Celebre organista e compositore, nonché valido e sottovalutato chitarrista, Steve Winwood ha lasciato traccia di sé in gran parte della storia della musica anni Sessanta, Settanta e Ottanta per arrivare fino ai giorni nostri. Dallo Spencer Davis Group ai Blind Faith e Traffic, senza dimenticare le scorribande soliste, il “Ray Charles bianco” ha colorato di grandi emozioni brani indimenticabili come I’m a Man, Gimme Some Lovin’, Can’t Find My Way Home, Dear Mr. Fantasy e Higher Love. Il talentuoso personaggio non si è nemmeno risparmiato come session man in studio e dal vivo, dimostrando un’ecletticità sorprendente. Godiamoci queste dieci perle insolite pescate tra le varie collaborazioni: psichedelia, pop, r&b, gospel, southern rock (e non solo!) vi accompagneranno insieme alle svisate di un artista a tutto tondo, straordinario sciamano della tastiera.

© Pictorial Press Ltd / Alamy Stock Photo

Whiter Shade of Pale di Santana, 2021

Una delicata infusione di rock e ritmi latino-cubani si insinua in questo intramontabile classico del progressive pop.

Difficile immaginarsi una versione sexy di A Whiter Shade of Pale, con le congas e un groove sudamericano. Eppure l’accoppiata Carlos Santana e Steve Winwood riesce graziosamente nell’intento.

Curiosità

Il polistrumentista britannico sorprendentemente si dedica solo al canto, lasciando al membro della band David K. Matthews il compito di suonare l’indimenticabile riff di organo. Poco male. L’atmosfera lasciata dalla sua voce inconfondibile è romantica e speciale, da pelle d’oca.

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Voodoo Chile Blues di Jimi Hendrix, 1968

Il viaggio psichedelico di Jimi non sarebbe lo stesso senza l’Hammond di Steve.

L’anima blues infarcita di psichedelia del celebre guitar hero emerge in questa galoppata senza freni nel mondo dell’improvvisazione, superando ogni confine immaginabile. Un capolavoro assoluto, tuttavia forse pochi sanno che ci sia e quanto sia importante lo zampino di Winwood.

Curiosità

Il brano viene ripreso nel 2008 durante i leggendari concerti al Madison Square Garden di Clapton e Winwood. Un sincero tributo a Jimi Hendrix, un amico mai dimenticato.

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Arcord di Zucchero, 1998

Una delle più belle pagine cantautorali di Sugar, sotto la produzione di Corrado Rustici.

Il testo intriso di malinconia, l’intuizione di fare un omaggio ai Nomadi e a Guccini e l’insolita scelta di affidarsi a un meraviglioso organista inglese rendono Arcord una delle perle assolute presenti nella discografia di Zucchero.

Curiosità

Il Nostro suona anche in Eccetera eccetera, una delle prime collaborazioni,  a livello di liriche, fra il bluesman italiano e il poeta Pasquale Panella, l’uomo della svolta di Battisti nel dopo-Mogol.

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Burn Down the Mission di Phil Collins, 1991

Nello straordinario disco tributo a Elton John c’è anche il magico tocco di Winwood.

Two Rooms: Celebrating the Songs of Elton John & Bernie Taupin è un album composto dalle interpretazioni di sedici canzoni scritte da Elton John e Bernie Taupin. La trascinante Burn Down the Mission si mette un nuovo vestito grazie alle sapienti mani di Phil Collins e Steve Winwood.

Curiosità

Il frontman dei Genesis si cimenta al piano oltre che al canto e all’inseparabile batteria, ma l’organo quello no, è patrimonio insostituibile e imprescindibile dell’ex Traffic.

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City Sirens con Jimmy Page, live at the Royal Albert hall, London, 1983

Un duetto inusuale dal vivo che riprende uno degli highlights di Death Wish II.

La colonna sonora del 1982 di Death Wish II consente a Jimmy Page di staccarsi per un attimo dalla tragedia della morte di John Bonham e dal conseguente breakup dei Led Zeppelin. Gli Arms Charity Concerts sono poi l’occasione per rispolverare questa interessante soundtrack, grazie al prezioso contributo di Winwood.

Curiosità

Fisicamente Page non sembra essere al massimo della forma, ma riesce a oltrepassare l’ostacolo con estro e coraggio, supportato da una band magnifica, con Andy Fairweather Low, Fernando Saunders, James Hooker e Kenney Jones.

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When the World Gets Small diGov’t Mule, 2013

I “Muli” non deludono mai, specie con uno special guest di tale lignaggio.

Sono da enciclopedia delle sette note le alchimie sonore create dal canto di Winwood e i fraseggi e assoli di Warren Haynes che pervadono When The World Gets Small. Ecco una “ballatona” rock decisamente adeguata per una scintillante collaborazione e perfetta traccia di chiusura del secondo disco, che include tutte le canzoni di Shout! eseguite da special guests ad hoc insieme ai Gov’t Mule.

Curiosità

La voce del “Ray Charles bianco” è unica, e questa struggente canzone lo dimostra, come si evidenzia l’incredibile versatilità di uno dei gruppi a stelle e strisce più importanti nati a cavallo del nuovo secolo.

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Makes Me Wanna Pray di Christina Aguilera, 2006

Soul, r&b, pop e gospel si intrecciano tra un sample dei Traffic e le tastiere di Steve.

Back to Basics di Christina Aguilera è un progetto di canzoni autografe che omaggia in chiave moderna le sue influenze giovanili, artisti del calibro di Etta James, Otis Redding e Billie Holiday. In Makes Me Wanna Pray un altro suo idolo, Steve Winwood, è presente in carne e ossa, e suona con il suo stile inconfondibile l’Hammond.

Curiosità

La traccia contiene anche un campionamento di Glad, celebre strumentale dei Traffic, a chiusura dell’intreccio con Winwood.

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Happiness Is Easy di Talk Talk, 1986

Un brano catartico, una partnership sorprendente e azzeccata.

Qualcuno li ha definiti i Radiohead degli anni Ottanta. Per il loro lavoro più intenso, The Colour of Spring, i Talk Talk del mai troppo compianto Mark Hollis si assicurano le prestazioni di una delle anime dei Blind Faith. Il risultato è eccezionale, ascoltare per credere.

Curiosità

Anche I Don’t Believe in You e Living in Another World si avvalgono della passione e maestria del “Re dell’Hammond”.

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Hey Joe con Slash, Billy Cox e Mitch Michell, live at UK Rock ‘N’ Roll Hall Of Fame, London, 2005

Una performance da urlo nel nome di Jimi.

Chi avrebbe mai pensato all’incrocio tra Winwood e Slash, insieme alla band che fu di Jimi? Quattro virtuosi per un classico da pelle d’oca.

Curiosità

Non è la prima volta, comunque, che Slash e Steve si incontrano. Rimane memorabile un’infuocata versione di Gimme Some Lovin’ nel 1996 al mitico Budokan di Tokyo, insieme agli Chic di Nile Rodgers.

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Love on the Air di David Gilmour, 1984

Il secondo lavoro solista del chitarrista dei Pink Floyd ospita il piano e l’organo del polistrumentista di Birmingham.

Il piano del Nostro esalta un brano scritto da David Gilmour con il testo di Pete Townshend, una vera chicca! Inoltre Steve suona l’organo in Blue Light.

Curiosità

In modo molto simile al passaggio di Winwood all’attività solista verso la fine dei seventies, dopo una prima parte di carriera vissuta in “gruppo”, Gilmour pubblica il suo omonimo album d’esordio nel 1978, e il seguito About Face nel 1984. Per questo progetto decide di reclutare alcuni dei suoi musicisti preferiti, tra cui anche Jeff Porcaro e Jon Lord

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Extra: Handle with Care con Tom Petty, Jeff Lynne & Dhani Harrison, live at the Hall of Fame Inductions, NYC, 2004

La canzone da cui nasce il progetto Travelling Wilburys rivive interpretata da uno stuolo di star.

L’amicizia con Tom Petty è sbocciata con il tempo, e i due hanno anche condiviso più tour insieme, ma è bello ricordarli nel 2004 per questo inaspettato e toccante tributo all’amico George Harrison, durante la sua induzione postuma alla Rock ’n’ Roll Hall of Fame.

Curiosità

Steve e Tom sono molto vicini musicalmente, innamorati entrambi del rock e delle sue radici, con un occhio di riguardo al blues. Durante la loro lunga carriera sono notorie le loro scorribande nel pop screziato di country e folk, dimostrando un’innata duttilità nell’attraversare svariati generi. Risulta così fuori di dubbio perfetto dedicare a Tom Petty la prossima puntata di Le Dieci Canzoni, la nostra serie esclusiva di Planet Guitar.

Stay tuned!

To be continued…

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Alessandro Vailati