Il 21 marzo del 1963 nasceva a Memphis (Tennessee, Stati Uniti d’America) Shawn Lane, chitarrista, pianista e compositore. Anche se il suo nome è meno altisonante di quello di tanti altri chitarristi, Lane è stato un musicista di grandissimo talento. La sua figura è rimasta nota solo a una ristretta cerchia di musicisti e appassionati della sei corde, ma ha sicuramente avuto influenza nella carriera di virtuosi della chitarra come Guthrie Govan, Andy Timmons, Buckethead e Paul Gilbert. Il suo playing era infatti molto tecnico, veloce e preciso, proprio come quello dei chitarristi appena nominati, tanto da poter essere considerato un pioniere dello shredding. Scomparso nel 2003 ad appena quarant’anni, Lane continua ad essere un chitarrista tributato ed omaggiato dai suoi colleghi.

© www.shawnlane.com

Per rendervi conto delle straordinarie doti tecniche di Shawn, basta dare un’occhiata a questi due video didattici, realizzati nei primi anni Novanta e distribuiti rigorosamente in VHS. Power Licks e Power Solo sono tra le migliori testimonianze del suo talento. In entrambi i video nella parte finale è presente un’intervista a Shawn. Tra i nomi citati dal chitarrista spiccano quelli di Allan Holdsworth, Art Tatum, Pat Metheny, ma anche Ennio Morricone, a testimonianza del grande amore per la musica classica del chitarrista americano.

Nel giorno in cui Shawn avrebbe compiuto sessantuno anni, lo ricordiamo suonando The Way It Has to Be. Guardate il video tributo realizzato dal nostro Matt Bidoglia di Guitar Tutorials.

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Ulteriori informazioni

Un giovane prodigio

Lane può essere considerato un giovane prodigioso. Iniziò a suonare da molto piccolo, all’età di 4 anni, accompagnando le lezioni di canto della madre e delle sorelle maggiori, suonando il violoncello a scuola e prendendo lezioni di pianoforte. All’età di 10 anni prese in mano la chitarra e si rese conto che lo strumento faceva proprio per lui. Progredendo molto velocemente, all’età di 12 anni suonava già rock blues nei club di Memphis. Nel 1978, a Memphis si parlava di un quindicenne prodigio della chitarra di nome Shawn Lane.

I Black Oak Arkansas, i maestri del boogie sudista, organizzarono un’audizione per Shawn e lo ingaggiarono. Il primo concerto che i BOA fecero con Shawn fu in Kansas, nello stesso show di Pat Travers. Nel 1979 la band suonò soprattutto in bar e sale per spettacoli, e partecipò ad alcuni festival all’aperto. Sebbene nel corso degli anni siano stati registrati diversi demo in studio, un album in studio dei BOA con Shawn non si concretizzò mai.

A 18 anni, stanco delle tournée, Shawn decise di migliorare e perfezionarsi. Pur astenendosi dai concerti, si immerse in libri, film e dischi. Dopo il suo “anno sabbatico”, Shawn iniziò a suonare con varie band del Sud. La proliferazione dei suoi demo e delle sue registrazioni nelle reti di scambio di nastri underground lo resero un guitar hero senza aver pubblicato un solo disco.

Mike Varney (potete leggere qui il suo trafiletto su Guitar Player dedicato a Shawn) fu il primo a immortalarlo su disco: il quarto volume di Shrapnel’s U.S. Metal (1985) contiene un assolo di chitarra di Shawn intitolato Stratosphere II. Verso la metà degli anni ’80, Shawn infiammò la scena di Memphis con il suo gruppo, The Willys, famosi per le loro cover di Jimi Hendrix e degli ZZ Top. Nel 1987 il gruppo aveva elaborato del materiale originale da affiancare alle cover e aveva attirato l’attenzione di alcune etichette. Tuttavia, una combinazione di decisioni manageriali sbagliate e di cattivo tempismo impedì la realizzazione di questo progetto.

Per il primo disco di Shawn si dovette attendere fino al 1992. Powers of Ten, registrato nel suo home studio, garantì a Lane il premio come miglior nuovo talento dalla rivista Guitar Player e un secondo posto nella categoria miglior tastierista della rivista Keyboard Player. Lane suonava infatti tutti gli strumenti in questo album. Qui potete sentire un’intervista a Lane di quell’anno. Per supportare il suo debutto, Shawn girò gli Stati Uniti con la sua band: nel 2001 è stato pubblicato il disco che raccoglie queste esibizioni, Powers of Ten; Live!. L’atteso secondo lavoro solista di Shawn, The Tri-Tone Fascination, fu finalmente pubblicato nel 1999 e contiene il brano con cui abbiamo deciso di omaggiarlo.

The Tri-Tone Fascination: un testamento artistico

Il secondo e ultimo lavoro in studio di Shawn Lane può essere considerato anche il suo testamento. Proseguendo quanto fatto in Powers of Ten, il chitarrista americano propone un mix di fusion, jazz e rock e, anche in questo caso, suona la maggior parte degli strumenti dell’album. Il disco fu pubblicato in due differenti versioni, di cui la prima contiene due brani aggiuntivi ed è oggi molto ricercata dai collezionisti per la sua rarità. I brani sono tutti originali di Shawn, tranne Peace in Mississippi, cover di Hendrix, e Epilogue: Bach for Lisa (Ich Ruf Zu Dir), una cantata di Bach. Ancora una volta, quindi, il rock che si affianca alla musica classica, per un disco che non si esaurisce solo nel virtuosismo chitarristico di Lane.

Luther Dickinson, allievo, amico e chitarrista in alcuni brani dell’album, ricorda così Shawn:

Ciò che ha reso speciale la velocità di Shawn è stato il suo cuore, la sua anima e il suo intelletto. L’ultima volta che ho visto Shawn ha preso in mano la mia Tele, ha alzato il volume del mio Deluxe e ha suonato un’improvvisazione di 10 minuti usando solo il dito medio per suonare la chitarra, facendo slide come Derek Trucks! Dopo, ridendo, mi ha detto che suonava raramente la chitarra, ma che si era goduto quel momento. Questo mi ha insegnato ad apprezzare ogni volta che si suona la chitarra e a dare il massimo ogni volta. Suona ogni nota come se fosse l’ultima, perché una di esse lo sarà. Non cerco mai di suonare la chitarra ad alta velocità, ma cerco di suonare con il cuore nel momento in cui lo faccio; questo è ciò che ho imparato da Shawn alla fine.

The Way It Has to Be

The Way It Has to Be è un brano rock strumentale nello stile di Steve Morse o dei brani soft di Steve Vai. Anche in questo brano si percepisce che la tecnica di Shawn non era fine a se stessa, ma era al servizio delle sue composizioni e del suo playing. Nei quasi 5 minuti di canzone c’è un po’ tutta l’essenza di Lane, ed è per questo che l’abbiamo scelta.

Al di là della grande tecnica e della dedizione allo strumento di Shawn, quali erano gli elementi che componevano il suo suono? In realtà non ci sono molte informazioni a riguardo. Lane ha suonato chitarre Ibanez S-Series, Charvel, come la 750XL, e Roland, come la G-808. Il marchio Vigier ha prodotto anche la Excalibur Shawn Lane signature.

Ibanez S1070PBZ-CKB

Ibanez S1070PBZ-CKB

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Per l’amplificazione, Shawn si affidava all’Holmes Mississippi Bluesmaster, al Line 6 Flextone II Plus, al Bob Gjika 10^n Prototype, ma è stato visto anche con il simpatico Danelectro Honeytone N-10 Guitar Mini Amp:

Danelectro N-10 Honeytone Mini Amp BUR

Danelectro N-10 Honeytone Mini Amp BUR

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Per citare qualche effetto, invece, ricordiamo il Boss HM-2w Heavy Metal Distortion e il Line 6 DL4 Delay:

Boss HM-2w Heavy Metal Distortion

Boss HM-2w Heavy Metal Distortion

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Line6 DL4 MKII Delay

Line6 DL4 MKII Delay

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In questo breve video potete trovare una raccolta di alcune dichiarazioni dei chitarristi citati in apertura dell’articolo che omaggiano Shawn Lane. La sua è una figura da riscoprire e da ascoltare con attenzione.


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Riccardo Yuri Carlucci
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