Per diventare davvero bravi con la chitarra, occorre molta pratica, tempo e pazienza. Ma anche così, la curva di apprendimento non può essere sempre in salita, perché nella pratica quotidiana si insinuano spesso la scarsa motivazione, le difficoltà e, infine, la frustrazione. Questi blocchi, che ostacolano ogni progresso, possono facilmente portarci alla disperazione.
È utile fare un passo indietro e ricordare alcuni aspetti che spesso si perdono di vista quando ci si esercita. Nell’articolo che segue, ho elencato sette motivi che possono essere all’origine dell’impossibilità di progredire correttamente con il proprio strumento.
Indice
- Utilizzare in modo poco efficace il tempo a disposizione per esercitarsi
- Esercitarsi suonando troppo velocemente
- Non migliorare le proprie conoscenze di teoria musicale e tastiera
- Non ampliare il proprio orizzonte musicale
- Non avere un insegnante
- Non suonare in una band
- Non prendersi una pausa
Utilizzare in modo poco efficace il tempo a disposizione per esercitarsi
Esercitarsi in modo inefficace è uno dei motivi principali per cui i musicisti hanno difficoltà a progredire con il proprio strumento. Ciò non sorprende, perché una pratica intensa richiede molta disciplina. Questa sfida, dunque, non è affrontata solo dai principianti della chitarra, ma è anche un tema ricorrente nella vita professionale dei chitarristi più esperti. È importante distinguere quando si suona semplicemente la chitarra e quando ci si esercita con concentrazione.
Per evitare fraintendimenti:
“Suonare semplicemente” la chitarra dovrebbe essere fatto il più possibile, perché in questo modo si ottiene anche un effetto di apprendimento e si crea allo stesso tempo una solida routine esecutiva. Inoltre, suonare semplicemente lo strumento è la cosa più divertente e, per non perdere entusiasmo non va andrebbe mai trascurato.
Tuttavia, quando ci si esercita davvero, la questione non è tanto quella di suonare la chitarra, quanto quella di concentrarsi in modo mirato su un determinato punto. Ad esempio, può trattarsi di una certa tecnica esecutiva o di diteggiature sulla tastiera.
Bisogna essere consapevoli che la concentrazione in una sessione di pratica è limitata e che il semplice “cazzeggio” sulla chitarra è controproducente.
Un consiglio è quello di pianificare nella vita di tutti i giorni brevi sessioni di pratica di 10-20 minuti, da dedicare a un argomento specifico in combinazione con un piano di studio e da utilizzare solo per questo. Non affrontate troppe cose in una volta sola e datevi anche il tempo di elaborare ciò che avete imparato. Uno o due giorni dopo, ripassate l’argomento, rivedete e consolidate il materiale e lavorateci di nuovo.
Esercitarsi suonando troppo velocemente
Anche il secondo punto è molto tipico e si può osservare spesso nell’insegnamento quotidiano agli studenti. Quando si tratta una nuova tecnica esecutiva, si dovrebbe prima praticarla lentamente per capire esattamente il movimento. Se invece si inizia subito a suonare il più velocemente possibile, spesso si commettono errori che devono essere poi corretti con fatica in un secondo momento. Anche nel caso di un nuovo brano molto lungo, è opportuno dividere il materiale in piccoli pezzi ed esercitarsi lentamente all’inizio.
Questo, tra l’altro, ci riporta al punto 1 e alle sessioni di pratica mirate, che sono l’ideale per questo! Tuttavia, non c’è nulla di male a volersi testare di tanto in tanto per cercare i propri limiti e superarli.
Non migliorare le proprie conoscenze di teoria musicale e tastiera
Suonate sempre le stesse sequenze di note e gli stessi lick e le vostre progressioni di accordi si assomigliano tra loro? Allora potrebbe essere arrivato il momento di approfondire la teoria musicale e di trasferire quanto appreso sulla tastiera.
Molti musicisti sono inizialmente scoraggiati dai libri di teoria musicale perché l’argomento sembra molto vasto e complesso. In realtà, le nozioni di teoria musicale possono essere affrontate e approfondite in continuazione anche da professionisti. Anche in questo caso, quindi, ci vogliono tempo e pazienza. Tuttavia, non appena si iniziano a comprendere con maggiore precisione le connessioni teorico-musicali di scale e accordi, si aprono mondi completamente nuovi dal punto di vista sonoro che vale la pena affrontare!
Non ampliare il proprio orizzonte musicale
Il punto 4 ha un background simile al 3. Oltre ad acquisire conoscenze teoriche di base sulla musica, è assolutamente sensato ascoltare orientamenti e stili musicali sconosciuti. Non si tratta necessariamente di adottare completamente una nuova direzione o di cambiare il proprio modo di suonare, ma piuttosto di trarre ispirazione e di avere nuove prospettive. In altre parole: se vi sentite a vostro agio con la chitarra rock, non dovete diventare un chitarrista jazz per ampliare il vostro modo di suonare. Tuttavia, osservare musicisti di altri stili e suonare il loro materiale può essere di grande ispirazione. Se suonate da un po’ di tempo, vi consiglio assolutamente di studiare brani di altri musicisti e di suonarli nel modo più accurato possibile.
Non avere un insegnante
Se avete imparato a suonare la chitarra da autodidatti, un insegnante può aiutarvi a uscire da una situazione di stallo, suggerendovi alcune cose a cui forse non avevate pensato da soli.
Allo stesso modo, un insegnante può essere una fonte di ispirazione con il suo modo di suonare. Anche se prendete lezioni con un insegnante da molto tempo, una o due lezioni con un altro collega che abbia una visione completamente neutrale sul vostro modo di suonare possono essere molto stimolanti.
Non suonare in una band
Anche se al giorno d’oggi esiste una vasta gamma di basi musicali che possono rendere molto più divertente esercitarsi a casa, queste non possono sostituire una vera band. Solo suonando con altri musicisti ci si rende spesso conto di dove c’è ancora bisogno di lavorare. Allo stesso tempo, non c’è niente di più stimolante che suonare con altri musicisti.
Per trovare nuove idee, non basta passare il tempo in sala prove, ma bisogna anche applicare ciò che si è imparato in un contesto pratico.
Non prendersi una pausa
Quando ci si esercita su brani molto impegnativi, può succedere che a un certo punto ci si impantani nei dettagli e si perda di vista il complesso. In questo caso è utile prendere le distanze.
Abbiate il coraggio di mettere da parte il pezzo per qualche giorno o settimana. Spesso è più facile esercitarsi in seguito e i passaggi che prima sembravano inascoltabili perdono un po’ del loro effetto intimidatorio. Non è affatto drammatico, però, se ci si rende conto che si è semplicemente esagerato. In questo caso, vale la pena di dedicare un po’ più di tempo alle nozioni di base e di ripassare il brano in un secondo momento.
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