sclerosis, sono stati notevoli perché hanno riunito per la prima volta sul palco tutti e tre gli ex chitarristi degli Yardbirds, Clapton, Beck e Page.
La chitarra fu vista di nuovo quando Beck suonò un mini set con Stevie Ray Vaughan alla CBS Records Convention di Honolulu, Hawaii, il 19 febbraio 1984, dove il duo eseguì una cover di Wham! di Lonnie Mack e la strumentale Jeff’s Boogie dall’omonimo album del 1966 degli Yardbirds noto come Roger the Engineer. Jeff era apparentemente molto richiesto per lavorare con una serie di artisti famosi in sessioni in studio per tutto il 1984.
Forse la cosa più sorprendente è la collaborazione con Rod Stewart, la prima volta che lavoravano insieme dopo lo scioglimento del Jeff Beck Group, su una cover della composizione del 1965 di Curtis Mayfield People Get Ready, pubblicata come singolo principale dall’album Flash di Jeff del 1985, raggiungendo il picco al n. 48 nella Billboard Hot 100. Jeff suonava la Jackson rosa per registrare le parti di chitarra per tre tracce nell’album Camouflage di Rod del 1984, incluso il singolo di successo Infatuation. Quando Jeff si è riunito a Rod per girare il video musicale ispirato a Hitchcock per per questo pezzo, e dove suona il suo assolo principale sulla Jackson rosa – a un certo punto suonando persino la chitarra dietro la testa – la parte bassa dello strumento mostrava l’autografo indelebile di Tina Turner.
Jeff ha ricordato, nel suo libro in edizione limitata del 2016 BECK01,:
“Nel 1984, ho suonato la chitarra per Tina Turner in Private Dancer. È stata una sessione piuttosto pesante, perché hanno suonato tutto così piano. Non ero abituato a questo; avevamo sempre questa roba a tutto volume. Ho trovato la mia strada attraverso la traccia e quando Tina è arrivata, ha detto che avrebbe fatto solo una guida vocale. Poi ha cantato tutto in una sola ripresa, e questo è stato tutto. Ho pensato, ‘Se questo è lo standard, è meglio che tiri fuori qualcosa dal sacco’. Ho suonato, e quando Tina è tornata ha detto che le era piaciuto. Tina ha chiesto chi doveva vedere per il pagamento. Le dissi che non aveva bisogno di pagarmi, che poteva semplicemente firmare la mia chitarra”.
Quando Jas Obrecht lo intervistò per Guitar Player poco dopo la sessione del 1985, Jeff rivelò come l’autografo divenne un’incisione:
“Tirò fuori questo pennarello verde e, naturalmente, non sarebbe rimasto su una chitarra lucidata e verniciata. Così lei disse: ‘Vuoi che rimanga lì per molto tempo?’ Io dissi: ‘Sì. Scrivilo sul legno. Fallo.’ E tirò fuori un pugnale dalla sua borsa, noi lo chiamiamo un coltello a scatto; tu lo chiami un coltello a serramanico, una cosa dall’aspetto molto malvagio. Prima di tutto, iniziò a scheggiare via, cercando di fare un bel lavoro di incisione. Io dissi: ‘Non preoccuparti. Scrivi solo il tuo nome.’ Lei lo strappò e ci strofinò sopra lo smalto per unghie.”
Sebbene gli Yardbirds avessero fatto un tour con Ike e Tina Turner nel 1966, Jeff era troppo spaventato per parlare con Tina in quel momento. Da fan devoto, era emozionato di avere finalmente l’opportunità di lavorare con lei e di andarsene con un souvenir permanente. La Soloist è apparsa sia in Private Dancer che in Steel Claw, con un paio di echi digitali Roland che si aggiungevano al suono unico della chitarra nel primo. Pubblicato nel maggio 1984 e certificato disco di platino nel giro di un mese, Private Dancer è stato un album fondamentale per la Turner, che l’ha spinta verso la celebrità da solista.
Jeff ha poi utilizzato questa chitarra anche per i sette brani a cui ha contribuito per l’album da solista di Mick Jagger She’s The Boss. Se anche voi volete acquistare una Jackson Soloist avete ancora la possibilità di farlo, ad un prezzo molto ragionevole.
Fender Jeff Beck Strat OW
Fender Jeff Beck Custom Shop SFG
E molte altre chicche…
Potete visualizzare l’intero catalogo dell’asta sul sito di Christie’s e scaricarlo qui, oltre a visionare tutti i lotti qui. Tra gli altri pezzi di valore e da attenzionare, ve ne segnaliamo qualcuno.
Una bellissima Fender Custom Shop Jeff Beck Esquire Relic Reissue costruita dal master builder Greg Fessler è all’asta nel lotto 1. Potete sentire Beck parlare di questo strumento in questo video. C’è poi, nel lotto 2, una testa Marshall Super Tremolo JTM45 MKIV del 1968 circa. Oppure due bellissime teste Becktone, delle Magnatone modificate per Beck, nel lotto 115. C’è poi un leggendario Klon Centaur, il Sacro Graal dei pedali, all’asta con il lotto 67.
E ce n’è un altro incluso nella piccola pedaliera all’asta con il lotto 99. Potete anche provare ad acquistare la pedaliera usata da Beck nel 2022 per il suo ultimo tour (a cui ho avuto la fortuna di poter assistere al Vittoriale), con il lotto 119, e provare a carpire tutti i segreti del suo suono (anche se non credo basterà a suonare come lui). Ci sono diverse chitarre di marchi giapponesi come Ibanez, Fujigen e Greco così come alcune chitarre Gretsch. Infine, anche il lotto 116 che presenta il libro BECK01: Hot Rods and Rock & Roll, in edizione limitata e autografato dallo stesso Jeff, è una bella chicca ormai praticamente introvabile. Ce ne sono solo 2000 copie nel mondo.
C’è davvero l’imbarazzo della scelta e crediamo che Christie’s con questo evento abbia omaggiato Jeff Beck e la sua leggenda nel migliore dei modi possibili. L’appuntamento per l’asta è per il 22 gennaio 2024 alle 14:00 (ora italiana). Chi si aggiudicherà questi pezzi di storia della musica?
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