La versatilità musicale di Sonny Landreth, classe 1951, è eccezionale, spazia dal blues al cajun e zydeco, sue influenze primordiali, fino al southern rock, percorrendo al contempo tutte le sfumature intermedie. Nato a Canton, nel vicino Mississippi, Sonny vive tuttora in Louisiana, nel mitico paesino di Breaux Bridge. Amante della tradizione e volto all’innovazione, si distingue per lo stile chitarristico inimitabile e la costante ricerca di sonorità nuove, partecipando spesso a progetti sorprendenti e inusitati. Quale miglior personaggio avremmo potuto trovare se non lui, “The King of Slydeco”, quindi, per la nostra rubrica speciale di Planet Guitar, Le Dieci Canzoni?
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She Belongs to Me di Alain Bashung, 1991
Un classico di Bob Dylan rivoltato come un calzino da una slide lancinante
Il Sonny che non ti aspetti “vola” in Francia e lascia il segno in un disco da riscoprire del rocker Alain Bashung.
Curiosità
Osez Joséphine è stato definito dal celebre magazine Rolling Stone il più grande album francese di tutti i tempi. Merito anche di Sonny Landreth? Noi diciamo di sì!
High in the Morning di Eli Cook, 2014
Blues e rock dai contorni hard per l’istrionico Eli Cook
Il magico tocco di Landreth e l’onnipresente organo di un mito dello strumento, il geniale Reese Wynans, trasformano High in the Morning in una discesa agli inferi con ritorno. Dannazione e redenzione.
Curiosità
Eli Cook è un estroso chitarrista, affascinato da colleghi altrettanto virtuosi dello strumento. Non solo Landreth, in Primitive Son (2014) compaiono Titani da noi ampiamente venerati a Planet Guitar: Harvey Mandel, Leslie West ed Eric Gales, scusate se è poco.
Cannibals con Mark Knopfler, live in London, 1996
Due Giganti della sei corde per un diluvio di emozioni
Un pezzo dimenticato troppo presto dai fan, dalla critica e dallo stesso Mark Knopfler nella scaletta dei concerti, brilla come non mai grazie anche a un formidabile intro di due minuti ove la Fender Stratocaster di Sonny si intreccia mirabilmente alla Gibson Les Paul dell’ex Dire Straits. Semplicemente perfetti: brividi!
Curiosità
L’amicizia tra i due chitarristi è di lunga data e merita sicuramente di essere ricordata la comparsata di Mark in uno dei più bei dischi di Landreth, From the Reach (2008).
Gibson 59 LP Standard GPB HPT
Wedding Day di Erja Lyytinen, 2019
Un duetto sorprendente: la Louisiana incontra la Finlandia
Con un sound tra John Lee Hooker e gli ZZ Top, Erja Lyytinen, rocker finlandese di Kuopio, stupisce tutti. E non ci si meraviglia più di Sonny, instancabile sperimentatore, illuminato ambasciatore della chitarra slide in tutto il mondo.
Curiosità
“The King of bottleneck” è presente inoltre in Break My Heart Gently, altro pezzo da novanta all’interno dell’incandescente Another World.
Can’t Let Go con Beth Hart, Live at Iridium Jazz Club, NYC, US, 2017
Fuoco e fiamme in una mitica location
Beth Hart, che voce!
Una voce capace di scrostare l’intonaco dei muri, di far tremare i lampadari: dolcemente sensibile ma al contempo potente, fumosa ma tracimante di soul, focosa ma anche gelidamente inesorabile, appassionata ma incredibilmente vulnerabile. E ora abbinateci la creatività di Sonny Landreth. Non servono altre parole, serve solo godersi cinque minuti di estasi, di incantesimo.
Curiosità
Beth sfodera zampate e ringhi da autentica rocker in tutto lo stupendo Front and Center – Live from New York, infiammando a più riprese un pubblico davvero coinvolto. Da ricordare inoltre il riff hard rock della nerboruta For My Friends, in cui Sonny tocca livelli altrettanto sublimi.
Don’t Wanna Do It di Tom Principato, 2010
Tom & Sonny: la coppia vincente!
Elogiato più volte da Pat Metheny e con il vanto di partnership prestigiose quali Danny Gatton e Big Mama Thornton, il chitarrista blues Tom Principato è sulla scena da ormai cinquant’anni. L’album del 2010, A Part of Me, è una chicca per i cultori del genere e presenta un indovinato sodalizio con Landreth.
Curiosità
Nel disco fioccano gli ospiti, da Brian Auger a Chuck Leavell e Wayne Jackson, ma il top arriva con Don’t Wanna Do It, che si colora di fuoco grazie all’imbizzarrita Fender Stratocaster di Sonny.
Fender Anniv. AM Pro II Strat RW 2TS
Then I’m Gonna Make Love To You di Elliott Murphy, 1995
Forse la collaborazione meno conosciuta, ma tanto intensa e sentita
Non è la prima volta che Elliott Murphy e l’autore di Congo Square si incontrano, ma i loro incroci sono sempre stati inspiegabilmente poco pubblicizzati. Eppure questa Then I’m Gonna Make Love To You, ad esempio, è proprio un gioiellino.
Curiosità
Nel 1975, Murphy pubblica Lost Generation, il suo secondo album.
Sonny Landreth suona, in modo come sempre caratteristico, la slide in alcuni brani ed è la sua prima sessione a pagamento in assoluto. Ne ha percorsa di strada il ragazzo e, guarda caso, proprio vent’anni dopo, eccolo ancora alla corte di Elliott, nel frattempo diventato un carissimo amico.
On Your Way Down con Gov’t Mule e Mike Gordon, Live in New Orleans, US, 2003
Dallo struggente The Deepest End un brano con due guitar hero formidabili
Ingredienti: prendete due maestri del bottleneck, un bassista geniale e innovativo e aggiungete come contorno un batterista dalle forsennate modalità southern rock. Ora lasciateli suonare midtempo, a fuoco lento, per nove minuti un classico di Allen Toussaint nella versione dei Little Feat. Il piatto sfornato è una delicatessen, prelibato, sostanzioso e speziato al punto giusto. Stiamo sbagliando o ve lo siete già pappato tutto?
Curiosità
The Deepest End è un progetto live con una pletora di succulenti ospiti organizzato da Warren Haynes e Matt Abts, membri dei Gov’t Mule, per onorare al meglio il loro bassista Allen Woody, morto tragicamente nel 2000. In On Your Way Down spiccano il nostro Sonny e l’estroso Mike Gordon dei Phish.
T-Bone Shuffle di Johnny Winter, 2011
La storia della chitarra racchiusa in cinque minuti di canzone
Un pezzo celebre di T-Bone Walker fa volare alto due fra i più grandi chitarristi slide dei nostri tempi. Un incrocio da pelle d’oca.
Curiosità
Il mai troppo compianto Johnny Winter ha un playing corposo e deciso in tutto il brano, mentre Landreth sprigiona la sua energia già nel fill introduttivo, prima di lasciare senza parole nei vari, vorticosi assoli. Il buon Walker sorride sereno dal Paradiso dei guitar hero: qui in Terra c’è ancora chi sa fare il suo mestiere.
This Is It con Kenny Loggins, live in Santa Cruz, CA, US, 1993
Una partnership inaspettata ricca di sorprese
Pensando a uno dei maggiori successi di Kenny Loggins, Footloose, sembra davvero strano vedere abbinato Landreth a una star del pop, specializzatasi nel piazzare hit per l’industria cinematografica. In realtà le sue attitudini compositive attingono a larghe mani da soul, r&b e rock, trovando più di un punto in comune con “The King of Slydeco”.
Curiosità
Sonny è ospite inoltre in altre due canzoni, Angry Eyes e I’m Alright, presenti nello straordinario live album Outside: From the Redwoods, pubblicato da Loggins nel 1993.
Extra: So Long 4 U di Robben Ford, 2015
La premiata ditta Landreth/Ford innalza al massimo livello il suono delle chitarre. Liturgia solenne!
Separati alla nascita. Due gemelli delle sei corde, nati lo stesso anno e con uno stile inconfondibile, pur se completamente diverso. Legati dal blues, con Sonny Landreth più vicino a zydeco e cajun e Robben Ford sperimentatore di jazz e fusion. Ascoltarli suonare insieme è una gioia per le orecchie.
Curiosità
Amici di lunga data, finalmente Sonny e Robben si incontrano nuovamente per suonare insieme dopo l’esperimento riuscito in un paio di tracce di From the Reach. Questa volta è il “virtuoso della Louisiana” ad essere ospite in Into the Sun (2015), interessante miscuglio di generi per l’eclettico artista di origini californiane. Inutile aggiungere quanto Robben Ford, con la sua sterminata carriera ricca di sorprendenti comparsate, rappresenti il personaggio perfetto per il prossimo episodio de Le Dieci Canzoni. Una nuova, entusiasmante puntata di questa serie unica e speciale è in dirittura d’arrivo, sempre e solo su Planet Guitar.
Stay tuned!
To be continued…
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