Come vi abbiamo raccontato sulle pagine di Planet Guitar, lo Zio Live Music di Tavazzano con Villavesco propone una stagione autunnale di grandi concerti dedicati alla chitarra. Il primo appuntamento è con Stef Burns, chitarrista americano molto noto in Italia, assieme ai suoi Brothers. Un quartetto di grandi musicisti per un’altra grande serata di musica live, che siamo pronti a raccontarvi.

Io ed Emanuele arriviamo allo Zio Live Music ed il locale è già quasi pieno. Avevamo scoperto questo posto in occasione del concerto dello Scott Henderson Trio, lo scorso febbraio, rimanendo piacevolmente stupiti dall’atmosfera e dall’acustica del locale. Appena entrati salutiamo e facciamo amicizia con Carlo, il proprietario del locale e lo “Zio” da cui il posto prende il nome, e Clara. Entrambi musicisti (Carlo è chitarrista e Clara è bassista e cantante), parlandoci capiamo subito che è chiaramente la passione a muovere il loro lavoro e la loro attività.

Il locale rispecchia il loro stile e il loro spirito e, con circa 400 posti, è perfetto per ascoltare al meglio un concerto. Questa sera in particolare ipotizziamo che tra il pubblico ci siano molti fan di Vasco, ma non solo. La carriera di Stef Burns parla per lui, e le sue collaborazioni con artisti come Alice Cooper, Huey Lewis and the News, Joe Satriani, Steve Vai e Robert Fripp, lo rendono un esponente di primo livello della chitarra elettrica.

La strumentazione di Stef Burns

A tal proposito, siamo curiosissimi di scoprire con cosa suonerà Stef questa sera. Ci avviciniamo al palco e notiamo subito la testa M-Tech Audio Custom 50 e una cassa Marshall MR1936, una bella 2×12″ stereo perfetta per le dimensioni del locale. Come chitarre notiamo la classica Fender Stratocaster Custom Shop 1991, in finitura Vintage White, suo marchio di fabbrica, e una bellissima Gibson ES-135 in finitura Cherry Red. Per gli effetti, notiamo un setup molto limitato: un Tech 21 MIDI Mongoose, un Boss PS-6 Harmonist, un Alywind Boost, e un Line6 Helix HX Effects, per una scelta quindi che passa dal digitale.

Marshall MR1936

Marshall MR1936

Valutazione dei clienti:
(93)
Fender Vintera II 70s Strat MN VWT

Fender Vintera II 70s Strat MN VWT

Valutazione dei clienti:
(4)
Fender 67 Strat AVW Heavy Relic

Fender 67 Strat AVW Heavy Relic

Nessuna valutazione del cliente ancora disponibile
Tech 21 MIDI Mongoose

Tech 21 MIDI Mongoose

Valutazione dei clienti:
(23)
Boss PS-6 Harmonist

Boss PS-6 Harmonist

Valutazione dei clienti:
(201)
Line6 Helix HX Effects

Line6 Helix HX Effects

Valutazione dei clienti:
(107)

Un concerto-omaggio a grandi chitarristi

Sono le 21:54 quando vediamo il primo fumo sul palco. La luce a occhio di bue illumina la scritta “Zio”, Stef sale sul palco imbraccia la Strato e via, si parte con il primo brano, Little Shoes. Sarà quindi Mike Stern il primo chitarrista omaggiato questa sera. Per questo primo pezzo, tutto strumentale, il suono è pulito, solo leggermente distorto. Stef è ispirato e quando satura lo fa in modo misurato, ottenendo un suono pieno, definito e ben controllato. Federico Malaman già si diverte con il suo basso, così come Fabio Valdemarin alle tastiere e Paolo Muscovi alla batteria. Apprezziamo molto i vibrati di Stef e in generale il colore dato a questo brano.

Subito cambio chitarra per il prossimo pezzo, Minuano. Questa volta l’omaggio è per Pat Metheny e la ES-135 di Stef è uno spettacolo da sentire. Anche la batteria, ricca di piatti, qui fa sentire particolarmente la sua presenza. Questo, come la versione originale di Pat, è un altro brano atmosferico, dove non servono tante note, e la macchina del fumo contribuisce a creare l’ambiente giusto. Sottolineiamo ancora l’ottima acustica del locale: riusciamo a percepire distintamente tutte le sfumature degli strumenti e i dettagli, cosa non affatto scontata.

Questo è un grande piacere, a maggior ragione quando si è a sentire un chitarrista come Stef, con un playing maturo, che unisce grande padronanza ritmica, tecnica e dinamica del suono. Un chitarrista vero insomma, fatto e finito. Tutta la band si è difesa alla grandissima nei primi due brani, per il momento con sonorità più a metà tra il jazz e il blues che rock.

Finalmente Steff saluta il pubblico, “Benvenuti, ben trovati, ben arrivati, stasera ci divertiamo” e, dopo un breve siparietto con Fabio, attacca con Mr. Fonebone, brano di Bob Mintzer che è stato interpretato, tra gli altri, anche dal leggendario Jaco Pastorius. Molto divertente ascoltare Stef in questa veste, dove dà sfogo ad un fraseggio molto ricco e misto, e sicuramente non limitato alla semplice pentatonica. Certo, avere i suoi tre Brothers sul palco non è affatto male, anzi. In particolare è Federico al basso a deliziarci con un bellissimo assolo, mentre anche Stef lo osserva, tra il sorpreso e l’ammirato.

Un brano in cui c’è però spazio e gloria anche per Fabio e Paolo, che si scatenano sui loro strumenti. Ecco Stef infatti a fine brano presentare il resto della band, prima di spoilerarci parte della scaletta di questa sera. Sarà un concerto-omaggio a tanti chitarristi; oltre a quelli che abbiamo già sentito, troveranno spazio brani di Jeff Beck, Stevie Ray Vaughan e… Stef Burns!

Cross The Heartland è un altro omaggio a Metheny e alla sua straordinaria carriera. Un altro brano che comunica positività e grandi vibes e, anche in questo caso, Malaman ci colpisce per la sua abilità e personalità al basso: è quasi un secondo chitarrista solista. Stef è un leader tranquillo, capace di farsi da parte al momento giusto, ma quando si vuole prendere la scena sale in cattedra con facilità e presenza scenica.

Si torna alla Strat per il primo brano di Stef che sentiremo questa sera. Us è estratto dal disco del 2014 della Stef Burns League Roots & Wings ed è stato scritto con il tastierista Fabio. A tal proposito, sarà questo il disco che potremo acquistare a fine concerto. Con il suo italiano dal forte accento americano, Stef scherza sui lettori CD che ormai mancano, sono rimasti davvero in pochi ad averli. Ciò non gli impedisce certo di provare a vendere comunque il disco, che ha ristampato apposta. La copertina è bella, le foto sono belle, il CD lo puoi usare anche come sottobicchiere oppure, su suggerimento del pubblico, per pulire il parabrezza dell’auto dal ghiaccio. Vale la pena comprarlo insomma.

Per quanto riguarda Us, vi possiamo dire che i temi dei brani di Stef sono ben riconoscibili e si sentono le sonorità dei grandi della sei corde che sono stati tra i suoi riferimenti. Sentiamo finalmente anche la leva del tremolo della Strat e il suono è quel crunch ben definito che ci piace tanto.

Malaman parte a slappare per Never Alone, l’annunciato omaggio a Jeff Beck. Il brano del chitarrista inglese, scomparso l’anno scorso, è sentito e lirico, ricco di emotività, proprio come il titolo del disco del 2010 in cui era in origine contenuto, Emotion & Commotion. Ormai Stef è caldo e lo interpreta in modo ottimale; sull’assolo libera il suo lato più hard rock, facendo di questo il pezzo migliore della serata finora.

Nutty di Thelonious Monk risulta essere quasi un divertissement per la band, con citazioni qua e là di molti temi classici. Una pausa semiseria e ironica, esattamente a metà concerto. “Io prendo due Moment dopo ogni concerto per il dolore in faccia, per le risate” ci confessa infatti Stef. Il pezzo successivo è Shine, altra composizione originale del chitarrista americano che chiude il disco World, Universe, Infinity del 2014. Ancora un brano dai tratti lirici, con bending tiratissimi e lunghi, per lasciare che le note dicano veramente quello che intendeva Stef. Si gioca anche con il potenziometro del volume, un tocco di classe che i grandi interpreti della Strat non si fanno mancare.

Per Last Train Home è ancora Metheny il chitarrista scelto per il tributo, e Stef utilizza nuovamente la ES-135, in questo brano dove la batteria sembra proprio simulare un treno in corsa. Personalmente preferisco Stef con il suono della sua Strat, ma non abbiamo nulla da eccepire anche in questo terzo tributo al grande Pat. Sentiamo la mancanza di un suono pienamente analogico? Forse, anche se il Line6 Helix HX Effects è veramente un gran pedale multieffetto. 

Ora torniamo a Swamp Tea, primo disco solista di Stef targato 1999, che contiene anche brani scritti addirittura negli anni Ottanta. Il chitarrista ci confessa “credimi, le vecchie cose sono migliori”, prima di suonare Alligator Pie. Qui il riffone della Strat si fa sentire eccome, così come il gain, altissimo ma sempre controllato. Stef è proprio a suo agio e si diverte nel botta e risposta con le tastiere di Fabio. La scaletta di quel disco era chiusa da Echo Lake, uno dei classici di Stef che ha trovato spazio come interludio anche nei concerti di Vasco. È un altro brano dei suoi, con queste melodie misurate e ispirate, con un fraseggio sempre preciso e che viaggia su e giù per la tastiera con naturalezza, senza strafare, ma sapendo quando è il momento dei crescendo di intensità e di dare “la botta”. Altro grande momento della serata, forse davvero l’apice.

“Do you have the time for another song?”, scherza ancora con il pubblico, prima di iniziare per scherzo Basket Case dei Green Day, ispirato dalle sue stesse parole. Vi assicuriamo che Stef potrebbe suonarla a occhi chiusi (voi invece potete impararla qui), ma in realtà per il brano successivo serve tutt’altra maturità. Couldn’t Stand the Weather di SRV non è affatto per tutti, ma per Stef sì. La sua mano destra vola sulla ritmica e decide anche che è il momento di cantare un po’. Il suono qui diventa wet, aggressivo, carico di gain a manetta. I bending si sprecano ma sono sempre giusti e intonati. C’è spazio ancora per il basso slappato di Malaman, per un assolo veramente a livello dei più grandi esponenti dello strumento in Italia, e non solo. Il brano risulta davvero un ottimo tributo a un mostro sacro della sei corde.

“Imparo qualcosa ogni momento da questi tre fantastici musicisti” e non fatichiamo a credere a Stef, la band è veramente di alto livello ed è proprio un peccato farli andare via. C’è spazio però per almeno un bis: il brano scelto è Revelation degli Yellowjackets. Dopo circa 1 ora e 40 di show validissimo il concerto si chiude e Stef si rende disponibile per le foto di rito con il pubblico e la firma di qualche autografo su poster e CD.

Stef si conferma essere un chitarrista di altissimo livello, che merita assolutamente di essere ascoltato dal vivo. L’appuntamento allo Zio Live Music è per il prossimo 12 ottobre, per il concerto di Greg Howe. Ci vediamo lì!

Steff Burns Brothers: la scaletta

  1. Little Shoes
  2. Minuano
  3. Mr. Fonebone
  4. Cross The Heartland
  5. Us
  6. Never Alone
  7. Nutty
  8. Shine
  9. Last Train Home
  10. Alligator Pie
  11. Echo Lake
  12. Couldn’t Stand the Weather
  13. (bis) Revelation

Contenuti Correlati

Riccardo Yuri Carlucci