Dopo i tre appuntamenti della stagione autunnale di grandi concerti dedicati alla chitarra dello Zio Live Music, che vi abbiamo raccontato sulle pagine di Planet Guitar, è arrivato il momento anche del bonus. Luca Meneghello è stato infatti ospite del locale alle porte di Milano per presentare il suo ultimo lavoro in studio, From Earth to Space. Accompagnato da una super band, Luca ha fatto letteralmente cantare la sua chitarra con una scaletta bellissima di brani inediti. Eccovi il nostro racconto della serata.

Luca Meneghello: soundcheck, intervista e rig rundown

Anche questa volta io e Lorenzo arriviamo al locale presto, in tempo per il soundcheck. Ci sentiamo ormai quasi di famiglia allo Zio Live, con “lo zio” Carlo e “la zia” Clara che come sempre ci accolgono nel migliore dei modi. I musicisti stanno già cercando i suoni giusti, regolandosi con il supporto di Carlo come fonico. Mentre aspetta di imbracciare la sua chitarra, chiacchieriamo un po’ con Luca. Ovviamente, parliamo fin da subito di chitarre e chitarristi.

In particolare ci concentriamo su uno dei chitarristi che Luca ha citato nell’intervista realizzata con noi qualche mese fa come suo punto di riferimento: Scott Henderson, che abbiamo ascoltato proprio qui allo Zio Live a febbraio scorso. Luca si ricorda di quando ha visto dal vivo Scott le prime volte, quando suonava chitarre Ibanez e non la sua Suhr signature a cui ormai quasi tutti lo colleghiamo. Passiamo poi a parlare di un altro grandissimo, Robben Ford, che abbiamo ascoltato e intervistato mercoledì scorso a Brescia. Di Ford, Luca si ricorda il tour con il progetto The Blue Line

Concluso il soundcheck, dove già sentiamo cose di altissimo livello, Luca Meneghello ci dedica ancora qualche minuto per parlarci un po’ del suo ultimo disco, From Earth to Space che presenterà questa sera, e della strumentazione che utilizzerà per il concerto. Le due chitarre prescelte sono la sua fedele Gibson ES-335 Studio degli anni Novanta, in finitura Ebony e senza le classiche buche “a effe” sul body, e una Fender Stratocaster Fullerton degli anni Ottanta, in finitura Two Tone Sunburst. La prima è presente anche sulla copertina del disco, mentre la seconda è una delle prime realizzazioni dal taglio vintage di Fender, e ricorda una Stratocaster del 1957. Testata e cassa questa sera saranno invece del marchio Koch: sono di proprietà dello zio Carlo e hanno un suono molto Fender, proprio come piace a Luca.

Gibson ES-335 Dot Vintage Ebony

Gibson ES-335 Dot Vintage Ebony

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Fender AV II 57 STRAT MN 2TS

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Koch Amps Studiotone Head

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Ovviamente Luca ci racconta anche tutti i componenti della sua pedaliera. Si parte con un classico wah Dunlop Crybaby, poi, guardando la fila superiore da destra verso sinistra, si passa per un accordatore Boss TU-3, un CS-3 Compression Sustainer dello stesso marchio, il chorus Carl Martin XII e il delay tc electronic Nova Repeater. La fila inferiore si apre con lo Xotic EP Booster, prosegue con i due overdrive Lovepedal Hermida Zendrive e Tech 21 XXL e si chiude con altri due pedali Boss, l’OC-3 Super Octave e il TR-2 Tremolo. Facciamo notare a Luca che abbiamo visto lo Zendrive anche sulla pedaliera di Robben Ford, quindi questo pedale è veramente da tenere d’occhio! Pubblicheremo il contenuto realizzato con Luca molto presto su tutti i nostri canali.

Dunlop Crybaby GCB95

Dunlop Crybaby GCB95

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Boss TU-3

Boss TU-3

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Boss CS-3 Compression Sustainer

Boss CS-3 Compression Sustainer

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Lovepedal Hermida Zendrive

Lovepedal Hermida Zendrive

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Xotic EP Booster

Xotic EP Booster

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Boss OC-5

Boss OC-5

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Boss TR-2

Boss TR-2

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Questa sera i chitarristi di nome Luca sul palco saranno due: troveremo infatti anche il giovane Luca Piola ad arricchire il suono dei brani di Meneghello. Luca suonerà con due chitarre dal top bellissimo: una PRS e una Suhr. Per i suoni si affiderà invece al Line 6 Helix.

PRS SE Custom 24/08 VS

PRS SE Custom 24/08 VS

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Suhr Standard Plus HSS PF TCB

Suhr Standard Plus HSS PF TCB

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Line6 Helix Guitar Processor

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Luca Meneghello: il nuovo disco From Earth to Space

Il concerto inizia alle 22:05, proprio con il primo brano dell’ultimo disco, Voyage on Mars. Come intuito durante il soundcheck, la band anche questa sera è di grandi musicisti. Oltre ai due Luca alle chitarre, troviamo Diego Corradin alla batteria e Lorenzo Poli al basso. Una sessione ritmica di assoluto rispetto e con tantissima esperienza, che sicuramente saprà farci divertire. Su questo primo brano, accompagnato dall’altro Luca con la sua PRS, la 335 di Meneghello è già melodica e ispirata.

Bellissimo il suo suono drive, controllato e misurato ma carico di gain. Merito dello Zendrive? Sicuro, ma non solo. La sua classe e gusto si distinguono fin dalle prime note, con quelle sonorità a metà tra jazz e rock che ci ha raccontato essere caratterizzanti per il suo sound. L’assolo è infatti un crescendo bellissimo e intenso, con scale e bending di qualità. Poi si torna sul tema del pezzo, che si spegne piano piano verso la conclusione.

Luca presenta quindi la band, che è la stessa che l’ha accompagnato nel disco. L’album in realtà è uscito un anno fa, ma non erano ancora riusciti a presentarlo. “Qui c’è gente che lavora sodo!”. Come si è formata questa band? Beh, ce lo spiega Luca. Diego non è solo batterista, ma anche produttore del disco. Lorenzo al basso “è uno che fa la differenza”. Poi serviva uno che supportasse dal vivo tutte quelle chitarre incise, ed ecco Luca Piola, “il vecchio del gruppo, il più anziano”. La simpatia e genuinità di Luca traspare anche in questi momenti.

L’album ha come tema lo spazio, una delle passioni del chitarrista, e il concerto di questa sera proporrà il disco nella sua interezza. Per Walker of the Space è il basso di Lorenzo a partire. La ritmica appoggiata di Luca segue subito dopo. Il suo è un playing dalla grande dinamica, frutto di anni e anni di studio e di palco, capace di intensificarsi quando è il caso e rallentare per lasciare spazio ai passaggi più melodici. Anche la batteria di Diego alterna fill più energici ad altri più atmosferici. È davvero una grande band e lo Zio Live Music si sta già divertendo alla grande.

Luca Meneghello con la Gibson ES 335 Studio – Foto di Lorenzo Alexiu

Ora Luca imbraccia la Stratocaster, per fare un passo indietro e suonare un brano di Relativity, il disco precedente. Dicevamo della passione di Luca per l’astronomia, la scienza e lo spazio… Bajkonur è infatti un brano dedicato a un cosmodromo che c’è in Kazakistan. Nell’originale c’è addirittura il countdown, come quello che sentiamo ad un vero lancio di un razzo spaziale, “ma stasera non ci sarà l’uomo countdown per farlo”. Domina la batteria di Diego sull’inizio del pezzo, raggiunta poi dal basso e a noi sembra proprio di sentire i Pink Floyd, un’altra delle grandi influenze del sound di Luca. Anche la sua schitarrata ci ricorda i grandi fasti di Gilmour e soci, mentre il secondo Luca arpeggia.

Apprezziamo molto anche il suo tone con la Strat, per un playing veramente carichissimo di emotività e sentimento. Giusto anche l’uso della leva del tremolo, che crea feedback vicini a Hendrix e Beck. Durante il pezzo, poi, i suoni si fanno davvero stellari e letteralmente spaziali, più vicini ai Floyd di Barrett che a quelli di Gilmour. Anche il potenziometro del volume, usato con gusto, dà una mano a colorare il brano, soprattutto prima di riprendere il tema e andare verso la chiusura. Grande pezzo!

Si torna alla 335 per un po’ di “baccano”, come lo definisce lo stesso Luca. Non era abbastanza prima, e infatti i suoni cambiano per Gravitational Waves. Brano caratterizzato ancora da grandi schitarrate e bellissimi vibrati, con un grandissimo groove di tutta la band, di veri professionisti. È uno spettacolo sentire questa musica dal vivo. Lo Zio Live questa sera non è sold out come in altre occasioni e ci spiace moltissimo per gli assenti!

Luca Meneghello: la chitarra che canta

Ora un brano strano, Etereo. L’etere non esiste, ed ecco perché Luca ha scritto questo pezzo, che si apre con gli armonici naturali. Un altro grande tema guida tutto il brano e la chitarra di Luca canta. Sono brani strumentali, in cui però non sentiamo l’assenza di una voce: svolge alla grande quel compito proprio la chitarra solista. Il suo tone con la 335 è di un rock-fusion caldo e acido al punto giusto, ricco di quelle frequenze che ci fanno urlare. Arriva lo slide sulla PRS di Luca Piola, per farla letteralmente volare nell’etere, mentre tutta la band sale di intensità.

Luca Meneghello ha realizzato anche qualche pezzo in trio in From Earth to Space, come Space Dance. Questo è un brano con sonorità più vicine al jazz vero e proprio, ma sempre con quel suono rotondo e clean, che satura da solo grazie alla dinamica al tocco. Quello che piace a noi. Luca aggiunge un po’ di delay, mentre le scale e il fraseggio si complicano e salgono di livello, spaziando nel linguaggio di cui Luca è maestro indiscusso da anni.

Si torna poi al disco Relativity e a Sirene, pezzo ispirato da un racconto di Dylan Dog in cui una sirena sbranava gli uomini (la storia dovrebbe essere Il canto della sirena). Inizia con un bell’arpeggio di Meneghello, condito dallo shimmer di Piola con la sua PRS. Anche questo è un grande pezzo cantato dalla chitarra, con il suo suono pieno e rotondo e i vibrati di classe. Sul finale si torna ancora all’arpeggio e allo shimmer, a chiusura di un cerchio per un altro brano superlativo.

Space Waste sarà un gran casino, ci annuncia Luca. Infatti per questo brano il riffone è rock classico e la batteria ha un portato rock autentico. Il casino è quindi di quelli che ci piacciono molto, devastante dall’inizio alla fine. “Un po’ di rifiuti li abbiamo buttati” commenta divertito Meneghello a fine pezzo. “Io mi scateno, poi prendo il microfono e faccio il presentatore e sembro un’altra persona. Sembro psicopatico”.

Dreaming Stars si mantiene su sonorità di altissimo livello. Ci affidiamo sempre alle parole di Luca per commentarlo: “non so se si è capito, ma c’erano anche gli Scorpions negli anni Ottanta”.

Luca Meneghello e la sua band – Foto di Lorenzo Alexiu

Relativity, la title track dell’album del 2013, è un brano dedicato ad Einstein. “È tutto un po’ relativo”. Trova spazio anche Luca Piola per un assolo che dialoga con la chitarra di Meneghello, regalandoci un altro brano fantasmagorico per tutti gli amanti della chitarra. Zelig’s Tune è un quasi blues sempre di quell’album e permette ai compagni di band di Meneghello di sfogarsi con un assolo a testa. Non solo la PRS di Piola quindi, ma anche la sessione ritmica, fantastica tutta sera, trova il suo spazio. Diego e Lorenzo hanno calcato palchi importanti, e si sente. Alla fine di questo altro grande brano, ci chiediamo come abbiamo fatto a non andare mai ad ascoltare dal vivo Luca prima di oggi.

Ultimo pezzo del disco di Luca e della serata sarà la title track dell’album, From Earth to Space. Un altro brano chitarristicamente superbo, che tocca Beck e passa per Blackmore, Page e Clapton, con quest’ultimo omaggiato soprattutto con l’uso del wah, che ci manda proprio sullo spazio.

La band scende la palco, ma gli applausi sono molti e il bis è davvero a grande richiesta. Si riparte da Voyage on Mars e quasi quasi noi speriamo di riascoltare l’intera scaletta. Dopo 1 ora e 40 minuti di grande show e di chitarre infiammate, Luca e soci salutano tutti.

Acquistiamo il disco a fine concerto (non potevamo assolutamente farne a meno) e salutiamo Luca, ringraziandolo per la lezione di stasera. Alla fine di questa serie di concerti che abbiamo ascoltato allo Zio Live possiamo dire di volerne sentire ancora moltissimi. Vi invitiamo come sempre a consultare il sito ufficiale del locale per controllare la programmazione. Rimanete su Planet Guitar per i prossimi eventi dello Zio, ne sentiremo delle belle!

Scaletta – Luca Meneghello – From Earth to Space

  1. Voyage on Mars
  2. Walker of the Space
  3. Bajkonur
  4. Gravitational Waves
  5. Etereo
  6. Space Dance
  7. Sirene
  8. Space Waste
  9. Dreaming Stars
  10. Relativity
  11. Zelig’s Tune
  12. From Earth to Space
  13. (bis) Voyage on Mars

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Riccardo Yuri Carlucci