Nella puntata di oggi del nostro workshop di armonia, vogliamo analizzare una scala che, a quanto pare, è abbastanza sconosciuta ed è utilizzata principalmente dai musicisti classici dal XIX secolo e dai moderni jazzisti. La scala maggiore armonica (MA).
Indice
Questa mancanza di popolarità è del tutto ingiustificata, perché anche nella musica rock e pop ci sono progressioni di accordi che permettono di utilizzare la scala maggiore armonica. In questa sede vorrei presentarvi un piccolo approfondimento teorico e mostrarvi alcuni trucchi e licks su come potete far suonare questa scala.
1. Definizione
Vorrei iniziare con un piccolo excursus teorico e alcune considerazioni generali su questo argomento. La scala “maggiore armonica” è stata citata per la prima volta nel 1853 in “Die Natur der Harmonik und Metrik” (La natura dell’armonia e della metrica) di Moritz Hauptmann, ma anche un po’ più tardi nell’Harmonielehre di Heinrich Schenker, almeno dal punto di vista teorico. Da tempo ha trovato spazio nell’improvvisazione jazzistica moderna.
La scala maggiore armonica è una scala maggiore con la sesta abbassata (b13), facendo un esempio in C maggiore, il A diventa un Ab:
La cosa si fa interessante quando si considera la tonalità minore parallela di C maggiore, cioè A minore, e si passa dalla scala di A minore alla scala di A minore armonica alzando la settima: ne abbiamo parlato nel 5° episodio di questo workshop.
Se ora confrontiamo le due scale, notiamo che la nota alterata rispetto alla scala ionica o eolica, anche e chiamata diversamente a causa dell’enarmonia, è la stessa, ovvero il Ab o il G#. La differenza diventa evidente quando si confronta il terzo modo dell’Armonica Minore (HM3) con l’Armonica Maggiore (MA):
L’alterazione della sesta nella scala MA dà come risultato una quinta giusta e una b13 (nel nostro caso G e Ab). Mentre l’HM3 è caratterizzata da una quinta aumentata e una sesta maggiore:
Di conseguenza, non sorprende che a causa della somiglianza degli intervalli, in particolare dell’intervallo minore, vi siano alcuni parallelismi tra le due scale e che il suono tipicamente “spagnolo” della minore armonica caratterizzi anche la scala maggiore armonica. Se si osservano gli intervalli della scala MA rispetto all’Armonica minore, si nota che differiscono solo di una terza, motivo per cui gli è stato assegnato il nome “Armonica maggiore”:
- Minore Armonica: 1 2 b3 4 5 b6 7
- Maggiore Armonica: 1 2 3 4 5 b6 7
Digressione nerd:
Un altro modo per ottenere la scala maggiore armonica sarebbe quello di “specchiare” la scala minore armonica su un immaginario asse verticale. Cioè, se si suonano gli intervalli della scala minore armonica ascendente in modo speculare verso il basso, si suona praticamente A misolidio b9, che sarebbe il 5° modo di D maggiore armonica. Come ulteriore curiosità, va detto che nella musica carnatica dell’India del Sud esiste un “raga” (una sorta di serie di note) chiamato “Sarasangi”, che corrisponde alla nostra scala MA.
Ma qual è la ragione musicale dell’alterazione della sesta? Per rispondere a questa domanda dobbiamo spingerci un po’ più in là e parlare di nuovo dell’interscambio modale. Si tratta di un principio in base al quale si possono mescolare gli accordi di una scala, ad esempio C maggiore, con gli accordi dell’omonima scala minore, ad esempio C minore. In altre parole, il “materiale tonale minore” viene utilizzato nel modo maggiore, come si può osservare in innumerevoli canzoni pop e, naturalmente, negli standard jazz. Ne abbiamo parlato nel 7° episodio di questo workshop.
Di conseguenza, ci sono tre note che distinguono la scala maggiore dall’omonima scala minore, ossia la terza minore, la sesta minore e la settima minore, che nel nostro esempio significa: C maggiore non ha alterazioni, ma Cm o Eb maggiore ha tre b, ossia Eb, Ab e Bb.
Per ottenere l’interessante miscela minore-maggiore, tuttavia, non è necessario arrivare a prendere in prestito tutte e tre le note alterate da C minore, infatti il concetto di interscambio modale è quello di prendere in prestito solo le singole note della scala minore. Questo porta, nel caso del b6 preso in prestito, a una scala che è stata chiamata prima “minore maggiore” e ora “maggiore armonica”.
Di conseguenza, la maggiore armonica è una scala che ci permette di suonare su accordi presi in prestito dall’omonima scala minore, o accordi che hanno preso in prestito singole note (in questo caso il b6).
Qui trovate le diteggiature delle cinque posizioni della scala MA sulla tastiera.
2. Utilizzo e accordi della scala Maggiore Armonica
In qualità di musicisti, tuttavia, ci interessa soprattutto sapere qual è il senso di questa scala, cioè su quali accordi è utilizzabile?
Come accennato in precedenza, la MA è il nostro nuovo strumento per curare alcuni accordi introdotti tramite un interscambio modale. Per fare tutto ciò dobbiamo prima sforzarci a capire quali accordi e quali modi possiamo ricavare da questa scala:
I | II | III | IV | V | VI | VII |
Maggiore armonica o ionica b6 | Locria 9/13, o dorica b5 | Frigia b4 | Minore melodica #11 o lidio minore | Misolidia b9 | Lidia #5#9 | Diminuita b2 o locria bb7 |
Maj7 | m7b5 | m7 (maj7#9) | mMaj7 | 7 | Maj7#5 | Dim7 |
Per capire meglio il suono, potete ascoltare i singoli modi sugli accordi corrispondenti. Prima suono un accordo di C maggiore, poi il rispettivo accordo del grado con il modo e infine risolvo il tutto in C maggiore:
Maggiore Armonica
Locrio 9/13
Frigio b4
Minore Melodica #11
Misolidio b9
Lidio #5#9
Diminuita b9
Dai nostri esempi derivano alcune strutture di accordi che non sono molto comuni nella musica pop e rock. Potete pensare di dedicare un pò di tempo ad alcuni accordi che ricaviamo dalla nostra scala MA che possono comparire più frequentemente (non solo in brani jazz):
1) La sottodominante minore (4° grado)
fatto che il 4° grado sia “bemollizzato” è comune sia nei gospel che nella musica pop e rock. Buoni esempi sono “Oh, When the Saints” (Spiritual), “Love me tender” (Elvis Presley), “When I’m sixty four” e “In my life” (Beatles). In molti casi compare anche in concomitanza alla sottodominante maggiore e la segue in una cadenza plagale:
C – G7 – C – F- Fm – C
Anche in questo caso vale la formula:
IVm: minore melodica#11 o lidio b3: maggiore armonica della tonalità principale
2) L’accordo di settima diminuita in varie situazioni (7° grado)
Gli accordi diminuiti vengono suonati un semitono sotto le triadi principali. Nel caso di C maggiore, si tratta degli accordi B07, E07 e F#07 per C, F e G.
Se ora consideriamo che in un accordo dim7 qualsiasi nota può essere la tonica, questo ci porta a tre categorie di accordi moltiplicati per quattro posizioni diverse (posizione della tonica più tre rivolti), cioè dodici accordi diminuiti per tonalità:
- Categoria I (con rivolti): semitono sotto la tonica, o VII di I
- Categoria II (con rivolti): semitono sotto la sottodominante, o VII di IV
- Categoria III (con rivolti): semitono sotto la dominante, o VII di V
Questi accordi diminuiti possono ora avere diverse possibilità di risoluzione:
- a) Possono risolvere sullo stesso precedendo il grado di destinazione (ad esempio, da Cdim7 a Cmaj7).
- b) Possono risolvere partendo un semitono sotto rispetto all’accordo di destinazione (ad esempio, il già citato G#dim7 dopo Am7).
- c) Possono risolvere partendo un semitono sopra rispetto all’accordo di destinazione (ad esempio, da Ebdim7 a Dm7).
Anche in questo caso vale la stessa formula:
- Categoria I: Diminuito b2, o maggiore armonica della tonalità principale
- Categoria II: Diminuita b2, o Maggiore armonica della tonica della sottodominante
- Categoria III: Diminuito b2, o Maggiore armonica della tonica della dominante
3) Dominante con b9
Le dominanti alterate non sono rare e con le scale HM5, alterate o semitono-tono abbiamo già a disposizione un ampio arsenale per poter suonare. Tuttavia, se ci muoviamo principalmente in una tonalità e alteriamo la dominante solo con un b9, ma vogliamo mantenere le restanti note della tonalità, possiamo utilizzare il 5° modo della scala MA, ovvero il “misolidio b9”.
Anche in questo caso vale la stessa formula:
V7b9: Mixolydian b9: maggiore armonica della tonalità di destinazione.
Se cercate applicazioni della maggiore armonica al di fuori del contesto pop/rock, la troverete in alcuni standard jazz, come “A Child is born” di Thad Jones, che fa ampio uso della sottodominante minore. Anche “Wave” di Antonio Carlos Jobim può essere suonata con la maggiore armonica nella parte A, perché, se ipotizziamo di essere in tonalità di D maggiore, il Bbdim7, così come il Gm e il F#7 si possono ricavare dalla maggiore armonica di D.
3. Applicazione melodica della scala MA
Per imparare a conoscere e ascoltare nuovo materiale musicale, sia dal punto di vista tecnico che sonoro, è utile suonare sequenze di scale, che mi piace dividere in blocchi di due, tre e quattro note.
Come movimento a due note, scelgo di suonare per terze.
Ecco un esempio ascendente nel pattern 3, partendo dalla tonica:
I movimenti a tre note sono, ad esempio, le triadi, qui suonate in sequenza ascendente nel pattern 3:
I blocchi di quattro note possono essere, ad esempio, i gruppi di 4 note o i tetracordi. In questo caso ho scelto questi ultimi e li ho suonati in sequenza ascendente nel pattern 3:
4. Licks
La scala maggiore armonica è davvero divertente solo se la si usa in un contesto armonico adeguato o su apposite backing track. Si noti che non ha molto senso usare l’armonica maggiore su una progressione completa di accordi, ma piuttosto è bene usarla su quegli accordi che la richiedono. Per questo motivo, ho creato per voi una backing track in C maggiore su cui possiamo applicare la scala MA nella seconda e nella quarta battuta:
Ecco alcuni lick sui cambi di accordo della backing track. I lick 1 e 2 sono eseguiti sul Fm, i lick 3 e 4 sul Bdim7. Fondamentalmente, però, queste frasi funzionano su qualsiasi accordo attinto dalla scala MA!
Lick 1:
Lick 2:
Lick 3:
Lick 4:
E ora vi auguro buon divertimento e buona fortuna con la scala armonica maggiore!
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