Breve analisi di alcuni casi di plagi musicali più famosi: Michael Jackson, Prince, e altri ancora…quando si parla di plagio musicale spesso è perché i protagonisti sono giganti della musica internazionale. Se poi a questi si contrappongono degli artisti meno famosi si è soliti assistere al classico scontro Davide/Golia che ci porta tendenzialmente a tifare per il più “debole”, con ancora più forza se si tratta di un cantante italiano.

Credits: Shutterstock – Olivier Le Moal

Sono diversi infatti i casi di plagio musicale che hanno riempito pagine di  cronache nazionali e internazionali e che hanno visto coinvolti artisti di diverse nazionalità. Nel presente articolo ricorderemo cinque casi, fra i più famosi, con un trascorso nelle aule di Tribunale.

Ma prima, quando si parla di plagi musicali?

I plagi musicali si configurano quando viene posta in essere una violazione del diritto morale sulla paternità dell’opera, che si realizza  concretamente nell’appropriazione degli elementi creativi dell’opera altrui. 

Che diritti ha l’autore? 

In base all’art. 20 della legge sul diritto d’autore (l. n. 633/1941), l’autore conserva il diritto di rivendicare la paternità dell’opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, e a ogni atto a danno dell’opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione. 

Posso chiedere i danni? 

La violazione dei diritti d’autore darà modo all’artista plagiato di richiedere anche il risarcimento dei danni derivanti dal plagio.

Ci sono altri tipi di plagi musicali? 

La contraffazione: ovvero la riproduzione abusiva dell’opera tutelata senza che sia tolta la paternità all’autore. 

Il plagio evolutivo: ovvero una distinzione solo formale delle opere comparate, sicché la nuova, per quanto non sia pedissequamente imitativa o riproduttiva dell’originaria, in conseguenza del tratto sostanzialmente rielaborato dell’intervento su di essa eseguito, si traduce non già in un’opera originale e individuale, per quanto ispirata da quella esistente, ma nell’abusiva, e non autorizzata, rielaborazione di quest’ultima. 

Chi decide se vi è plagio?

In Italia, ma tendenzialmente in tutto il mondo, il soggetto che decide sulla sussistenza o meno di plagi musicali è il Tribunale. Prima, però, il Giudice dovrà verificare che l’opera che si assume plagiata rivesta carattere creativo sì da meritare la protezione del diritto d’autore. Questa verifica non è scontata ma anzi di vitale importanza in particolare nel campo della musica leggera, dove è la melodia a essere l’elemento individuante dell’opera. Il brano di musica leggera che, per la semplicità della melodia, simile a numerosi precedenti, sia carente del requisito dell’originalità non è infatti tutelabile dal diritto di autore.

Una volta accertato quanto detto, il Giudice (di solito coadiuvato da un consulente tecnico) effettuerà un esame nel merito tra i brani. E infine deciderà.

Non sempre quindi ci troviamo di fronte a delle violazioni del diritto d’autore. Ma è chiaro che quando succede, e sono coinvolti autori internazionali, la vicenda fa rumore.

Casi famosi di plagi musicali, in Italia e nel mondo

Michael Jackson Vs Albano

Tra le più celebri impossibile non citare (anche con qualche parola in più) la controversia tra Michael Jackson e Albano. Con la definizione transattiva della vicenda tra i due cantanti, dopo diverse battaglie giudiziali. E un apparente promessa, mai mantenuta, di vederli esibire insieme.

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I fatti. Nel maggio 1992 il cantautore Albano Carrisi (in arte Albano) ricorreva in giudizio tramite ricorso cautelare presso il Pretore di Roma, ottenendo, nel dicembre 1994, all’esito di tre successivi accertamenti tecnici e di altra articolata istruttoria, provvisoria cautela avverso la condotta del cantante e autore statunitense Michael Jackson, il quale con la sua canzone «Will you be there» aveva asseritamente plagiato la precedente composizione di Albano «I cigni di Balaka».

Nel gennaio 1995 la Sony (titolare, con Mijac e Fortissimo, dei diritti sulla canzone di Jackson) conveniva dinanzi il Tribunale di Milano i due artisti, chiedendo, previo accertamento di merito dell’insussistenza del plagio, la revoca del provvedimento cautelare ed il risarcimento generico dei danni subiti per l’esecuzione di quell’ordinanza. Nelle more di questo giudizio civile di primo grado da un lato Albano proponeva la causa di merito dinanzi il Tribunale di Roma, da un altro Michael Jackson veniva raggiunto da un decreto di citazione a giudizio per il reato di cui all’art. 171 L.A., da un altro ancora il Tribunale di Roma, nel 1997, revocava, in sede di reclamo, l’ordinanza cautelare, poiché emessa in difetto di competenza territoriale cd in assenza dei presupposti di merito.

La sentenza del 1997

Con la sentenza del novembre 1997, il Tribunale di Milano, nel merito, ampiamente argomentando sulla scorta delle numerose consulenze musicali, d’ufficio e di parte, esperite nelle varie controversie, riconosceva la stretta somiglianza del brano di Jackson con quello di Albano, ma negando a quest’ultimo, a sua volta simile, nella semplicità della melodia, a numerosi altri precedenti, quel grado di originalità necessario a fondare l’invocata tutela del diritto d’autore. Il Tribunale accertava quindi l’insussistenza del plagio, respingendo perciò le domande di Albano, ma respingendo altresì le domande risarcitorie di Jackson, Sony, Mijac e Fortissimo.

Tale sentenza veniva appellata da Albano. Nel 1999, a pochi mesi di distanza, la Corte d’Appello di Milano e la Pretura Penale di Roma si espressero in senso contrastante. Infatti, mentre la corte meneghina, pur riconoscendo l’identicità delle melodie, evidenziava come la scala maggiore adottata, con «ornamenti», da entrambi gli autori rappresentasse un dato talmente semplice del linguaggio musicale da risultare di uso comune, escludendo quindi che la canzone di Albano fosse tutelata dal diritto d’autore, la pretura romana diede ragione al cantante italiano, dopo che i periti riscontrarono la presenza di ben 37 note consecutive identiche nei ritornelli dei due brani, condannando Jackson per il reato di plagio.

La vicenda si concluse pochi anni dopo, con i due cantanti che stipularono un accordo transattivo per definire la vicenda (nel 2001 si concluse anche il procedimento penale di Roma con il ribaltamento della sentenza del 1999 e la definitiva assoluzione di Jackson).

Prince Vs Bergonzi e Vicino

Un’altra controversia sorta a fine secolo scorso ma conclusasi solo di recente riguarda il cantante americano Prince e due artisti italiani, Michele Bergonzi e Bruno Vicino

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I fatti. La causa, iniziata nel 1995, ha dato vita a più di vent’anni di atti giudiziari tra Prince, autore del brano “The most beautiful girl in the World”, e gli italiani Bruno Bergonzi e Michele Vicino, autori di “Takin’ me to paradise”. Secondo i giudici italiani, la canzone di Prince risultava identica, almeno in parte, nella parte musicale, al brano di Bergonzi e Vicino, pubblicato nel 1983. La controversia non iniziò nel migliore dei modi per il duo italiano, con una prima sentenza nel 2003 che gli vide dare torto. I due artisti italiani non demorsero e si rifecero nel 2008, con la Corte d’Appello di Roma che condannò Prince per plagio, ribaltando la decisione di I grado. La Cassazione, infine, nel 2015 e poi nel 2021, confermò di fatto la violazione del diritto d’autore e la condanna di Prince al risarcimento dei danni. Prince scomparirà nel 2016.

Bacalov Vs Endrigo

Altro caso “da oscar” ha visto coinvolti i musicisti Luis Bacalov e Sergio Endrigo, e la colonna sonora de Il postino, film di Massimo Troisi. 

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I fatti. Nel 1996, Luis Bacalov vince il Premio Oscar per la colonna sonora de Il postino, film capolavoro di Massimo Troisi uscito nelle sale nel 1994. Sergio Endrigo riconosce nel tema del film la melodia di un suo brano, “Nelle mie notti”, di vent’anni precedente, e in particolare quattro battute costituenti il motivo base della canzone composta nel 1973. La controversia darà luogo a un lungo contenzioso legale, conclusosi soltanto nel 2013 con una transazione tra le parti. Bacalov accetterà infine di riconoscere la co-autorialità della composizione a Endrigo, ormai scomparso.

Gilbert Montagné Vs Gianni Nazzaro

Altro caso di plagio internazionale ha visto coinvolte una delle canzoni più famose del cantante francese non vedente Gilbert Montagné “On va s’aimer” del 1983 e la canzone “Une fille de France” interpretata da Gianni Nazzaro

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I fatti. Il caso venne portato all’attenzione del Tribunale dalla casa discografica di Montagné nel 2002 al fine di accertare che il brano musicale “On va s’aimer” non costituisse plagio della canzone “Une fille de France” di Gianni Nazzaro. 

Dopo quasi un decennio il Tribunale di Milano darà ragione a Gianni Nazzaro. Si trattava effettivamente di plagio. Attualmente la causa è in discussione davanti la Corte d’Appello. 

Plagi musicali, il caso Mulino Bianco

Abbiamo visto però come non sempre quando si accusa qualcuno di plagio, il Tribunale poi confermi il pensiero iniziale. Succede non solo per i brani più affermati, ma anche per i cd. jingle, motivetti musicali usati spesso nelle pubblicità. 

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Un recente caso davanti il Tribunale di Roma ha infatti riguardato il brano musicale “GrainLand”, colonna sonora della pubblicità della Mulino Bianco 2012 “Un mondo buono” di Alessandro Ivano Branca e Serena Barenghi Fittipaldi Menarini, e il brano “Gull” di Califri.

Il Tribunale ha infatti ritenuto, alla luce delle risultanze della consulenza tecnica d’ufficio, che non vi sia stato un comportamento illegittimo posto in essere dagli autori in relazione alle attività di ideazione, composizione, produzione ed utilizzazione del brano musicale “GrainLand”, non essendo emerse le contestate condotte di plagio, contraffazione o camuffamento rispetto al frammento del brano “Gull” individuato dalla parte attrice.

Per concludere, accade spesso che nel campo musicale molti brani siano simili tra loro. Non tutti però finiscono in giudizio. Molte controversie finiscono ancor prima di iniziare, con le parti che si accordano tra di loro dopo un reciproco scambio di diffide. Tanti altri, invece, durante la causa. Molti, infine, non si concretizzano poiché i Tribunali – ancor prima di valutare l’esistenza del plagio – affermano la carenza dei requisiti autoriali in capo agli autori che si ritengono plagiati. Sarà sempre bene, quindi, verificare che il proprio brano sia dotato di tutti i requisiti previsti dalla legge affinché possa presentarsi con una certa sicurezza un’azione legale nei confronti dei contraffattori.

Redazione