Oggi esploreremo i 5 festival più significativi e iconici della storia della musica Rock, analizzandone l’impatto e la loro importanza culturale. Infatti non parliamo di semplici concerti, ma di vere e proprie rivoluzioni! Mettetevi comodi, magari con il vostro disco preferito in sottofondo, mentre ci immergiamo in queste storie che hanno plasmato il panorama musicale mondiale e scaldato il cuore di migliaia di persone.

© Science History Images / Alamy Stock Photo

Woodstock (1969)

Spettatori: 

400.000-500.000

Data:

15-16-17 Agosto 1969 

Luogo:

Bethel-New York-USA 

Lineup: 

  1. Arlo Guthrie
  2. Bert Sommer
  3. Blood, Sweat & Tears
  4. Canned Heat
  5. Country Joe and the Fish
  6. Country Joe McDonald
  7. Creedence Clearwater Revival
  8. Crosby, Stills, Nash & Young
  9. Grateful Dead
  10. Janis Joplin con The Kozmic Blues Band
  11. Jimi Hendrix
  12. Joan Baez
  13. Joe Cocker and The Grease Band
  14. John Sebastian
  15. Jefferson Airplane
  16. Johnny Winter
  17. Keef Hartley Band
  18. Melanie
  19. Mountain
  20. Paul Butterfield Blues Band
  21. Quill
  22. Ravi Shankar
  23. Richie Havens
  24. Santana
  25. Sha Na Na
  26. Sly and the Family Stone
  27. Sweetwater
  28. Ten Years After
  29. The Band
  30. The Incredible String Band
  31. The Who
  32. Tim Hardin

Storia del concerto: 

“3 giorni di pace, amore e musica”, era questo lo slogan del festival. 

Bethel, New York, agosto 1969: la cultura hippie esplode in una vibrante apoteosi di musica, libertà e amore. Il festival di Woodstock, nato come evento commerciale, si trasforma in una gigantesca manifestazione di controcultura che raduna mezzo milione dei cosiddetti figli dei fiori.

Immaginate una distesa di prati fioriti, una fattoria trasformata in un mare di tende colorate, una tribù pacifica di ragazzi e ragazze con lunghe chiome fluenti, vestiti sgargianti e fiori tra i capelli. Un’onda di entusiasmo contagioso travolge la piccola Bethel, mentre la musica dei più grandi artisti dell’epoca risuona nell’aria.

Jimi Hendrix “infiamma” la sua Fender Stratocaster col famoso inno americano a suon di Wah Wah e pezzi come Voodoo Child, Janis Joplin urla la sua anima con Piece of My Heart, Santana ipnotizza con il suo sound latino, e Joan Baez incanta con la sua voce soave. La musica dei Creedence Clearwater Revival, The Who e Jefferson Airplane si mescola all’aroma di incenso e patchouli, creando un’atmosfera magica e irripetibile.

Non solo musica, Woodstock diventa un palcoscenico per la pace, l’amore e la libertà. Ispirati dai principi hippie, i partecipanti si stringono in un abbraccio collettivo, rifiutando la guerra, le discriminazioni e le divisioni. Un’utopia temporanea che celebra la bellezza della vita e il potere della musica come strumento di unione e cambiamento.

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Curiosità

  • L’esibizione di Jimi Hendrix fu leggendaria, avrebbe dovuto esibirsi la sera del 17 Agosto, ma per ritardi e problemi logistici suonò all’alba del 18 Agosto per suo volere nonostante il festival fosse ormai finito ed erano rimaste solo 40.000 persone. 
  • Due band previste per Woodstock, il gruppo di Jeff Beck e gli Iron Butterfly, non si esibirono. Il gruppo di Jeff Beck si sciolse poco prima del festival, mentre gli Iron Butterfly non riuscirono ad arrivare poiché bloccati all’aeroporto e la richiesta di un elicottero fu respinta dagli organizzatori.
  • John Lennon cercò di partecipare al concerto di Woodstock e chiese che a Yoko Ono fosse permesso esibirsi. Tuttavia, gli organizzatori, tra cui Michael Lang, rifiutarono questa condizione e l’incontro non portò a nulla.
  • Se volete sapere di più la storia del festival, noi della redazione vi consigliamo il film Motel Woodstock
Fender Jimi Hendrix Strat OWH

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(103)

Festival dell’isola di Wight (1970) 

Spettatori: 

600.000

Data:

26-30 Agosto 1970

Luogo:

Isola di Wight – Seaclose Park

Lineup: 

26 Agosto

  1. Judas Jump
  2. Kathy Smith
  3. Rosalie Sorrels
  4. David Bromberg
  5. Kris Kristofferson
  6. Mighty Baby

27 Agosto

  1. Gary Farr
  2. Supertramp
  3. Andy Roberts’ Everyone
  4. Ray Owen
  5. Howl
  6. Black Widow
  7. Groundhogs
  8. Terry Reid
  9. Gilberto Gil and Caetano Veloso
  10. Gracious

28 Agosto

  1. Fairfield Parlour
  2. Arrival
  3. Lighthouse
  4. Taste
  5. Tony Joe White
  6. Chicago
  7. Family
  8. Procol Harum
  9. The Voices of East Harlem
  10. Cactus

29 Agosto

  1. John Sebastian
  2. Shawn Phillips
  3. Joni Mitchell
  4. Tiny Tim
  5. Miles Davis
  6. Ten Years After
  7. The Doors
  8. The Who
  9. Melanie
  10. Sly and the Family Stone

30 Agosto

  1. Good News
  2. Kris Kristofferson 
  3. Ralph McTell
  4. Heaven
  5. Free
  6. Donovan
  7. Pentangle
  8. The Moody Blues
  9. Jethro Tull
  10. Jimi Hendrix
  11. Joan Baez
  12. Leonard Cohen
  13. Richie Havens

Storia del concerto:

Fu un trionfo che si rinnovò per ben tre anni consecutivi, dal 1968 al 1970, ma è dell’edizione del 1970 che vogliamo raccontarvi, un capitolo leggendario e senza tempo. La terza incarnazione del Festival dell’Isola di Wight, ambientata nell’incantevole cornice di Agosto 1970, segnò così il crepuscolo di un’epoca irripetibile. Pur senza raggiungere l’apice epico di Woodstock, questo festival si elevò infatti a celebrazione senza eguali, richiamando una folla straordinaria di 600.000 anime appassionate.

Le melodie avvolgenti dell’Isola di Wight unirono leggende musicali del calibro di Jimi Hendrix, che, come aveva fatto a Woodstock, incantò il pubblico con la sua maestria nell’interpretazione dell’inno americano, regalando un momento altrettanto emozionante suonando l’inno nazionale britannico. I The Who eseguirono quasi integralmente l’album Tommy. Ma oltre ai volti noti, il palco si illuminò con l’incredibile talento di artisti come Leonard Cohen, la cui voce romantica e avvolgente incantò gli animi, Joni Mitchell, il genio musicale di Miles Davis e i The Doors guidati dalla magnetica presenza di Jim Morrison, catturando l’essenza di un’epoca attraverso la loro musica.

Fu un momento magico in cui le note danzavano nell’aria estiva, intrecciandosi con l’atmosfera vibrante di un’era che stava per concludersi. Rory Gallagher, accompagnato dai Taste, e i Jethro Tull con l’immancabile flauto traverso di Ian Anderson, contribuirono a plasmare il panorama musicale di quegli anni, regalando al pubblico momenti indelebili di emozione e bellezza.

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Curiosità:

  • Pare che Jimi Hendrix imparò l’inno Britannico appena qualche minuto prima della sua esibizione chiedendo ad uno dei suoi roadie “Puoi canticchiare Good Save the Queen?”, il resto è storia
  • Purtroppo per tutti noi amanti della chitarra, fu l’ultimo concerto di Jimi Hendrix che morì 20 giorni; un anno dopo morì anche Jim Morrison
  • Leonard Cohen suonò circa alle 4 del mattino, dopo l’esibizione di Hendrix
Gibson SG Standard ´64 Maestro CH HA

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(1)
Squier CV 70s Tele Thinline MN NAT

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(30)

Rock in Rio (1985)

Spettatori: 

1.500.000 (complessivamente) 

Data:

11-20 Gennaio 1995 

Luogo:

Brasile-Rio De Janeiro

Lineup: 

  1. AC/DC
  2. Al Jarreau
  3. The B-52’s
  4. George Benson
  5. The Go-Go’s
  6. Iron Maiden
  7. James Taylor
  8. Nina Hagen
  9. Ozzy Osbourne
  10. Queen
  11. Rod Stewart
  12. Scorpions
  13. Whitesnake
  14. Yes

Storia del concerto:

Il Rock in Rio del 1985 è stato uno degli eventi musicali più significativi nella storia del rock e del pop. Tenutosi a Rio de Janeiro, Brasile, dal 11 al 20 gennaio 1985, il festival è stato ideato dal produttore musicale Roberto Medina e ha attirato un pubblico enorme, con oltre 1,5 milioni di persone che hanno partecipato complessivamente. 

Una lineup pazzesca: dai Queen con Freddie Mercury che domina la scena con la sua energia travolgente e il pubblico che canta in coro Bohemian Rhapsody, ai riff inconfondibili degli AC/DC che scatenano la folla con Back in Black e T.N.T.; dalla complessità e virtuosismo del progressive rock degli  Yes con la loro suite Close to the Edge, alla potenza e adrenalina degli Iron Maiden che conquistano il pubblico con la cavalcata di The Trooper.

Poi il principe delle tenebre: Ozzy Osbourne e la sua Paranoid seguito dal fascino e romanticismo di Rod Stewart con Sailing e Da Ya Think I’m Sexy?

Non solo musica, ma un festival di colori, con artisti circensi, mostre d’arte e un’atmosfera di festa contagiosa e indimenticabile.

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Curiosità:

  • I Queen grazie a questo concerto hanno pubblicato il loro album live  Live in Rio 
  • I Queen durante il Festival hanno suonato ben 2 volte 
  • Negli anni successivi oltre al Brasile il festival si è svolto anche a Lisbona; chi scrive ha visto una leggendaria esibizione nel 2014 dei Rolling Stones che hanno suonato Tumbling Dice con a Bruce Springsteen come ospite a sorpresa.
Mick Jagger e Bruce Springsteen fotografati da Leonardo Maschio

Live Aid (1985) 

Spettatori: 

72.000 (Londra)

90.000 (Philadelphia)

2 miliardi in mondovisione 

Data:

13 Luglio 1985

Luogo:

Londra-Wembley Stadium 

Philadelphia- John Fitzgerald Kennedy Stadium 

Lineup: 

Londra:                                                                    

  1. Status Quo                                               
  2. Style Council
  3. Boomtown Rats
  4. Adam Ant
  5. Ultravox
  6. Spandau Ballet
  7. Elvis Costello
  8. Nik Kershaw
  9. Sade
  10. Sting
  11. Phil Collins
  12. Howard Jones
  13. Bryan Ferry con David Gilmour
  14. Paul Young
  15. Alison Moyet
  16. U2
  17. Dire Straits
  18. Queen
  19. David Bowie
  20. The Who
  21. Elton John
  22. Wham!
  23. Freddie Mercury e Brian May
  24. Paul McCartney

Philadelphia: 

  1. Bernard Watson
  2. Joan Baez
  3. The Hooters
  4. The Four Tops
  5. Billy Ocean
  6. Black Sabbath
  7. Run-DMC
  8. Rick Springfield
  9. REO Speedwagon
  10. Crosby, Stills and Nash
  11. Judas Priest
  12. Bryan Adams
  13. The Beach Boys
  14. George Thorogood and the Destroyers / Bo Diddley / Albert Collins
  15. Simple Minds
  16. The Pretenders
  17. Santana
  18. Pat Metheny
  19. Ashford and Simpson
  20. Teddy Pendergrass
  21. Madonna
  22. Tom Petty
  23. Kenny Loggins
  24. The Cars
  25. Neil Young
  26. Power Station
  27. Thompson Twins
  28. Eric Clapton
  29. Phil Collins
  30. Led Zeppelin con Phil Collins e Tony Thompson
  31. Crosby, Stills, Nash and Young
  32. Duran Duran
  33. Patti LaBelle
  34. Hall & Oates / Eddie Kendricks / David Ruffin
  35. Mick Jagger
  36. Tina Turner
  37. Bob Dylan
  38. Keith Richards / Ron Wood
  39. USA for Africa (diretti da Lionel Richie)

Storia del concerto

Il Live Aid è stato un concerto di beneficenza tenutosi in 2 città, in contemporanea: Londra e Philadelphia, oltre che in mondovisione tramite satellite. Fu ideato da Bob Geldof dei Boomtown Rats e Midge Ure degli Ultravox. La sua principale finalità era, infatti, la raccolta di fondi per aiutare la popolazione colpita dalla grave carestia in Etiopia, che si protrasse dal 1983 al 1985. Questo evento benefico è divenuto un’icona nella storia dei concerti, rappresentando, così, un notevole sforzo collettivo per affrontare una crisi umanitaria, con una lineup mai vista nella storia della musica e che difficilmente potrà mai essere superata. 

L’esibizione più famosa è sicuramente stata quella dei Queen, con un memorabile medley di circa 20 minuti che ha incantato l’intero Wembley Stadium, guadagnandosi l’acclamazione universale. Freddie Mercury, secondo Elton John, rubò la scena a tutti, diventando la stella indiscussa della giornata, infatti l’esibizione dei Queen è considerata una delle migliori performance della storia della musica secondo la BBC. 

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Curiosità:

  • Ogni Band aveva 20 minuti per suonare, e sul palco c’era anche un semaforo che segnava il tempo rimanente alle band. 
  • Freddie Mercury scelse di evitare il party del dopo-show e preferì rientrare a casa per festeggiare e godersi il finale straordinario del concerto tenutosi al John F. Kennedy Stadium di Philadelphia, seguendolo comodamente davanti alla TV. 
  • Phil Collins partecipò ad entrambi i concerti: dopo aver suonato allo stadio di Wembley, il leader dei Genesis si è prontamente imbarcato su un Concorde della British Airways per raggiungere lo stadio di Philadelphia. Appena giunto sul luogo, ha regalato al pubblico un’emozionante esibizione al pianoforte, eseguendo una versione acustica di In The Air Tonight
  • Come ultima esibizione della giornata furono creati dei supergruppi, denominati Band Aid, dove tutti gli artisti del festival suonarono assieme. 
  • Se volete vedere l’intera esibizione dei Queen al Live Aid sulla vostra tv, vi consigliamo il film Bohemian Rhapsody e di leggere anche la nostra recensione del film all’articolo “I 10 migliori film sulla musica”.

Monster of rock (1991)

Spettatori: 

1.600.000

Data:

28 Settembre 1991

Luogo:

Mosca – Aeroporto di Mosca-Tušino

Lineup: 

  1. AC/DC
  2. Metallica
  3. Pantera
  4. The Black Crowes 

Storia del concerto: 

Immaginate una realtà in cui ascoltare musica Rock ed Heavy Metal fosse proibito per legge, costringendo i giovani russi a cercare l’unica via di fuga attraverso radio pirata, con il costante timore di essere scoperti per poi essere mandati in prigione. Questa era la vita che molti affrontavano fino al 1991, poiché il regime comunista non tollerava la diffusione della musica occidentale. Tuttavia, quell’anno lo scioglimento del patto di Varsavia portò un cambiamento significativo per gli appassionati dell’Heavy Metal: il Monster of Rock.

Le testimonianze di quell’epoca raccontano che l’Armata Rossa, incaricata di mantenere l’ordine durante il festival, mostrò una sorprendente moderazione, con scarso o nullo utilizzo del manganello, molti soldati si unirono all’evento, alcuni addirittura togliendosi le divise in segno di protesta. In un contesto surreale, impensabile fino a quel momento, si assistette a soldati e giovani che facevano headbanging al ritmo dei riff di Angus Young. I Metallica iniziarono il loro set con l’epica The Ecstasy of Gold di Ennio Morricone usata come apripista per Enter Sandman e, naturalmente, l’energia dei Pantera si diffuse con la potente chitarra di Dimebag Darrell.

Un momento unico in cui la musica unì le persone, superando le barriere imposte dal sistema e dando voce alla ribellione attraverso il potere travolgente dell’heavy metal. Il Monster of Rock non fu solo un concerto… Fu, dunque, un grido di libertà che echeggiò oltre la cortina di ferro, un ponte tra due mondi, un assaggio di quell’occidente che per troppo tempo era stato negato. Un evento senza precedenti, il primo concerto di massa in Unione Sovietica, una ferita mortale al regime che, impotente, assisteva alla disobbedienza del suo popolo. Un’onda d’urto che si propagò in tutto il mondo, simbolo di speranza per tutti gli oppressi, oltre che inno alla libertà. Il Monster of Rock non fu un concerto ,fu una rivoluzione!

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Curiosità:

  • Durante il concerto dei Metallica, pare che alcuni militari sovietici interruppero l’uso della forza contro i fan e si unirono alla folla. 
  • Il concerto fu trasmesso in diretta televisiva non solo in Unione Sovietica, ma anche in altri paesi del mondo.
  • Pochi mesi dopo il concerto, il regime sovietico cadde.  
ESP LTD Snakebyte BKLS

ESP LTD Snakebyte BKLS

Valutazione dei clienti:
(14)

Extra:

Woodstock 99 (1999)

Spettatori: 

400.000

Data:

22-25 Luglio 1999

Luogo:

Rome (New York) – Griffiss Air Force Base

Lineup: 

23 Giugno

  1. James Brown
  2. G Love and Special Sauce
  3. Jamiroquai
  4. Live
  5. Sheryl Crow
  6. DMX
  7. The Offspring
  8. Korn
  9. Bush

24 Luglio

  1. The Tragically Hip
  2. Kid Rock
  3. Wyclef Jean with the Refugee Allstars
  4. Counting Crows
  5. Dave Matthews Band
  6. Alanis Morissette
  7. Limp Bizkit
  8. Rage Against the Machine
  9. Metallica

25 Luglio

  1. Willie Nelson
  2. The Brian Setzer Orchestra
  3. Everlast
  4. Elvis Costello
  5. Jewel
  6. Creed, featuring Robby Krieger
  7. Red Hot Chili Peppers

Storia del concerto:

La pecora nera della nostra lista. Probabilmente uno dei momenti più bui della storia della musica, ma è giusto parlarne. Il concerto si è tenuto per celebrare i 30 anni di Woodstock, festival che come menzionato era pensato per la pace, ma in questo caso fu esattamente l’opposto. L’evento è stato sin dall’inizio caratterizzato da una scarsa organizzazione e problemi logistici evidenti. L’area non era, infatti, conforme alle normative, con un numero insufficiente di toilette mobili per i numerosi partecipanti. Le lunghe code alle poche toilette funzionanti erano solo uno dei molti disagi.

I prezzi esorbitanti dei biglietti e dei generi alimentari, inclusa l’acqua, hanno contribuito, così, all’atmosfera negativa. Le prime violenze sono scoppiate durante l’esibizione dei Limp Bizkit, quando il frontman Fred Durst ha irresponsabilmente incitato il pubblico a distruggere tutto prima di eseguire Break Stuff. Alcuni hanno saccheggiato camion contenenti bevande, altri hanno danneggiato l’impianto delle luci e gli altoparlanti, e c’è stato anche un attacco a una stazione radio semovente.

Durante la performance dei Red Hot Chili Peppers, furono distribuite delle candele con l’intenzione di creare un’atmosfera romantica…pessima idea, poiché il pubblico le utilizzò per accendere piccoli falò, scatenando presto numerosi incendi. Questi incendi causarono il crollo di una torre audio, mentre il pubblico intonava il ritornello “the roof is on fire”. Gli incendi si intensificarono ulteriormente, culminando con la chiusura dello spettacolo accompagnata dalla cover di Fire di Jimi Hendrix.

Solo l’intervento della polizia ha posto fine al caos, ma i danni al luogo sono stati devastanti. Sette arresti, numerosi feriti ed anche casi di violenza sessuale hanno segnato tristemente la fine di Woodstock 99. Ovviamente dopo questo tragico evento le successive edizioni non si tennero mai più. 

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Curiosità:

Per chiunque voglia approfondire la storia di questo tragico concerto, chi scrive ritiene venga raccontata molto bene nel documentario Trainwreck: Woodstock 99, presente su Netflix.

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Leonardo Maschio