Da moltissimi anni celebrato come uno dei chitarristi più virtuosi del jazz strumentale contemporaneo, Al Di Meola è un musicista che non ha bisogno di presentazioni. A partire dai lavori con i Return to Forever negli anni Settanta, passando poi per la collaborazione con Paco de Lucía e John McLaughlin, il leggendario Guitar Trio, per arrivare poi ai numerosi album pubblicati da solista, Di Meola è diventato un Maestro della sei corde. La sua padronanza tecnica, i suoi assoli e le sue composizioni di chitarra estremamente veloci e complesse hanno fatto scuola. Già nei primi album, inoltre, il chitarrista americano ha anche iniziato a esplorare le culture mediterranee e i generi acustici come il flamenco. Siamo andati a sentirlo dal vivo per farci inebriare dalle sue potenti vibrazioni.

© Shutterstock/ A.PAES

Al Di Meola: la chitarra che profuma di Mediterraneo

Questa sera io ed Emanuele siamo nuovamente ospiti dello storico locale milanese, a cui vanno i nostri ringraziamenti. Dopo il concerto dell’Oz Noy Trio, di qualche settimana fa, siamo pronti per un’altra grande serata di musica live. La programmazione del Blue Note è sempre ricca, appassionante ed estremamente curata e il cartellone prosegue fino a fine mese, per riprendere poi a settembre. Durante l’estate, però, sarà possibile partecipare agli eventi della serie Blue Note Off e continuare a godere della proposta musicale dal vivo. Oltre a una nuova edizione di Jazz Nights at Don Lisander, nel giardino dello storico ristorante milanese, quest’anno la grande musica jazz sarà anche in Valle d’Aosta, per il Cervino Mountain Music Festival, e al BiM di Milano, il nuovo progetto di rigenerazione urbana nel cuore di Bicocca. Trovate maggiori dettagli sul sito ufficiale del locale.

Al Di Meola è un vero habitué del posto e personalmente ho già avuto modo di ascoltarlo proprio qui, qualche anno fa. Il bis, in ogni caso, è assolutamente gradito. In cassa l’artista pubblicizza anche il suo home event, intitolato Mediterranean Sundance, come una sua famosa composizione. Per informazioni su questo evento esclusivo, che Al ospita nella sua residenza di Capri tra fine luglio e inizio agosto, trovate maggiori dettagli qui. Di Meola organizza eventi similari anche nella sua casa in New Jersey, per cui invece potete controllare qui. Un vero sogno per tutti gli appassionati (ma non accessibile a tutti i portafogli). 

Il trio fotografato da Emanuele Pellegrino

Al ripartirà con il suo tour The Electric Years tra qualche settimana, ma noi questa sera lo ascolteremo in acustico. Non ci sarà spazio, quindi, per la sua Gibson Les Paul nera, con cui ha costruito parte della sua leggenda. Non sentiremo nemmeno la sua signature, la PRS Al Di Meola Prism, ma molto probabilmente verremo allietati da una Felipe Conde o da una Ovation, altri marchi che producono strumenti signature per lui.

Gibson Les Paul Custom EB GH

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PRS 70th SE Custom 24-08 Quilt BlF

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Felipe Conde FP-14 Flamenco Estudio

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Ovation Celebrity Tradition CS24C-5-G

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Ci accomodiamo nella parte alta del locale e, dopo qualche minuto, entrano i musicisti. Dopo aver preso posto, Al, da navigato professionista, presenta subito i due compagni di palco per la serata: ad accompagnarlo ci saranno Peo Alfonsi alla chitarra e Sergio Martinez alle percussioni. Ringrazia inoltre il pubblico presente e, soprattutto, ringrazia di essere ancora vivo. Il grande chitarrista è stato infatti colpito da un infarto durante un concerto nel settembre dell’anno scorso, ma, per fortuna, si è ripreso alla grande ed è ancora in tour con la sua meravigliosa musica. Questa sera, in particolare, ci proporrà delle nuove canzoni, contenute nell’album in uscita a luglio. Il concerto sarà quindi una sorta di assaggio del disco.

Mentre noi siamo già estasiati dal fatto che i due chitarristi hanno tutte le partiture dei brani che suoneranno su dei piccoli leggii, il concerto inizia con il brano Fandango. Bastano poche note per percepire il livello di un musicista come Di Meola: il suo ritmo è ispirato e il suo playing ci fa subito sognare. Del resto è Al Di Meola, non ci aspettavamo altro. La sua è davvero una musica che profuma di Mediterraneo, ma inebria come l’Oriente.

Nel secondo brano ci sentiremmo bene la voce di Pino Daniele (con cui Al ha inciso anche un brano nel 1998, The Infinite Desire), mentre notiamo che Sergio fa largo uso del suo cajon, su cui è anche seduto. Al invece sfrutta anche qualche suono elettrico per la sua chitarra, che assume un sapore molto anni Ottanta. Forse non il nostro suono preferito, per dirla tutta, ma notiamo che lo aziona con il pedale d’espressione di un Roland VG-88. Anche Peo in ogni caso esegue le sue parti con grande passione e trasporto e la fine del brano viene celebrato con un pugnetto tra i due chitarristi, che si complimentano vicendevolmente.

La strumentazione presente sul palco

Ora Al ci presenta il suo ultimo singolo, uscito poche settimane fa e ispirato da sua figlia. La bambina, dopo aver visto il balletto Lo Schiaccianoci di Čajkovskij, ne è rimasta molto impressionata e ha cercato di ripetere le mosse viste in teatro. Guardandola, Al ha scritto questo motivo, divenuto poi una grande produzione, per cui ha anche registrato un’orchestra da camera proprio qui a Milano. Ava’s Dance in the Moonlight è un brano estremamente emotivo e stratificato. Il playing di Al per noi è molto complesso da capire, ma è pieno di colori e di sfumature. A vederlo sembra un chitarrista elettrico adattato sulla classica, per il posizionamento delle mani e l’uso di tecniche come la plettrata alternata o i suoi vibrati. Il suo feeling, però, è da chitarrista classico.

Ora è il momento di Milonga Noctiva, il primo brano contenuto nell’album Opus del 2018. È incredibile vedere due musicisti leggere e suonare con tale feeling, specie poi se si è abituati, come noi, al chitarrismo “non scritto” del rock. Tuttavia, c’è un po’ di spazio anche per i lidi a noi più familiari. Quando Al inizia a suonare e plettrare a tutta velocità, è ancora velocissimo come un tempo, e sembra quasi che lo spirito di Malmsteen si sia impossessato di lui per qualche secondo.

Al è pienamente padrone dei suoi suoni, tanto da avere anche un mixer vicino alla sua postazione, con cui si regola continuamente. Per il brano successivo resta solo la sua chitarra sul palco, per iniziare un  bel duetto con il cajon di Sergio. Ecco anche la prima cover, Norwegian Wood. La passione di Al per i Beatles è testimoniata anche dal disco All Your Life: A Tribute to the Beatles, registrato proprio negli studi di Abbey Road.

Ovviamente riconosciamo il tema, del brano, ma poi lo sviluppo è tutta un’interpretazione di Al. Torna quindi in scena Peo per un altro duetto, questa volta solo tra chitarre, che è probabilmente il momento più alto della serata. La musica di Al è pura poesia mediterranea, quasi etnica, in cui riconosciamo i colori, i sapori e quasi gli odori di quelle terre. Poi il pezzo prende ritmo, ed ecco che ritroviamo il cajon e il ritmo diventa ossessivo e martellante, fino al crescendo finale.

La presentazione del primo brano composto per il nuovo disco, che sarà un doppio, permette ad Al di raccontare come è stata scritta tutta l’opera. Durante la pandemia causata dal COVID, per non pensare a quando succedeva nel mondo e dato il molto tempo a disposizione, il chitarrista ha costruito tutto il disco, compresa questa ballad, Tears of Hope.

I musicisti leggono e, ripeto, per noi è un grande piacere vederlo e ascoltarli. Anche in questo caso Sergio è inoperoso per gran parte del brano e questo ci permette di sentire meglio anche una punta di riverbero nel suono di Al. Dopo aver riaccordato le chitarre si parte subito con il brano successivo, in cui questa volta Sergio usa le semplici mani per tenere il ritmo, lasciando a riposo il suo ricco set di percussioni e arrivando all’essenza del ritmo. Anche in questo caso, il crescendo finale è magnifico ed esaltante.

“Ora ne suoniamo una difficile” annuncia Al, come se tutto quello che abbiamo ascoltato finora sia stato un semplice riscaldamento. Il bonario chitarrista suona veramente in modo magnifico e ogni tanto riesce anche a colorare i brani con degli armonici impossibili per noi umani. Il suo senso del ritmo e le sonorità sono da primissimo della classe, forse addirittura da migliore al mondo per il genere. I tre musicisti hanno la potenza di un’intera orchestra sul sentitissimo finale e, dopo circa un’ora e venti, il concerto giunge al termine. Tanto è bastato ad Al e ai suoi per rapirci e incantarci con la potenza della musica.

Forse anche perché dopo ha un altro set, non riusciamo a salutare il chitarrista americano a fine spettacolo. Al bancone dedicato al suo merchandising notiamo infatti che la gran parte dei dischi e dei vinili in vendita sono già autografati. Salutiamo però Peo e Sergio, persone gentili oltre che ottimi musicisti, e prendiamo contatti utili per il futuro. Un’altra magnifica serata di musica live si conclude e noi non possiamo fare altro che consigliarvi di andare a sentire Al Di Meola, un Maestro assoluto dello strumento che vi regalerà grandi emozioni.

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Riccardo Yuri Carlucci
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