Oggi, noi di Planet Guitar vi proponiamo un viaggio attraverso il tempo, lo spazio e la storia del rock, esplorando le 10 (+1) copertine più iconiche in cui le amate sei corde occupano il centro della scena. Nel pantheon della musica rock, la chitarra trascende il suo ruolo di semplice strumento per diventare un’icona, un’estensione dell’anima del musicista. È stata la chitarra, con il suo suono potente e rivoluzionario, a plasmare l’essenza stessa del rock, rendendolo un genere senza tempo. Le copertine degli album, vere e proprie opere d’arte visiva, hanno catturato questa magia, traducendo in immagini l’essenza sonora e spirituale del rock. In queste tele moderne, la chitarra diventa protagonista assoluta, simbolo tangibile del legame profondo tra l’artista, la sua musica e il pubblico.

Preparatevi a un’esperienza visiva che va oltre la musica, un tributo alle chitarre che hanno fatto la storia non solo con il loro suono, ma anche con la loro presenza visiva. Siete pronti a immergervi in queste gemme visive che hanno definito l’estetica del rock? Allacciate le tracolle: il nostro viaggio attraverso le copertine più leggendarie sta per iniziare! 

Elvis Presley (Elvis Presley) – 1956 

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Storia dell’album: 

Pubblicato nel 1956, primo album del “Re” che segna l’inizio di una rivoluzione musicale e culturale. Questo debutto esplosivo ha portato il rock and roll al centro della scena mondiale, trasformando Elvis Presley in una delle figure più influenti del secolo. Mescolando rockabilly, rhythm and blues e country, l’album ha reso il giovane Elvis il portavoce di una generazione in cerca di nuove forme di espressione.

Nella copertina, Elvis imbraccia una chitarra acustica Martin D-28. Il disco include brani come Blue Suede Shoes e Tutti Frutti, che non solo scalano le classifiche ma definiscono i suoni di un’epoca.

Il successo dell’album non fu solo commerciale: segnò un cambiamento culturale, abbattendo barriere razziali e aprendo le porte a una nuova era per la musica. Elvis divenne il primo vero idolo rock, un simbolo di libertà e ribellione. Questo non è solo un album di debutto, ma l’inizio di una rivoluzione che avrebbe trasformato il rock’n’roll in un fenomeno globale.

Curiosità: 

Elvis Presley è stato il primo album rock ad arrivare in cima alle classifiche di Billboard ed è diventato l’album di debutto più venduto nella storia della musica fino a quel momento.

Martin Guitars D-28

Martin Guitars D-28

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(3)

Live At The Regal (B.B King) – 1965

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Storia dell’album: 

Live at the Regal è un album dal vivo di B.B. King registrato il 21 novembre 1964 al Regal Theater di Chicago. È considerato uno dei migliori album blues dal vivo di sempre e un punto culminante della carriera di King. L’album cattura l’energia elettrizzante delle sue esibizioni e l’interazione con il pubblico.

La chitarra che B.B. King suonava in quel periodo, e per gran parte della sua carriera, era una Gibson ES-355, semi-hollow body che lui affettuosamente chiamavaLucille”. Questa chitarra è diventata un’icona tanto quanto King stesso. Il nome ha origine da un incidente avvenuto in un club nel 1949, quando King rischiò la vita per salvare la sua chitarra da un incendio causato da una rissa per una donna. Il nome di quella donna era proprio Lucille.

Curiosità: 

Si vocifera che Eric Clapton, ascolti questo album prima di ogni sua esibizione. 

High Voltage (AC/DC) – 1975 

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Storia dell’album: 

High Voltage, pubblicato nel 1976, segnò l’ingresso trionfale degli AC/DC nella scena musicale internazionale. L’album incarna l’essenza stessa della band: un cocktail esplosivo di hard rock grezzo e blues elettrificato che avrebbe definito il loro sound caratteristico per i decenni a venire. Brani come It’s a Long Way to the Top (If You Wanna Rock ‘n’ Roll) e T.N.T. non solo catturano l’energia grezza della band, ma si sono elevati a veri e propri inni generazionali. La copertina dell’album è divenuta un’immagine iconica nel panorama rock: ritrae Angus Young, l’anima incandescente del gruppo, nel suo ormai leggendario completo da scolaretto, mentre stringe tra le mani la sua inseparabile Gibson SG.

La scelta di questa chitarra da parte di Angus non fu casuale: con il suo profilo aggressivo, caratterizzato dalle doppie “corna”, e la sua capacità di produrre un suono potente e incisivo, la SG si rivelò lo strumento perfetto per dare voce alla sua visione musicale e al timbro iconico del gruppo. Attraverso ogni riff e ogni assolo incendiario della Gibson di Angus, High Voltage si afferma non solo come un album di debutto internazionale, ma come una vera e propria dichiarazione d’intenti di una band destinata a ridefinire i confini del rock. 

Curiosità:

L’album fu registrato solamente in 10 giorni! 

Gibson SG Standard HC

Gibson SG Standard HC

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(45)

Born to Run (Bruce Springsteen) – 1975

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Storia dell’album:

Born to Run, il terzo album di Bruce Springsteen pubblicato nel 1975, rappresenta un punto di svolta nella sua carriera. Dopo 14 mesi di meticolosa produzione, l’album fonde rock, soul e le influenze orchestrali di Phil Spector, emergendo come un potente manifesto dell’American Dream. Le tematiche di fuga, libertà e speranza permeano l’intero lavoro, definendo l’essenza artistica di Springsteen.

La copertina iconica ritrae il Boss appoggiato al sassofonista Clarence Clemons, con in mano la sua leggendaria Fender Esquire del 1953. Questa chitarra, variante della Telecaster con pickup singolo, è cruciale per il suono crudo e brillante che caratterizza l’album.

Born to Run non solo lanciò Springsteen nell’olimpo del rock, ma divenne un’opera senza tempo. La combinazione di liriche profonde, arrangiamenti sofisticati e il timbro distintivo della Esquire creò un capolavoro che continua a risuonare con generazioni di ascoltatori, cementando lo status di Springsteen come il portavoce d’America.

Curiosità:

Born to Run è il primo album in cui viene accreditata la E Street Band al completo. Il sassofonista Clarence Clemons, il pianista Roy Bittan e il batterista Max Weinberg diventano fondamentali per il sound del Boss. 

Fender 1950 Double Esquire HANB

Fender 1950 Double Esquire HANB

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Slowhand (Eric Clapton) – 1977

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Storia dell’album

Slowhand, pubblicato nel 1977, rappresenta un apice nella carriera di Eric Clapton, consolidando il suo status di leggenda della chitarra. Il titolo dell’album è un omaggio al soprannome di Clapton, Slowhand, che evoca perfettamente il suo stile chitarristico fluido e misurato.

L’album racchiude alcuni dei brani più emblematici di Clapton, tra cui l’ipnotica Cocaine, l’emozionante Wonderful Tonight e il country-blues di Lay Down Sally. Questa trilogia di successi esemplifica la straordinaria versatilità di Clapton, fondendo magistralmente blues, rock e country in un sound unico e inconfondibile.

La copertina dell’album presenta una Fender Stratocaster, strumento che Clapton ha reso iconico. Questo modello, simile alla sua leggendaria “Blackie” è fondamentale per il tono caratteristico dell’album. La Stratocaster offre a Clapton la perfetta tela sonora per dipingere le sue melodie: un suono pulito e cristallino, arricchito da un uso magistrale del bending e del vibrato. Questo album non è solo una pietra miliare nella discografia di Clapton, ma un capitolo fondamentale nella storia della chitarra rock, che continua a ispirare e influenzare musicisti di ogni generazione (il nostro Emanuele in suo onore infatti ha realizzato con le sue mani una replica della Fender Crash 3′ Crashocaster). 

Curiosità:

La “Blackie”, è l’incrocio tra 3 Stratocaster. Pensate che Clapton all’epoca ne comprò ben 6, le altre 3 le regalò a Pete Townshend, a George Harrison e a Steve Winwood

Fender Clapton Strat Signature BLK

Fender Clapton Strat Signature BLK

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(23)

Damn the Torpedoes (Tom Petty and the Heartbreakers) – 1979

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Storia dell’album:

Damn the Torpedoes, pubblicato nel 1979, è il terzo album di Tom Petty and the Heartbreakers ed è considerato uno dei più grandi successi della band. L’album consolidò Petty come una figura di spicco nel rock americano, grazie a brani memorabili come Refugee, Don’t Do Me Like That e Here Comes My Girl

La chitarra che Tom Petty suona nella copertina dell’album è una Rickenbacker 620/12, una chitarra a 12 corde. Questo strumento è celebre per il suo suono brillante e jangly, associato a band come i Byrds e i Beatles, ed è diventato un marchio di fabbrica del suono di Petty. Il suono unico di questa chitarra si può sentire chiaramente in molti brani dell’album, contribuendo all’inconfondibile mix di rock e jangle pop che caratterizza il disco. 

Curiosità: 

Prima della pubblicazione dell’album, Tom Petty affrontò una lunga battaglia legale con la sua casa discografica, MCA Records. Petty era determinato a mantenere il controllo creativo e finanziario sulla sua musica. La disputa rischiava di bloccare l’uscita del disco, ma Petty riuscì a fondare una nuova etichetta, la Backstreet Records, sotto MCA, per pubblicare Damn the Torpedoes.

Rickenbacker 620 FG

Rickenbacker 620 FG

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(1)

Rising Force (Yngwie Malmsteen) – 1984

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Storia dell’album: 

Rising Force, pubblicato nel 1984, è l’album di debutto del chitarrista svedese Yngwie Malmsteen e viene considerato uno dei lavori fondamentali per lo sviluppo del metal neoclassico. L’album combina elementi di musica classica, in particolare ispirati a compositori come Bach, Paganini e Vivaldi, con il virtuosismo chitarristico e l’energia del metal. Questo stile innovativo di Malmsteen, caratterizzato da assoli velocissimi e tecniche avanzate come lo sweep picking, influenzò profondamente generazioni di chitarristi e ridefinì il ruolo della chitarra metal.

Nonostante l’album sia prevalentemente strumentale, ci sono alcune tracce con voce, e Rising Force ottenne un enorme successo commerciale e critico. I brani Black Star e Far Beyond the Sun sono tra i più iconici e mostrano tutta la maestria tecnica di Malmsteen.

Sulla copertina, Yngwie è ritratto con una Fender Stratocaster bianca, uno dei suoi strumenti preferiti. La Fender Stratocaster di Malmsteen è famosa per avere modifiche uniche, come i tasti scalloped, che consentono un maggiore controllo e velocità sulle note. Il suo suono brillante e tagliente, combinato con i pickup single-coil, è diventato un tratto distintivo dello stile di Malmsteen, che continua a utilizzare la Stratocaster come sua chitarra principale.

Curiosità:

Fender ha realizzato una speciale versione Tribute della Stratocaster del ‘71 di Yngwie, in soli 100 esemplari, detta anche “Play Loud”. Il livello di dettaglio è impressionante e potete osservarla qui!

Fender Yngwie Malmsteen MN VW

Fender Yngwie Malmsteen MN VW

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(41)

Brothers in Arms (Dire Straits) – 1985 

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Storia dell’album:

Brothers in Arms, pubblicato nel 1985, è considerato l’album più celebre dei Dire Straits. Scritto quasi interamente dal frontman Mark Knopfler, il disco ha segnato un punto di svolta nella carriera della band, fondendo sapientemente elementi di rock, jazz e blues. L’album è noto per diversi brani diventati veri e propri classici, tra cui Money for Nothing, Walk of Life e la title track Brothers in Arms.

La copertina dell’album raffigura una National Style-O Resonator, un modello di chitarra degli anni ’30 caratterizzato da un corpo in metallo e un suono distintivo. Questo strumento simboleggia il profondo legame della band con la tradizione blues e folk, influenze fondamentali che hanno plasmato lo stile musicale unico dei Dire Straits. 

Curiosità:

Fu uno dei primi album pensati specificamente per il formato digitale per i CD, sfruttando la maggiore durata rispetto ai vinili.

National Reso-Phonic Style O Replicon 14fret

National Reso-Phonic Style O Replicon 14fret

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(2)

Guitar Shop (Jeff Beck) – 1989 

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Storia dell’album: 

Jeff Beck’s Guitar Shop, pubblicato nel 1989, si erge come pietra miliare nella carriera del leggendario chitarrista Jeff Beck. Questo album, frutto della collaborazione con il tastierista Tony Hymas e il batterista Terry Bozzio, è un viaggio sonoro prevalentemente strumentale che fonde sapientemente rock, jazz fusion e blues. Rappresenta un ritorno alle radici sperimentali di Beck, allontanandosi dalle sonorità più commerciali del precedente Flash (1985).La copertina dell’album è diventata tanto iconica quanto la musica che racchiude, suscitando dibattiti animati tra i fan per la sua natura giocosamente “controversa”.

L’artwork sovverte brillantemente l’immagine tradizionale del musicista rock, presentando una scena esilarante e surreale tipica degli anni ’80. Al centro della composizione troviamo Jeff Beck, ma non nei suoi soliti panni di rockstar. L’artista è ritratto invece come un meccanico d’auto, completo di tuta da lavoro e attrezzi in mano. L’oggetto delle sue attenzioni è una Fender Stratocaster, ma rappresentata in modo geniale come se fosse un’automobile in un’officina che riposa su un elevatore. Jeff, con precisione chirurgica, “revisiona” lo strumento: le sue mani esperte regolano i pick-up con la stessa meticolosità di un meccanico che mette a punto un motore o esegue un cambio d’olio.

Curiosità:

L’album vinse un Grammy nel 1990 per la miglior performance rock strumentale, consolidando ulteriormente la reputazione di Beck come uno dei migliori chitarristi al mondo.

Fender Jeff Beck Strat OW

Fender Jeff Beck Strat OW

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(25)

Guitar Heaven: The Greatest Guitar Classics of All Time (Santana) – 2010

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Storia dell’album:

Guitar Heaven: The Greatest Guitar Classics of All Time, pubblicato nel 2010, è un audace progetto di Carlos Santana che reinterpreta alcuni dei più grandi classici della chitarra rock. Concepito dal leggendario produttore Clive Davis, l’album vede Santana infondere il suo inconfondibile tocco latino in brani iconici come Whole Lotta Love dei Led Zeppelin, Smoke on the Water dei Deep Purple e Little Wing di Jimi Hendrix e molti altri! Perfino Back in Black degli AC/DC

L’album si distingue per la collaborazione con una serie di cantanti ospiti di alto profilo, tra cui Chris Cornell, Scott Weiland e Rob Thomas, che donano nuove voci a questi pezzi storici. Questa fusione di talenti crea un ponte unico tra l’eredità del rock classico e l’interpretazione contemporanea di Santana.

Sebbene non abbia ricevuto lo stesso plauso critico dei suoi altri lavori, Guitar Heaven rappresenta un tributo personale ai chitarristi che hanno plasmato il suo percorso musicale. È un omaggio alla storia del rock attraverso la lente del virtuosismo di Santana.

La copertina dell’album è un’opera d’arte visiva che incarna perfettamente il concetto di “Guitar Heaven”. Al centro dell’immagine troneggia una chitarra PRS Custom 24 che è ritratta in una luce quasi sacra, avvolta da un’aura dorata e luminosa che  evoca Santana come un’icona religiosa (beh, in effetti per noi chitarristi lo è).

Curiosità:

Ogni traccia dell’album vede la partecipazione di un cantante ospite. Tra questi ci sono Chris Cornell (Soundgarden) che canta Whole Lotta Love, Scott Weiland (Stone Temple Pilots) su Can’t You Hear Me Knocking, e Chris Daughtry su Photograph dei Def Leppard

PRS SE Custom 24/08 VS

PRS SE Custom 24/08 VS

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(24)

+1: London Calling (The Clash) – 1979 

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Sebbene questo album non rappresenti in copertina una chitarra ma un basso, è giusto concedergli una menzione d’onore.

London Calling, l’album dei The Clash pubblicato nel 1979, si erge come pietra miliare nella storia del rock e del punk, segnando un punto di svolta cruciale per la band e per il genere stesso. Questo capolavoro rappresenta l’evoluzione dei Clash oltre le radici punk, esplorando un ricco panorama sonoro che abbraccia rockabilly, ska, reggae e jazz. Il disco cattura magistralmente lo spirito tumultuoso della fine degli anni ’70 nel Regno Unito, affrontando temi di disillusione sociale, critica politica e ribellione giovanile con una potenza e una profondità senza precedenti. La copertina di London Calling è diventata un’icona culturale tanto quanto la musica che racchiude. L’immagine, catturata dalla fotografa Pennie Smith, immortala un momento di pura energia punk rock: il bassista Paul Simonon nell’atto di distruggere il suo Fender Precision sul palco del Palladium di New York.

Questo gesto, nato dalla frustrazione per problemi tecnici e per la percezione di un pubblico apatico, si è trasformato in uno dei simboli più potenti della ribellione rock.L’impatto visivo della copertina è amplificato dal design grafico che omaggia l’album di debutto di Elvis Presley del 1956 (il primo raccontato nel nostro articolo!). Il titolo London Calling, scritto in rosa e verde, crea un ponte visivo tra il rock ‘n’ roll classico e l’attitudine punk dei Clash, sottolineando la continuità nella tradizione della musica ribelle. Paradossalmente, Simonon ha in seguito espresso rimpianto per aver distrutto quello che era uno dei suoi bassi preferiti, aggiungendo un tocco di ironia alla leggenda.

Questa dualità tra il gesto impulsivo e il successivo rammarico riflette perfettamente la complessità e le contraddizioni dell’ethos punk. La copertina di London Calling trascende il suo ruolo di semplice involucro per un album musicale. È diventata un’immagine definitive della cultura rock, un simbolo duraturo di ribellione giovanile. La sua influenza si estende ben oltre il mondo della musica, incarnando lo spirito di un’era e ispirando generazioni di artisti. Questa singola fotografia racchiude l’essenza del punk rock: energia grezza, distruzione creativa e il rifiuto appassionato dello status quo.

Curiosità:

Il titolo dell’album evoca la frase “This is London calling…“, utilizzata dalla BBC durante la Seconda Guerra Mondiale per le trasmissioni internazionali. 

Fender AM Pro II P Bass MN OWT

Fender AM Pro II P Bass MN OWT

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Leonardo Maschio